2000. Come sarà la barca del futuro?

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Settembre 2000, n.7, pag. 32-36

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.


2000. Lo stile del futuro

Da Barche a Motore 2000. n.7 settembre, pag. 94-9


Come sarà la barca del domani? Sette progettisti raccontano come cambierà la nautica italiana.

Progettisti, architetti e interior designer: sono loro che creano e decidono come, di anno in anno, devono cambiare lo stile e le linee della produzione nautica italiana. Per conoscere in anteprima quali sono le tendenze e le novità che caratterizzeranno le barche più interessanti della prossima stagione, abbiamo intervistato le sette “matite” italiane più famose del settore. In linea generale tutti concordano su un ritorno a linee più razionali e meno estreme e un impiego massiccio di nuove tecnologie che garantiscono un’ottimizzazione dei prodotti, con un notevole miglioramento qualitativo e un abbattimento dei tempi di lavorazione. Infine una sensibilità ecologica più diffusa comporta la ricerca di materiali con un basso impatto sull’ambiente. Ma ecco cosa dicono gli esperti.

Massimo Gregori, dello studio di progettazione Yankee Delta la vede così: “Si sta tornando a forme più tradizionali che esaltino la funzionalità del mezzo. Le forme estremamente tondeggianti, come ad esempio le finestre a forma di occhio e altre manifestazioni estreme e solo formali del design stanno scomparendo a favore di linee molto più classiche e ragionevoli. Anche nel settore automobilistico, del resto, soprattutto nel design delle nuove dream car, stanno tornando le linee rette e gli angoli e si sa che il car-design precede sempre lo yacht-design e ne segna il futuro. Credo sia un’evoluzione positiva, che porterà a forme più classiche, funzionali e in definitiva durevoli nel tempo”. Anche la tipologia delle imbarcazioni rimane quella cara al diportista italiano, ma le misure crescono.

L’architetto Tommaso Spadolini conferma: “Il mercato italiano è portato a offrire imbarcazioni tipo motoryacht e open di dimensioni sempre maggiori, sopra i 50 piedi. Esistono cantieri che stanno sviluppando imbarcazioni tipo cruiser, ma in questo settore il mercato è saldamente in mano agli americani. Attualmente stiamo lavorando su quattro progetti: tre superano i 50 piedi e sono l’express cruiser Otam 55, il motoryacht Elegance 62 e un’altra unità in legno di 23 metri costruita dal cantiere Castagnola – Costruzioni Nautiche Tigullio; uno solo, un modello sportivo di Aprea Mare capace di navigare a 30 nodi, è lungo 11 metri”. Ma le tendenze del settore sono anche molto influenzate dalle nuove tecnologie, che consentono un’ottimizzazione del prodotto fino a oggi del tutto inimmaginabile.

“Il settore nautico – ci spiega Federico Giuliano dello studio Zagatosta introducendo un elevato grado di ingegnerizzazione e di sviluppo delle forme con l’ausilio del CAD tridimensionale, come da tempo in uso nel settore automobilistico”. Da quanto detto, appare chiaro che il mercato automobilistico influenza sempre di più la nautica.

Continua infatti Giuliano: “Naturale conseguenza di questo approccio più tecnologico è la realizzazione di modelli Master non più creati manualmente, ma realizzati con frese a controllo numerico che garantiscono risultati qualitativamente superiori e tempistiche ridotte. Si ottengono così diversi vantaggi: la totale simmetria tra la parte destra e quella sinistra; la garanzia di accoppiamenti corretti (scafo, coperta, accessori) anche su imbarcazioni di medio-grandi dimensioni; la possibilità di lavorare in contemporanea su diversi particolari e quindi una migliore gestione dei fornitori (tipica organizzazione a Piattaforma del settore auto).” Zagato ha messo al servizio del settore nautico la sua esperienza di ottant’anni di attività nell’automobile. “Collaboriamo con importanti cantieri italiani ed esteri come Ilver, Azimut, Riva e Rivolta Marine, a cui offriamo la nostra esperienza nello stile, nella modellazione-Cad, nell’ingegnerizzazione, nei modelli estetici e nei master funzionali. Tutto questo è a mio avviso testimonianza della nuova tendenza ad apprendere e ad adattare alla nautica la continua evoluzione delle tecnologie di produzione del settore automobilistico”

Un progetto di Zagato, che conferma la tendenza al ritorno delle linee classiche, naturalmente rivisitate.

