1990. Tutti pazzi per la moto d’acqua

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1990, n. 5. luglio, pag. 72-79.

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Ecco una delle storie che ci ha appassionato di più.


Un’emozionante cavalcata

Da Barche a Motore 1990, n.5, luglio, pag. 72-79.

Sono la vera rivelazione di quest’anno, le idromoto o moto d’acqua, stanno sempre più entrando nel costume degli italiani. Compratela, noleggiatela o chiedetela in prestito a un amico, ma non rischiate di rimanere a piedi quest’estate.

Guidatele da seduti, in ginocchio o in piedi, ma guidatele. E’ il massimo divertimento di queste vacanze acquatiche: al mare, al lago, al fiume: tutti a cavallo di un’idromoto. L’idromoto o moto d’acqua è un natante a motore che si pilota impugnando un manubrio del tutto simile a quello delle motociclette. Guidare una moto d’acqua è eccitante e imparare a farlo è facile e per niente pericoloso. Il vantaggio o il bello è che quando si cade, si cade in acqua e tutto si trasforma in un divertimento. La moda delle idromoto è abbastanza recente in Italia e per ora se ne possono trovare di tre marche, tutte di produzione giapponese, Kawasaki, Yamaha e Suzuki. Si può dire, generalizzando, che la Suzuki offre un modello prettamente sportivo, da velocità, mentre la Yamaha e la Kawasaki hanno messo sul mercato una gamma di modelli da diporto, da cross, da puro divertimento acquatico. Il gioiello della Kawasaki è il Jet Ski, idromoto assai duttile, con manubrio mobile che permette di variare la posizione di guida da seduto a in ginocchio, a in piedi. I comandi del Jet Ski sono tutti a portata di mano e molto semplici da usare. L’avviamento e lo spengimento sono posizionati sul manubrio a sinistra e l’acceleratore a destra. Il sistema di propulsione, come in tutte le moto d’acqua, è ad idrogetto e la turbina che lo aziona è situata, per migliore protezione, nello scafo.

E’ l’acceleratore che conferisce direzionalità all’idromoto, tanto che se togliete il gas, il natante non ha più spinta. Più gas date, più strette potete fare le virate.

Lo scafo è in materiale SMC (plastica rinforzata con fibra di vetro); ha dimensioni e peso abbastanza contenuti da renderlo maneggevole e facilmente trasportabile. Tra i sei modelli commercializzati dalla Kawasaki si può trovare il monoposto e il biposto; la versione più tranquilla, con la possibilità di aggiungere due galleggianti per una maggiore stabilità e la versione più spinta, da competizione. Caratteristico è il riassetto automatico: in caso di ribaltamento il Jet Ski riprende automaticamente la sua posizione normale di equilibrio; anzi, grazie ai galleggianti sigillati allo scafo, è virtualmente inaffondabile. I Marine Jet della Yamaha, a sella lunga o a sella corta, hanno caratteristiche tecniche e funzionali del tutto simili ai Jet Ski. Con il modello a sella corta si può guidare stando in piedi dietro al manubrio rialzato. Il modello a sella lunga, anche biposto, assicura una maggiore stabilità e permette navigazioni più lunghe e più comode. È dotata di un ampio gavone capace di trasportare quanto vi occorre, oltre alla dotazione.

La moto d’acqua o idromoto, è configurata tra i natanti di lunghezza inferiore ai 5 metri e utilizza un motore della potenza non superiore i 25 CV, che non necessita di immatricolazione o patente.

La Wetbike della Suzuki, con la sua cilindrata di 798 cc. è, fra tutte, il modello con maggiori prestazioni di velocità ed è infatti la formula 1 delle idromoto nel campionato italiano organizzato da qualche anno dalla Federazione Motonautica. È davvero così facile guidare un’idromoto? “L’unica difficoltà – ci dice un campioneè imparare a dosare l’acceleratore per virare. È l’acceleratore che conferisce direzionalità all’idromoto, tanto che se togliete il gas, il natante non ha più spinta e anche voltando il manubrio continuerebbe ad andare dritto. Più gas date, più strette potete fare le virate. E’ l’unica cosa che bisogna imparare a fare bene. Altri consigli che posso dare ai principianti sono di non tenere il mento troppo vicino al manubrio, perché se incontrate un’onda correte il rischio di farvi male; se vi accorgete che la prua beccheggia troppo, spostate in avanti il peso del corpo e se cadete in acqua (le prime volte vi capiterà spesso) ricordate di mollare subito la presa del manubrio, per non trascinarvi addosso il mezzo. Per il resto non ci sono né difficoltà, né pericoli.” Infine, provare l’emozione di una cavalcata su una idromoto non è né difficile né costoso, è possibile infatti noleggiarne una per verificare le vostre capacità. Le forme di noleggio più adottate sono di 30 e 60 minuti. Il loro costo varia dalle 60.000 alle 120.000 lire l’ora. I punti di noleggio sono sparsi lungo tutte le coste italiane.

di Riccardo Magrini


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