1990. Dove naviga il Jet Set

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1990, n.5, luglio, pag. 80-89.

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Ecco una delle storie che ci ha appassionato di più.


Dove naviga il Jet Set

Da Barche a Motore 1990, n.5, luglio, pag. 80-89.

Un mare dai mille colori, granitiche rocce modellate dal vento, decine di piccole spiagge rosate, paesini da presepio e tanta mondanità. Dalla Costa Smeralda alle Bocche di Bonifacio, uno dei tratti di costa più frequentati dal jet set internazionale.

Splendidi approdi con acque dal caratteristico color smeraldo, spiaggette rosa incastonate tra spettacolari rocce granitiche plasmate in forme fantasiose dal vento e dal mare nel corso dei millenni, ville lussuose di Vip internazionali, tanta mondanità: questi gli ingredienti base di uno dei tratti di costa più belli al mondo: le Bocche di Bonifacio. Trascurate da sempre dai Corsi e dai Sardi, tradizionalmente poco marinai e più inclini all’agricoltura e alla pastorizia, le terre costiere (considerate di minor valore) venivano generalmente lasciate in eredità alle donne che invece, per ironia della sorte, oggi si ritrovano un capitale infinitamente superiore ai loro fratelli proprietari dei desolati terreni dell’interno. La vicinanza e l’abbondanza di ridossi, consente a qualunque tipo di natante, rapidi spostamenti con qualsiasi tempo, mentre i più arditi potranno sfidare il mare ed i forti venti che soffiano frequentemente in mezzo alle Bocche: infatti la strettoia fra le grandi isole della Corsica e della Sardegna, crea un formidabile “effetto Venturi” che provoca un notevole aumento del mare e della corrente che tende a disporsi sull’asse Ovest-Est seguendo il vento che, quasi sempre presente e sostenuto, rende l’aria piacevolmente tersa. Sulle orme delle prestigiose barche dei “Vip” del “Jet Set” internazionale, oggi queste acque brulicano nei mesi estivi di centinaia di natanti di ogni tipo e dimensione; i più piccoli possono anche arrivare a bordo di comodi traghetti da Civitavecchia o da Genova. Al riguardo sconsigliamo di affrontare la traversata alle imbarcazioni dotate di un solo motore se non “di conserva” ad altre imbarcazioni più sicure. Raccomandiamo infine di prestare costante attenzione alla navigazione che le decine di scogli e secche rendono spesso difficoltosa. Essendo i venti da Ovest predominanti nonché i più violenti, tralasciamo i versanti occidentali, esposti alle mareggiate e di scarso interesse, ed analizziamo solo quelli orientali partendo ed arrivando (possibilmente con calma di mare – altrimenti “meglio rimandare”) dai suoi vertici: Santa Teresa di Gallura e l’opposta Bonifacio. Ovviamente questi sono i punti più ventilati e perciò consigliamo di navigarci attorno solo durante i momenti di calma di vento.

Un faro nei pressi di Bonifacio.