Pienamente d’accordo è il progettista Alessandro Vismara, che con il suo innovativo MAS 28 ha concretizzato questa tendenza sia a livello estetico che per quanto riguarda le soluzioni tecnologiche: “Per il MAS 28 abbiamo cercato di applicare concetti nuovi, prendendo spunto da quello che stanno facendo i designer nel settore dell’automobile. Il progetti del MAS nasce infatti come una vera e proprie ‘spider del mare’: alcuni spunti, come per esempio le linee di poppa, derivano dalla Porsche, altri, come il cofano motore, dalla BMW Z3, altri ancora dall’Audi TT e dalla Smart”. La diffusione di accessori e soluzioni tecniche sempre più perfezionate influenzano il design delle imbarcazioni: cofani di poppa, passerelle elettroidrauliche a scomparsa, piattaforme di poppa retrattili o tettucci scorrevoli, consentono di ottenere linee più pulite e nello stesso tempo aumentano il comfort a bordo.

“Le nuove soluzioni tecnologiche – commenta Tommaso Spadolininon sono per ora molto sfruttate perché i numeri della produzione sono bassi e i costi di progettazione e realizzazione risultano quindi molto elevati. Gli accessori elettroidraulici installati attualmente sono ben fatti, ma realizzati in modo artigianale e quindi molto costosi. Sono convinto che arriveremo a sviluppare delle tecnologie di produzione seriale nei prossimi 4/5 anni”.

Manuela Maggi, architetto dello studio Victory Design, paragona l’atto di progettare gli interni di un’imbarcazione a quello di uno scrittore davanti a un libro bianco: “L’imbarcazione può rappresentare qualcosa che si è sempre sognato e che offre le comodità di un appartamento sul mare, oppure un ritrovo galleggiante per sportive gite diurne, o ancora il mezzo con cui praticare hobby come la pesca sportiva. Infine, per le unità più grandi può abbinarsi a una funzione di rappresentanza. Fondamentale è quindi trovare un idea progettuale che unisca idealmente tutti gli ambienti e caratterizzi l’oggetto nella sua totalità, senza trascurare una continuità tra lo stile esterno e l’aspetto formale degli interni”.

Alessandro Vismara presenta il suo MAS 28, che propone molti spunti automobilistici.

Secondo l’architetto milanese Gianni De Camio: “Bisogna indirizzarsi verso soluzioni più naturali, in linea con le ultime tendenze arredo-abitative, come quelle che seguono le regole dell’orientale Fengh Shui. Per quanto riguarda l’illuminazione, io cerco di sfruttare al meglio la teoria delle Ombre Mutevoli”. Anche se nel campo dei materiali siamo ancora molto indietro, qualcuno guarda già al futuro.

L’architetto Antonella Selvetti, dello studio Besozzi – Selvetti sostiene: “Per adeguarsi alla nuova cultura ambientalmente virtuosa, imprese e progettisti dovranno mostrare una maggiore sensibilità ecologica utilizzando materiali e tecnologie che abbiano un basso impatto sulla natura. La qualità ambientale può costituire un indice di confronto concorrenziale e un’ulteriore opportunità di crescita e di sviluppo in termini di ottimizzazione del ciclo di produzione, di miglioramento dell’immagine, di maggior accettabilità sociale e di ritorno di mercato. Si rende necessario, dunque, un re-design dell’esistente secondo le nuove forme dell’eco-design: design for upgrading per realizzare prodotti di facile manutenzione; design for disassembling and recycling per creare prodotti semplici e riciclabili; design for durability per ideare prodotti in grado di durare nel tempo e mantenere invariate le caratteristiche qualitative originarie; design from recycling per ottenere oggetti ottenuti dal riciclo di scarti. In conclusione si auspica che nella nautica l’ambiente venga considerato come un’opportunità e non come un vincolo e che la tutela ambientale rappresenti un fattore primario nell’orientare le strategie della progettazione e della produzione delle imbarcazioni di questo nuovo millennio”.

Di Andrea Cusmano


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