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Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Ecco una delle storie che ci ha appassionato di più.
Buzzi si sfoga: Una manovra americana per non farmi vincere
Da Barche a Motore 1990, n.2, aprile, pag. 126-128.
Colpevole di aver troppo vinto, il progettista e costruttore lecchese è stato colpito dai provvedimenti dell’U.I.M. che ha deciso di penalizzare i motori diesel a tutto vantaggio dei costruttori di motori a benzina.
Solitamente misurato nelle parole e riflessivo nel comportamento, Fabio Buzzi questa volta fa fatica a controllare il suo sdegno. Sente di dover difendere la sua leadership da avversari che hanno allargato la lotta non soltanto al piano sportivo. E si ribella: “Io ritengo di aver subito un attacco sul piano personale, perché una regolamentazione che era in vigore da più di vent’anni è stata improvvisamente e frettolosamente cambiata dopo due stagioni di miei successi. E’ facile individuare gli autori di questo colpo molto poco sportivo: sono alcuni rappresentanti di case costruttrici di motori a benzina che sono entrati nella Commissione Internazionale Offshore e hanno agito in modo di penalizzare il motore diesel di 1,4. E questo malgrado esista un articolo del regolamento che proibisce tassativamente la presenza di parti interessate. Adesso io mi trovo con due barche da buttare via, il monocarena vincitore degli ultimi due campionati del mondo di classe 1 (ndr: nell’88 con Buzzi e nell’89 con Casiraghi) e il catamarano costruito appena l’anno scorso con il quale ho vinto il campionato europeo. Sono barche infatti progettate e costruite su misura per i motori Seatek che non potremo più utilizzare. Ora, se si pensa ai miliardi investiti dalla Seatek per realizzare questi motori, il colpo subito è grave e non facilmente digeribile. La Seatek ha deciso di adire le vie legali perché si ritiene pesantemente danneggiata. Se si pensa che della Commissione Offshore faceva parte il signor Audetto, dipendente della Lamborghini (ora proprietà Crysler), e il signor Parkinson, rappresentante della Mercury, credo che l’atteggiamento della Seatek sia facilmente comprensibile. Quello che piuttosto mi stupisce è come la Lamborghini si sia prestata a supportare l’operazione”.
La nuova stagione agonistica è ormai alle porte. Come l’affronterà? “Io rimango in attesa della sentenza del Tribunale Civile. Non sarò quindi presente al via dei campionati italiani ed europei. Discuteremo in seguito la validità di questi campionati che partono con una regolamentazione che ritengo illegale. Io sono sempre stato un legalitario; credo nella giustizia e ritengo di aver subito un torto. Se il tribunale mi darà ragione correrò, altrimenti non correrò. Se vuole il mio parere personale, io dico che correrò”.
Fabio Buzzi con i suoi “fedelissimi”. Al centro il copilota Giorgio Villa, a destra il preparatore dei motori Romeo Ferraris detto “Bulgari”.
Qual’è stato il peso degli americani in questa vicenda ? “E’ certo che fino a quando si permetterà, contro tutte le regole, ai rappresentanti di alcune case motoristiche di fare il bello e il brutto tempo in seno all’U.I.M., ci sarà sempre questo tipo di problemi e a tutto discapito dello sport. Il risultato è stato per ora quello di ridimensionare i più grandi sponsor che questo sport abbia avuto negli ultimi anni. Parlo di Gancia che si è visto penalizzare in un colpo solo le tre barche che sponsorizzava: quella di Stefano Casiraghi con i quattro motori Seatek, quella di Bruno Abbate con i tre Isotta Fraschini e quella di Gigi Radice con i due Baudouin. E parlo anche di Cesa che aveva un catamarano vincente e che adesso può buttarlo. La scarsa credibilità degli americani è dimostrata dal fatto che, dopo aver proposto, ottenuto ed applicato nel loro regolamento la penalizzazione del diesel di 1.4, pochi giorni fa hanno fatto marcia indietro e il diesel è stato riammesso a correre in U.S.A. con la doppia cilindrata e con la libera sovralimentazione, esattamente come prima”.
Una penalizzazione ad personam… “Sì. Nel nostro piccolo hanno cercato di fare un po’ come con Senna nell’automobilismo. L’idea di penalizzare il vincente è vecchia come il cucco. Beh, potrebbe essere un’idea nuova per tenere sempre vivo l’interesse del campionato. Sai così quanti investimenti e quanti sponsor accorrerebbero…”.
L’anno scorso lei ha partecipato al campionato americano superboats, è un’esperienza che vuol ripetere ? “Nella mia carriera ho corso in tutte le classi della motonautica, dalla fuori-bordo sport 350 cc. in circuito, alla unlimided in offshore. Quando si è arrivati al top è difficile, per non dire sciocco, tornare indietro. Oggi come oggi devo dire di avere un grande interesse per i superboats. Vedo una possibilità di sviluppo sul mercato americano e quindi diciamo che è un mercato che m’interessa. Sì, è molto probabile che decida di correre nel campionato americano superboats”.
Diavolo d’un uomo. Vuoi vedere che va ad umiliare gli americani in casa loro, in una specialità tipicamente loro ? Grandiosa vendetta sarebbe.
Progettista geniale e campione completo
Forse predestinato da ataviche ispirazioni (la sua famiglia risale ai Butiis Maestri Comacini) Fabio si laurea in ingegneria al Politecnico di Torino con una tesi sul veicolo autocostruito. La passione per la motonautica influenza le sue scelte di lavoro e ben presto si mette in proprio a progettare e costruire motori e scafi. Dal 1980 ad oggi le barche uscite dal suo cantiere di Annone Brianza fanno incetta di allori in tutte le classi offshore in cui gareggiano: 21 titoli mondiali, 20 europei e 24 italiani, per un totale di 275 vittorie. Come pilota Buzzi ha iniziato a correre in circuito, passando poi in offshore nel 1978. Già all’esordio vince il titolo italiano ed europeo di classe 3 e stabilisce il record mondiale di velocità per scafi con motore diesel, record migliorato l’anno successivo. La sua stagione d’oro è il 1988 in cui compie il clamoroso exploit di vincere il campionato italiano, europeo e mondiale di classe 1, con un monocarena che resterà nella storia, interamente progettato da lui, scafo e motore. L’anno scorso, infine, vince il campionato europeo con il “Cesa 1882”, un nuovissimo catamarano ed è la prima volta che un multiscafo trionfa nella dura competizione a tappe europea.
Seatek è il nome di una Società per Azioni nata nel 1987 per progettare e costruire motori marini. Ne è Amministratore Delegato l’ingegner Fabio Buzzi e socio di maggioranza il finanziere Carlo Bonomi, grande appassionato e campione di motonautica. Dalla passione e dall’impegno finanziario di Carlo Bonomi e dal genio costruttivo di Fabio Buzzi è così nato il motore Seatek, turbo diesel marino da corsa, che si è dimostrato imbattibile, vincendo in classe 1 offshore tutti i titoli in palio nelle ultime due stagioni.
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