La Costa Smeralda

Partendo da Capo Testa ed oltrepassando la baia di S. Reparata (che, contrariamente al nome, non è molto “riparata” dai venti Nord-Occidentali), si giunge a Porto Longosardo che è il porto di Santa Teresa di Gallura, graziosa cittadina di stile ottocentesco che porta il nome della consorte del re piemontese Vittorio Emanuele I. Questo fiordo naturale è ben ridossato da tutti i venti, anche se quelli Nord-Orientali possono dar luogo ad un po’di risacca, ma non offre servizi se non per i generi alimentari e qualche ristorante. Proseguendo troverete l’Ansa Marmorata, la Cala Sambuco e la Cala Barcaccia, graziose ma aperte al predominante Maestrale e contornate di scogli fino all’interno del profondo fiordo di Porto Pozzo, da imboccare ben al centro dopo essersi tenuti ad almeno 300 mt. dalla costa e dove troverete poco altro che un buon ridosso da tutti i venti salvo la tramontana. Oltrepassata la lunga spiaggia di Porto Liscia, Porto Puddu (Porto Pollo) potrà rappresentare un ottimo rifugio con tutti i tempi anche se dovrà essere diviso con alcuni campeggiatori e gli inquilini del villaggio turistico. L’entrata non presenta particolari difficoltà purché ci si tenga ben al centro. Porto Rafael è costituito da un pontile con prese d’acqua ed elettricità ma riservato alle imbarcazioni dei residenti nell’esclusivo agglomerato di lussuose ville retrostanti: solo pochi e contesi i posti liberi. Già poco attratti dal nome, saltiamo la rada di Mezzo Schifo, tutt’altro che brutta ma esposta al Maestrale, ed arriviamo a Palau che è un piccolo porticciolo molto trafficato d’estate in quanto punto d’imbarco per La Maddalena. Pertanto consigliamo una breve sosta diurna solo per approvvigionamento di acqua, carburante o viveri anche sostando precariamente lungo la banchina fra un traghetto e l’altro. Continuando a navigare lungo costa (delle isole ci occuperemo in seguito), avvisteremo la caratteristica e meravigliosa roccia che dà il nome a Capo d’Orso, doppiato il quale si troverà la piccola e graziosa Cala Capra o il più ampio Golfo Saline, entrambi aperti solo ai venti orientali (rari nel periodo estivo) ed orlati da belle spiagge di sabbia con fondali dai 2 ai 5 mt. Si apre quindi il grande Golfo di Arzachena che, malgrado ospiti due centri abitati ed alcuni campeggi e villaggi turistici, offre ancora diversi angoli selvaggi e tranquilli, nonché la possibilità di facili rifornimenti. Si dovrà prestare attenzione alle secche e agli scogli fra la punta Ovest e l’isolotto Zio Paulu, ai bassi fondali oltre Cannigione, alla secca all’entrata di Cala Bitta e a quelle attorno a Capo Tre Monti.

A sinistra, le acque dell’arcipelago della Maddalena, una delle oasi naturalistiche meglio conservate del Mediterraneo. Sopra a destra, la bellissima roccia modellata dal vento del promontorio di Capo Orso. Sotto a destra, la cristallina trasparenza del mare della Sardegna,

A Cannigione troverete un comodo distributore di carburanti, un rubinetto per l’acqua, viveri e ristoranti nel piacevole paesino ormeggiando con poppa in banchina su fondo di 2-3 mt. o alla ruota nella rada antistante. Cala Bitta doveva essere l’approdo del villaggio turistico di Baia Sardinia ma da anni i lavori sono sospesi e pertanto non sono disponibili i servizi che invece si troveranno facilmente nel nuovissimo marina splendidamente ricavato nel fiordo naturale di Stentino dell’Orso di fronte all’elegante villaggio turistico di Poltu Quatu, subito ad Ovest di Cala Liscia di Vacca, con 500 posti barca (di cui 50 disponibili per le barche in transito) tutti con acqua e corrente elettrica, ridossati da tutti i venti e con fondali di 3.5 mt. nonché un distributore di carburanti: il tutto comodamente pagabile con la sola carta di credito!. Liscia di Vacca è una bella e grande baia esposta ai venti predominanti Nord-Occidentali e contornata dalle splendide ville retrostanti di Porto Cervo, al quale si potrà facilmente accedere dopo aver doppiato Capo Ferro all’interno dell’Isola delle Bisce e oltrepassato con attenzione le Secche del Cervo coperte da 2 mt. d’acqua. La stretta entrata fra le alte rocce, di solito difficilmente individuabile, è resa ben riconoscibile dall’intenso traffico di imbarcazioni di ogni dimensione e tipo, tanto da formare durante le classiche ore di punta di uscita (10-12) e di rientro (17-19), delle interminabili processioni di natanti i cui gas di scarico creano una densa cappa di smog, ben visibile nei momenti di calma di vento. Nella parte più interna di questo riparatissimo porto naturale, ritrovo della mondanità internazionale e paradiso della vita notturna, è stato creato dall’Agha Khan, negli anni sessanta, un bellissimo marina che oggi è probabilmente il più famoso ed esclusivo del Mediterraneo e con tariffe proporzionali alla sua fama! Sulla sue banchine potrete ammirare alcune fra le più belle e lussuose barche esistenti. Data l’esclusività dello Yacht Club Costa Smeralda, i posti in banchina non sono disponibili neanche con prenotazione. Come ultima alternativa, potrete dare fondo nella parte settentrionale della baia su fondo dai 4 ai 10 mt. adottando la precauzione di appendere i parabordi per proteggersi dalle frequenti collisioni. Ricordiamo infine che anche i prezzi degli alimentari sono maggiorati e l’affollamento della banchina Est rende il rifornimento di carburanti spesso difficoltoso. Perciò approvvigionamenti di qualunque genere si potranno effettuare più comodamente presso la nuovissima Marina di Portisco con 720 posti per barche dai 4 ai 30 mt. e con pescaggio da 2 a 5 mt., situato oltre la bellissima Cala Volpe e di fronte a Porto Rotondo. Quest’ultimo è nato in competizione (ma esattamente sullo stesso stile) con Porto Cervo negli anni settanta per iniziativa di un consorzio presieduto dal Conte Dona delle Rose, oggi è di proprietà di una società a cui fa capo l’Agha Khan e, per barche ormeggiate e personalità use a frequentarlo, è esclusivo tanto quanto il vicino Yacht Club Costa Smeralda. I prezzi e la “corniche” sono comunque simili a quelli di Porto Cervo anche se il “tono” e la qualità dei servizi sono più esclusivi e riservati.

