1992. Le dieci imbarcazioni che hanno segnato un’epoca

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1992, n. 3, aprile, pag. 44-49.

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.


Le divine

Da Barche a Motore 1992, n.3, aprile, pag. 44-49.

Hanno fatto la storia dello yachting e segnato un’epoca, i mitici anni Sessanta. Barche a Motore ha scelto per voi dieci imbarcazioni intramontabili che vale la pena di cercare. Vi sveliamo tutti i segreti  per riportarle e mantenerle al loro stato originale. Così potrete anche voi diventare gli armatori delle “divine” e conservare voi inalterato il loro fascino.

Del Cavalier 30° si deve rigorosamente ripristinare la fascia blu originale che correva lungo tutto lo scafo appena sotto il bottazzo e i materassini del prendisole devono essere in spugna blu mentre i sedili e il prendisole di prua del Baglietto Elba non possono che essere in sky bianco e attenzione a non sostituire il parabrezza originale del Magnum 35′ con quello del Magnum 40′. Se subite il fascino degli anni ’60 e delle finiture e i materiali che la plastica dei nostri giorni fa soltanto rimpiangere, se siete alla ricerca di una barca di classe che vi regali atmosfere da “album dei ricordi”, vi proponiamo una rassegna di dieci “divine” che hanno fatto la storia dello yachting. Senza dubbio vale la pena di affrontare l’avventura del restauro: ecco tutti i consigli per l’armamento ideale.

L’Open più copiato del mondo

Il Boston 13’ Sport deve essere bianco fuori e azzurro all’interno. Una concessione: scafo blu e scritta rossa, se usato come tender.

Boston Whaler 13′ Sport. Il primo open di grande serie a diffusione mondiale e il più copiato per le sue soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Deve essere originale con le panche e la consolle di guida in legno verniciato in coppale lucido, la base del prendisole in legno verniciato di bianco e ribaltabile. Vietati i pulpiti di prua, concessi i tientibene laterali. Colore di serie: bianco fuori e azzurro-verde all’interno. Unica eccezione, scafo blu con linea di galleggiamento e nome rosso, se usato come tender. Niente super motorizzazioni: un 25 cavalli, meglio se Mercury, è la potenza giusta.

Lunghezza: 4,03 metri – Larghezza: 3,20 metri – Pescaggio: 0,08 metri – Motorizzazione: fuoribordo massimo 40 HP – Anno di nascita: 1961 ( in Italia) – Valore: circa 6 milioni senza motore se perfetto e originale.

Se vo’ fa’ l’americano

Cavalier 30. Chi acquista questo classico motoryacht americano Chris Craft, in compensato marino, deve essere attento a ripristinare la fascia blu originale che correva lungo tutto lo scafo appena sotto il bottazzo. Lo specchio di poppa deve essere obbligatoriamente verniciato a coppale e il nome in lettere in ottone cromato. Ci devono essere le piccole gruette a poppa alle quali si fissa una passerella rigorosamente in legno e il pram di servizio è uno Zodiac non a chiglia rigida. Per salire dal mare è di rigore una scala in legno che viene costruita ancora oggi in perfetto stile dalla Pin Craft di Viareggio. Ovviamente le cromature vanno mantenute in perfetto stato e il prendisole sulla tuga di prua arredato con materassini in spugna blu. In pozzetto, le poltrone per pilota e copilota devono essere in sky bianco, le poltroncine in tela blu e il tavolo in legno riparati da un tendalino bianco. Il cruscotto non ammette alcun strumento che non sia cromato. Sul pulpito di prua ci vogliono due porta parabordi in serie da tre. Salpancore classico di Sanguinetti, rigorosamente bianco. Gli interni devono essere in moquette blu Savoia, tende bianche e le pareti verniciate con coppale lucido; i motori Chris Craft a benzina.

Lunghezza: 9,15 metri – Larghezza: 3,20 metri – Pescaggio: 0,64 metri – Motorizzazione: 2×185 HP – Posti letto: 2+2 – Anno di nascita: 1964 (in Italia) – Valore: dai 25 milioni da ristrutturare ai 50 se in ordine.

