2002. Idrogiochi d’estate

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2002, n. 6, luglio, pag. 42-47.

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.


Idrogiochi d’estate

Da Barche a Motore 2002. n.6, luglio, pag. 42-47

Dopo il successo ottenuto in Nord America, si stanno diffondendo anche da noi e sempre più spesso vengono utilizzate come tender di barche di taglia medio/alta: con le sport boat e le moto d’acqua lo svago è assicurato.

Se per voi la nautica è puro divertimento e siete alla ricerca di sensazioni forti, le sport boat e le moto d’acqua sono il mezzo ideale. La principale caratteristica che accomuna queste due tipologie è senza dubbio la propulsione a idrogetto, che assicura accelerazioni brucianti, basso pescaggio e una pronta risposta al timone e quindi la possibilità di compiere virate strette e dolci anche ad alta velocità. L’assenza dell’elica assicura poi alti standard di sicurezza, soprattutto se si praticano sport acquatici. A parte questo, si tratta di mezzi veloci, che consentono una guida molto sportiva in piena sicurezza. Ovviamente, sport boat e moto d’acqua sono diverse tra loro e quindi indicate a due differenti tipi di utenza.

Sport Boat

Il Sea Doo Challenger 1800 offre sette posti e ha un piccolo ma comodo prendisole a poppa. La piattaforma di risalita con la scaletta torna molto utile per chi pratica sport acquatici, soprattutto lo sci nautico. Numerosi e ben piazzati i tientibene.

Leader incontrastato di questo settore è Bombardier, il colosso canadese che ha recentemente acquisito i marchi Evinrude e Johnson. La sua linea di Sport Boat Sea Doo è infatti diffusissima in America e da qualche anno sta prendendo piede anche in Europa, grazie anche ai prezzi contenuti. I modelli “puri” sono cinque, cui si aggiungono una deck boat e altre due unità che si avvicinano di più ai bow rider. Ma vediamo quali sono i plus delle sport boat più “classiche”. Le forme arrotondate non inibiscono l’aspetto molto aggressivo, cui contribuisce una grafica appariscente. I sedili sono tutti bene imbottiti e avvolgenti, in modo da garantire comfort e sicurezza anche quando si spinge al massimo. Numerosi tientibene, sistemati nei punti strategici, hanno la stessa funzione. Un’altra importante caratteristica comune è costituita dalle due consolle separate tra cui si apre il passaggio centrale per andare a prua; al posto dei tradizionali parabrezza in plexiglas, vi sono dei cupolini aerodinamici in vetroresina che sottolineano la vocazione di queste imbarcazioni alla velocità.

La Sea Doo GTX è una runabout ideale per veloci escursioni alla spiaggia preferita. Il sellino a tre posti la rende particolarmente versatile.

La consolle è essenziale, mentre le manette sono tipo corsa. Due specchietti retrovisori regolabili risultano utilissimi per lo sci nautico, così come il pilone per il traino e il gavone a pagliolo dove custodire gli sci. A proposito di volumi di stivaggio, le sport boat non hanno nulla da invidiare alle imbarcazioni tradizionali: grande gavone a poppa chiuso da un cofano tipo auto, gavone isotermico per conservare le bibite in fresco e tanti altri spazi ricavati ovunque. Infine la motorizzazione. Tutti i modelli Sea Doo, tranne lo Sportster LT, che è spinto da due Rotax da 85 cv, montano il nuovissimo Mercury M2 Jet Drive. Si tratta di un V6 a iniezione elettronica che sviluppa 250 cv a 6000 giri. In Italia pochissimi si sono cimentati nella produzione di questo tipo di imbarcazione: ricordiamo, per esempio, Ranieri Cantieri Nautici con il suo Mikey Mouse. Barche giovani e aggressive, le sport boat sono il massimo per chi vuole divertirsi e praticare sport nautici senza troppo impegno.

Moto d’acqua

La Kawasaki 750 Sxi Pro, una moto ideale per praticare il free style, ossia spettacolari acrobazie con le onde. Così com’è la moto è pronta per correre.

Diverso il discorso per quanto riguarda le moto d’acqua, settore in cui la concorrenza si fa sentire: Kawasaki, Polaris, Sea Doo, Yamaha e, entro breve, anche Honda, si spartiscono un mercato che in Italia sta crescendo rapidamente e nel mondo tocca le 3 mila unità l’anno. Fino alla scorsa stagione i motori erano tutti a due tempi poi, in previsione di un inasprimento delle norme antinquinamento o forse per far fronte nel prossimo futuro alla concorrenza della Honda che utilizzerà 4 tempi, la Sea Doo ha lanciato la GTX 4-TEC a 4 tempi. Sostanzialmente questi mezzi si dividono in due categorie, sport e diporto. Le prime sono monoposto e si guidano in piedi, le altre hanno da 2 a 4 posti. In ogni caso il divertimento è assicurato, vista la manovrabilità e le eccellenti prestazioni velocistiche: basta pensare che i 413 chilometri dell’ultima Pavia-Venezia sono stati percorsi da Alex Morgan, vincitore del Trofeo Sea Doo, alla media di 110 km/h. Queste doti, unite al basso pescaggio e all’assenza dell’elica, le rendono anche adatte al salvataggio in mare. Le ridotte dimensioni consentono poi di sistemarle a bordo di unità sopra i 15 metri. Un mezzo versatile, dunque, con cui gareggiare o fare tranquille escursioni, sciare o giocare con le onde. Tutto questo, s’intende, usando prudenza e senza disturbare bagnanti o altri diportisti.

Di Andrea Cusmano


 

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