Esclusivo, mondano, ricercato: sono sufficienti tre aggettivi per descrivere Porto cervo, centro principale della Costa Smeralda, attrezzatissimo e dall’architettura elegante, è una tappa d’obbligo per chi è alla ricerca di una vacanza nel cuore del jet set internazionale.

L’arcipelago della Maddalena

Iniziamo ora la risalita verso la Corsica passando attraverso quella che è la parte più interessante della zona: le isole di Mortorio e Soffi, l’arcipelago della Maddalena e le isole francesi di Lavezzi e Cavallo .Come fanno anche altre centinaia di barche ogni mattina durante le belle giornate di Luglio e Agosto, anche noi partiamo dalla costa ben riforniti ed equipaggiati per poi disperderci per i numerosi approdi delle isole più a Nord, approfittando delle calme mattutine prima del fresco maestrale pomeridiano. Ricordiamo che bisogna sempre cedere il passo ai traghetti che incrociano fra la Maddalena e Palau e sconsigliamo la navigazione notturna in queste acque pericolose così come, saggiamente, fecero gli ammiragli francesi rinunciando all’inseguimento del “pazzo” seppur bravissimo Nelson che con questa abile mossa (si narra che “annusasse” le terre nel buio totale), disperse i superiori avversari all’inizio del secolo scorso. Anche se in parlamento si parla di smantellare le basi militari della zona, ricordiamo che ancora vi sono diverse aree interdette alla navigazione e alla sosta che vanno tuttavia riducendosi. Fra queste la parte Sud di Caprera compresa fra Porto Palma (sede della famosa scuola velica), le banchine di Porto Garibaldi e Cala Stagnali e la parte orientale del porto della Maddalena. Provenendo da Sud, la prima grande isola che incontreremo sarà Caprera che ci apparirà non molto differente da come la vide per la prima volta Giuseppe Garibaldi che la elesse a sua dimora ed eremo verso la metà del secolo scorso. L’isola offre ancora oggi diversi piacevoli ed intatti ridossi. Fra questi ricordiamo a Nord la piccola e selvaggia Cala Napoletana, esposta però ai venti dominanti, e ad Est le due belle spiagge di Cala Coticcio o la più ampia e tranquilla Cala Cortese dove l’ancoraggio sarebbe proibito per la presenza di cavi elettrici sottomarini ma è tollerato a distanza di sicurezza. L‘isola di S. Stefano offre un solo ma affascinante ridosso: Cala Villamarina. Protetta da tutti i venti, era usata sin dai Genovesi come scalo al forte di San Giorgio e poi come imbarco della cava di granito. Vi si potrà ormeggiare con poppa verso l’antica banchina non più in buone condizioni. Inoltre, data l’intraprendenza su queste isole di alcuni topi nottambuli, sarà opportuno bloccare loro la possibilità di accesso a bordo lungo le cime d’ormeggio mediante l’uso degli appositi coni o di estemporanei colli di bottiglia in plastica.

Una suggestiva veduta delle scogliere dell’isola di Caprera.