In Sardegna a pesca con l’Aga Khan

Bertram 31′. È il fisherman per antonomasia, da sempre attuale. Uno dei primi esemplari veniva usato dall’Aga Khan per andare a esplorare le spiagge della Sardegna e decidere quali terreni comprare. Non si usava l’ancora, si andava direttamente con la chiglia sulla spiaggia senza tanti riguardi. Oggi questo scafo galleggia tranquillamente a Porto Rotondo in perfetto stato. Scafo e strutture devono essere rigorosamente di color bianco, così come i cristalli e la cuscineria. Vi consigliamo di scegliere la versione aperta a poppa dove sono vietate le gruette. La passerella d’imbarco deve essere, se proprio necessaria, in vetroresina bianca. No alla comoda pedana di poppa e al roll-bar con “inutili” radar. Le cromature devono essere in ordine e a destra del VHF, a sinistra, se proprio non se ne può fare a meno, l’antenna del Loran. Bisogna avere il coraggio di acquistare la versione a benzina.

Lunghezza: 9,30 metri – Larghezza: 3,42 metri – Pescaggio: 0,78 metri – Motorizzazione: da 2×210 a 2×290 HP benzina Chrisler; da 2×140 a 2×216 G.M. diesel – Posti letto: 2+2 – Anno di nascita: fine 1968 (in Italia) – Valore: da 80 a 110 milioni secondo l’anno di costruzione e la motorizzazione.

Un verde che ha fatto moda

Coronet 32′. Viene dal nord dove il tempo è più inclemente ed era costruito dal cantiere danese Botved Boats. Ha un’ottima tenuta di mare e una reale compartimentazione: è l’ideale per chi non ama troppo il sole, ma non vuole rinunciare al mare e alle comodità. Niente tendalini sul comando del flying bridge e roll-bar. Lo scafo e le sovrastrutture vanno assolutamente mantenute del “verdino smorto” originale che ha reso famosi i Coronet in tutto il mondo. Sì all’antenna del VHF e a quella del Loran, grande bandiera a poppa e bandiere di cortesia sull’alberello che si trova sulla tuga del saloncino. E’ vietato andare in giro con i parabordi o tirarli dentro e appoggiarli sulla battagliola. Il nome a poppa deve essere in lettere di ottone cromato. I motori a benzina sono obbligatori.

Lunghezza: 10,15 metri – Larghezza: 3,28 metri – Pescaggio: 0,50 metri – Motorizzazione: 2×170 HP Volvo Penta AQ 170A/270 C benzina – Posti letto: 5+2 – Anno di nascita: metà anni sessanta (in Italia) – Valore: 40/60 milioni secondo lo stato di manutenzione.

Vietato coltivare il basilico in pozzetto

Il Bora 103, nato nel 1968, fu pensato sin dall’inizio con flying bridge: lo sviluppo delle sovrastrutture di questa barca è un esempio di equilibrio molto raro per l’epoca.

Bora 103. Costruito da Italcantieri, è uno dei rari esempi di imbarcazione realizzata da un cantiere a partecipazione statale. È elegante, moderna e allo stesso tempo un classico: l’armatore deve evitare di trasformarla in una villetta con il vaso di basilico nel pozzetto di poppa. Lo scafo e le sovrastrutture devono essere bianche così come il tendalino di poppa mentre il cuscino prendisole di prua è da rivestire di spugna azzurra. Le tende della dinette e delle cabine devono essere bianche. Il canotto, senz’altro Zodiac, deve essere di colore grigio. Sulla mastra del flying bridge le antenne gemellate del VHF, del Loran e, al massimo, un piccolo alberello centrale a poppavia del posto di pilotaggio per un radar Koden e un faro da manovra obbligatoriamente cromato. Sulla poppa una piccola e discreta pedana per il bagno tutta in fibra di vetro. Il colore dell’antivegetativa è l’unica nota di azzurro con la linea di galleggiamento blu navy. Le poche cromature presenti devono essere perfette, soprattutto il portaparabordi sul pulpito di prua. I motori? Gli originali G.M. diesel con silenziatori.

Lunghezza: 10,30 metri – Larghezza: 3,35 metri – Pescaggio: 0,53 metri – Motorizzazione: 2×2 16 HP G.M. 6V-53N – Posti letto: 4+2 – Anno di nascita:1968 – Valore: massimo 60 milioni.