La Maddalena, oltre ad essere l’unico vero centro abitato, è l’isola maggiore dell’omonimo arcipelago. Il riparatissimo porto nonché la pittoresca cittadina si trovano sulla costa meridionale di fronte all’estremità settentrionale dell’isola di S. Stefano. Qui potrete trovare tutti i rifornimenti (gli ultimi prima delle desolate isole più a Nord!) in buona quantità e qualità presso il mercato adiacente il porto e, dopo un po’ d’attesa, il carburante in banchina. Numerosi ma affollati sono anche i buoni ristoranti e molto piacevole e movimentata è l’atmosfera del paese. Le coste occidentali e settentrionali sono generalmente bagnate da acque cristalline ma contornate di scogli ed esposte al Maestro; pertanto ne consigliamo l’avvicinamento con prudenza e solo con le calme mattutine o i rari venti orientali. Ben ridossato sarà invece Porto Lungo. Volendovi accedere bisognerà prestare attenzione alle secche sia a sinistra che a dritta dell’entrata. Altrimenti potrete ancorare su 4-6 mt. di fondo di sabbia nell’adiacente Cala Spalmatore, meno bella ma più tranquilla. Le spiagge di Cala Granara e Cala Corsara sul lato orientale dell’isola di Spargi possono offrire un piacevole bagno nelle acque color smeraldo durante una sosta nelle prime ore mattutine in quanto più tardi si riempiranno di turisti e saranno esposte alla risacca creata dal Maestrale. Attenzione alle secche ed agli scogli meno visibili quando il sole è basso sull’orizzonte. Soste d’obbligo saranno invece la famosissima Spiaggia Rosa di Budelli (la più fotografata dell’arcipelago!) e le splendide piscine naturali fra gli isolotti di questo gruppo. La prima raggiunge il suo massimo splendore all’alba quando i raggi diretti del primo sole accentuano il rosa pallido della sabbia finissima in una magica atmosfera di quiete… extra-terrestre! Il sogno svanirà poche ore dopo con l’arrivo da terra di centinaia di turisti. Più spettacolari saranno invece al tramonto le scoscese e frastagliate scogliere occidentali di Budelli e di Razzoli (ultima isola Italiana), a ridosso delle quali troverete piccole cale che costituiscono uno splendido ancoraggio su fondali di sabbia di varia profondità, il cui accesso è possibile anche da Sud attraverso il Passo Cecca di Morto ad imbarcazioni con pescaggio inferiore al metro, comunque a bassa velocità e prestando attenzione ai numerosi scogli e secche circostanti. Altri vari e bei ridossi, da dividere sempre comunque con numerosi natanti, sono disponibili a seconda del vento attorno a questo gruppo di isolette. Consigliamo infine l’uso di carte ben particolareggiate e il continuo controllo del punto nave per l’abbondante presenza in tutta la zona di pericoli per la navigazione.

La Maddalena, l’isola più grande dell’omonimo arcipelago. Il suo centro abitato conserva inalterati i segni delle sue origini marinare.

Le Bocche di Bonifacio

Superato il breve quanto ventoso centro delle Bocche, si potrà atterrare sulle isole francesi in cui le locali autorità tollerano la sosta anche senza aver effettuato le operazioni di polizia e dogana da espletare invece a Bonifacio o Portovecchio se si intendesse continuare a navigare lungo la costa corsa. Cala Greco e le due anse immediatamente a Nord, nel frequente caso che la prima fosse piena, rappresentano un ottimo ridosso dai venti occidentali anche se orlate di scogli e secche specialmente attorno alla punta che divide la prima dalle altre due. Tutta l‘isola di Cavallo è privata e vi si trovano poche ville lussuose quanto discrete e collegate con la terra da un piccolo aeroplanino che atterra arditamente su una breve pista sterrata. L’ancoraggio è comunque consentito e lo consigliamo nelle due belle baie accessibili sul versante orientale, Cala di Zeri, sempre molto affollata e con spazio limitato per oltre metà dai bassifondi (attenzione particolare alla secca affiorante a circa 200 mt. a Nord della punta meridionale!), e la più ampia Cala di Greco, meno bella della precedente ma con minor pericoli, poche barche e più spazio a disposizione. Con calma di vento potrete costeggiare verso Ovest le imponenti scogliere calcaree a strapiombo sul mare cristallino. Con condizioni meteorologiche favorevoli, non mancate uno splendido bagno nelle grotte di Capo Pertusato, ma ai primi accenni di maestrale affrettatevi ad entrare a Bonifacio, apprezzando sin dall’entrata la meraviglia di questo profondo fiordo che la natura ha posto come ridosso totale proprio al centro di una delle zone più burrascose del Mediterraneo. Sulla sinistra, dopo la banchina dei traghetti, vi sono due piccole calette (quella delle Arenelle e la maggiore delle Catene), dove potrete ancorare tranquillamente qualora i 250 posti barca all’interno del porto fossero, come spesso capita, tutti occupati, come spesso accade in piena estate. Da qui una deliziosa visita vespertina alla città vecchia.

di Antonio Drai


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