Una familiare per tanti amici

Maltese 35’Sport. La scuola americana ha creato un altro modo di andare per mare e questo fast commuter Magnum Marine, insieme al 38′, ha fatto moda in tutto il mondo. Il pozzetto è ampio, razionale il posto di pilotaggio con strumenti cromati di chiara ispirazione automobilistica, la divisione interna essenziale e pratica. Il colore deve essere bianco con una sola concessione al blu navy. Da evitare assolutamente la tentazione di sostituire l’originale parabrezza con le finestrelle di aerazione in basso, con “l’orribile” parabrezza in due pezzi con vetri fumé del Magnum 40. Si dovrebbe avere il coraggio di rinunciare al comodo divano prendisole di poppa e mantenere tutto il pozzetto libero per disporre cuscini prendisole componibili e pratici da ritirare di notte. Bisognerebbe usare queste imbarcazioni come una comoda familiare piena di amici e bambini. Obbligatorio nel pozzetto l’originale mobile che contiene il lavandino, il mini frigo e l’inutile icemaker. Il divano di fianco al pilota è una panca lungo la murata che termina a prua a L. Niente gruette, l’unica concessione è la comoda pedana di poppa da utilizzare con gli scomodi gradini originali. Sono assolutamente da installare motori a benzina da 330 cavalli e per chi ha il coraggio, e non sbaglia, i BPM da 650 cavalli con scarichi liberi.

Lunghezza: 10,75 metri – Larghezza: 3,75 metri – Pescaggio: 1 metro – Motorizzazione: da 2×325 a 2x 390 HP Mercruiser benzina; 2×300 HP Daytona benzina – Posti letto: 4 – Anno di nascita: 1971 ( in Italia) – Valore: da 80 a 110 milioni per i 35′ a benzina secondo lo stato dei motori. Per la versione 38′ si arriva a un massimo di 200 milioni se con motori da 1300 HP BPM a benzina.

Concesso il saloncino della tuga bianco

Elba. Questo Baglietto è il primo importante motoryacht italiano e deve essere mantenuto il più possibile simile all’originale. L’unica concessione, per altro molto sfruttata dagli armatori, è quella di dipingere il saloncino della tuga in bianco anziché nell’originale azzurro garda del cantiere. Anche se non previsto dal Cantiere, si può applicare un proporzionato tientibene tutto intorno alla barca. Chi non lo mette ha buone ragioni per voler perdere in mare moglie e figli durante la navigazione. È obbligatorio tenere perfettamente le parti in legno coppalate e avere il coraggio di riparare varie parti del ponte andate a male (in teak massello e non resinate). Niente pedana di poppa, sono concesse solamente le gruette originali del cantiere per la passerella in legno e il tender, assolutamente un dinghy in legno. Sì all’antenna del VHF, niente radar. I divani del pozzetto, i sedili e lo schienale del posto di comando e del copilota così come il prendisole di prua devono essere in sky bianco con spugne blu. Le bandiere devono essere a poppa, sullo spigolo di sinistra, e a prua, sul pulpito cromato. Il guidoncino del cantiere è obbligatorio per chi arma un Baglietto. La timoneria deve avere gli strumenti originali. Bisogna evitare gli strumenti in plastica. Il Loran è da nascondere il più possibile. In vista un ecoscandaglio con scrivente “d’epoca”

Lunghezza: 11,30 metri – Larghezza: 3,10 metri – Pescaggio: 1,00 metri – Motorizzazione: 2×197 HP G.M. 471T. – Posti letto: 4 – Anno di nascita:1958 – Valore: se stazzato ASDEC originale circa 80 milioni, altrimenti non più di 40.

Di rigore lo scafo bianco con linea blu

Il primo Giraglia del Cantiere Picchiotti fu varata nel gennaio del 1968.

Giraglia. Abbandonate pure l’idea di applicare un flying bridge su questo Picchiotti. La soluzione è un comodo pilota automatico con remote control, che permette di fare lunghi tragitti comodamente seduti sulla tuga di prua, al sole e all’aria. Lo scafo deve essere bianco con la classica linea blu scura che caratterizza le barche di Picchiotti. Il pozzetto è ampio e comodo e si può far costruire da un buon falegname un tavolo in dima con il divanetto di poppa che a riposo sparisce sotto i cuscini del divano stesso, e permette di essere utilizzato comodamente da otto persone. Antenna del VHF a sinistra e a destra quella del Loran. Il ripiano della timoneria deve essere ricoperto di finta pelle nera e i legni perfettamente verniciati in coppale lucido così come lo specchio di poppa. Il nome deve essere scritto in oro contornato da un sottile filetto blu. Il tendalino del pozzetto e le coperture delle finestre in tela bianca. Non va rifatto il bagno: l’originale ha il lavabo in porcellana. La moquette deve essere sabbia, le tende blu, le pareti rivestite di acrilico, i mobili in stile “vecchia marina”, i cuscini dei divani e dei letti gialli.

Lunghezza: 11,35 metri – Larghezza: 3,70 metri – Pescaggio: 0,90 metri – Motorizzazione: 2×220 HP G.M. – Posti letto: 4+1 – Anno di nascita:1966 – Valore: da 60 milioni se in buono stato. Da ristrutturare: non più di 35/40 milioni.

Confortevole come una casa

Il Grand Banks 42’ è rifinito in legno massiccio che va sempre tenuto in coppale lucido.

Grand Banks 42′. Questa piccola grande nave dedicata agli amanti della vita comoda, grazie agli ampi spazi sia interni sia esterni, è ideale da utilizzare come casa al mare per tutto l’anno. Deve avere lo scafo e le sovrastrutture bianche. È obbligatorio che lo specchio di poppa, la comoda ma piccola piattaforma di poppa, i tientibene e le varie cornici delle finestre e tutte le rifiniture in legno massiccio siano sempre tenute in coppale lucido. Vi consigliamo di fare come gli americani: durante le stagioni morte, quando non usate la barca, coprite tutte queste belle e inutili parti a coppale con cagnari in tela applicati con bottoni automatici. Con la stessa tela (preferibilmente di colore blu navy o rosso ruggine) si deve fare il bimini top sul ponte esterno di comando, così come la copertura della timoneria. È obbligatorio sul tetto della cabina di poppa un piccolo dinghy in plastica, ma lavorato come se fosse in legno, oppure un gommone a chiglia rigida alloggiato nelle apposite casse. Anche il dinghy va coperto con un cagnaro in tela e tenuto alzato al centro con una cima che si arma sull’albero. Per quanto riguarda le bandiere, bisogna usare l’alberello utilizzando le crocette per le bandiere di cortesia e dell’armatore. Due grandi luci di coperta cromate saranno applicate sempre sulle crocette, una orientata leggermente verso prua l’altra verso poppa. Obbligatorio il radar, il riflettore radar, l’antenna del Loran e del VHF. Gli interni vanno bene come sono salvo il pavimento in legno che deve essere ricoperto con una moquette anti sporco. Gli strumenti devono tutti avere la ghiera cromata. Il posto di guida all’interno ha il comando principale del pilota automatico, il radar e il Pan Navigator.

Lunghezza: 11,30 metri – Larghezza: 4,14 metri – Pescaggio: 1,27 metri – Motorizzazione: 2×120 HP Ford 2704 E – Posti letto: 4+2 – Anno di nascita: 1963 ( in Italia) – Valore: circa 110 milioni se in VTR, 50 milioni se in legno.

È più chic senza flying bridge

Polaris. Costruito dai Cantieri di Pisa, deve avere lo scafo bianco smaltato, la fascia sotto il bottazzo in legno verniciato a coppale con filetti cromati. I tientibene devono essere in acciao inox mentre quelli del pozzetto in legno massello coppalato. Niente flying bridge se non per il modello Super Polaris S con un bel faro cromato. Il prendisole è rivestito di spugna blu. Di rigore lo specchio di poppa a coppale con il nome in lettere in ottone cromato. Niente piattaforma di poppa, ma una classica scala reale armata in fiancata con doccia a portata di mano. Il pozzetto ha il classico tavolo con la rosa dei venti al centro, le sedie pieghevoli in legno e il tendalino bianco. Gli interni devono avere moquette blu navy, tende e copriletti bianchi. Parabordi foderati in spugna blu.

Lunghezza: 13,20 metri – Larghezza: 3,80 metri – Pescaggio: 0,95 metri – Motorizzazione: 2×220 HP G.M. – Posti letto: 6+1 – Anno di nascita: 1960 – Valore: la prima versione intorno ai 60 milioni, il Super Polaris 70 milioni, il Super Polaris S senza flying bridge 90 milioni e la versione con flying bridge 120 milioni.

Di Alessandro Mazzoni


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4 commenti su “1992. Le dieci imbarcazioni che hanno segnato un’epoca”

  1. Lucio

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    Non tralelascerei lo Sciallino 33….

  2. Ivan

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    Ci metterei anche L’Angelo Molinari 410/435 ..una delle barche più vendute in Italia in assoluto

  3. Antonio

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    Manca il Tobago 47

  4. Francesco

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    Aggiungerei il mitico Motomar 43S dei Cantieri di Lavagna, piccolo – ma non troppo – trawler italiano che riecheggia le linee del Nelson 42 aft cabin. Barca senza età e di una comodità esagerata.

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