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Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.
Automare. Chi ha incontrato la Maserati anfibia?
Da Barche a Motore 2010, n.2, marzo, pag. 92-95.
In mare tutto è possibile, persino andare in macchina. Prendete una vecchia auto, colmatela di poliuretano espanso e partite verso l’avventura come Marco Amoretti, “autonauta” di Sarzana.
Chi l’ha vista? Siamo certi che risponderebbero in molti. Una Maserati biturbo galleggiante, per di più color fucsia, sospinta soltanto da un Mercury 15 cavalli non passa certo inosservata. L’interno è un casino. Poliuretano espanso, provviste, attrezzatura per la pesca e la navigazione. Marco Amoretti, nato a Imperia, ma residente da anni a Sarzana nonchè proprietario dello strano mezzo, è un recidivo. Qualcuno forse ricorderà dei ragazzi che nel 1999 attraversarono l’Atlantico su una Ford Taunus dell’81 e una Passat dell’87. Marco, assieme al suo inseparabile compagno Marcolino De Candia, aveva portato a termine l’incredibile impresa, il sogno che per tutta la vita aveva coltivato suo padre, Giorgio Amoretti, morto di tumore proprio mentre i due ragazzi erano in mezzo al mare senza contatti con la terraferma. Giornali, Tv e radio dell’epoca si erano occupati di loro, dipingendoli quasi come eroi dopo la loro “autonavigazione” durata 119 giorni, da Las Palmas, Canarie, fino a Port Tartane, in Martinica. Poi il silenzio: era scomodo dover rivelare al mondo che le traversate oceaniche, che i velisti ultraccessoriati compivano ogni anno, a bordo di catamarani, trimarani, barche totalmente in carbonio, potevano essere portate a termine da due semplici ragazzi di Sarzana, di 23 e 21 anni, a bordo di due vecchie macchine riempite di polistirolo, quasi per gioco. Passano 10 anni, Marco è cresciuto, e dà il via ad un’altra avventura, un po’ meno spericolata. Il giro d’Italia in macchina lo fanno in tanti: ma chi ha mai utilizzato il mare come autostrada? “L’Automare” (questo il suo bizzarro nome), ci spiega Marco, vuole essere un trait d’union tra due mondi contrapposti: la società degli uomini, caotica, costrittiva, da cui Amoretti non ha sempre cercato di fuggire, e lo splendido, libero, anarchico mare. E così, dopo le opportune modifiche per rendere anfibia la Maserati presso l’officina Zavettieri di Sarzana, Marco e Marcolino salpano da La Spezia. Hanno anche chiesto a Soldini, loro conterraneo, di prestargli un motore fuoribordo, poiché i soldi a disposizione sono pochi. “Mi dispiace, vado solo a vela” la caustica risposta di Giovanni, che forse si è legato al dito il fatto che nel 1999 la stampa locale diede più spazio all’impresa dei ragazzi rispetto alla sua vittoria della Around Alone. Partiti da La Spezia il 19 luglio scorso, gli “autonauti” suscitano una curiosità incredibile in ogni porto che li ospita.
In ogni località in cui l’Automare è giunta, ha suscitato la curiosità e, talvolta, l’ilarità della gente. Sono state numerose le richieste per fare un giretto a bordo pervenute a Marco durante il suo viaggio. Qua l’Automare è “parcheggiata” lungo una località della Costiera Amalfitana.
Giunti a Marina di Pisa risalgono l’Arno tra lo stupore generale: i due simpaticoni ospitano a bordo per una gitarella chiunque lo chieda e in breve si guadagnano la stima di numerosi fans. Anche su Facebook, Marco e Marcolino raggiungono una certa celebrità. Dopo un po’, però, nascono i problemi: l’emblema delle restrizioni insite nella nostra società, in questo caso, è rappresentato dalla Guardia Costiera. Marco ci assicura che, quando hanno incrociato gli autonauti, i poliziotti del mare si sono sempre rivelati comprensivi. Certo, mancava qualche dotazione di bordo e una tiratina d’orecchi era d’obbligo, ma in Toscana, Lazio e Campania la Maserati ha navigato senza problemi, mai troppo distante dalla costa e circondata da curiosi e sostenitori. In Calabria, però, le cose vanno diversamente. Fermato dalla Guardia Costiera, Marco (che nel frattempo è rimasto da solo perchè Marcolino ha abbandonato per motivi suoi) è costretto a uno stop forzato a Tropea. “L’imbarcazione” non è a norma, quindi, non si può andare avanti. Per rendere l’Automare un natante autorizzato a navigare servono un po’ di soldi, di cui Marco è sprovvisto. Dal 5 settembre la Maserati galleggiante è ferma in un piccolo “box” sul mare messo a disposizione dei pescatori di Tropea. Impresa terminata? Non si può mai dire. “Nel mio progetto originario – spiega Marco – l’idea era quella di raggiungere Venezia, completando la circumnavigazione. Quello che non ho, per dirla alla De André, è uno sponsor che mi aiuti nelle spese. Il calore e l’affetto che la gente mi ha mostrato è tanto, ma purtroppo è di soldi che ho bisogno. Oltretutto Automare garantisce una buona visibilità per chi volesse pubblicizzarmi…” Amoretti ha poi in testa un altro progetto. La meta, Venezia, non è scelta a caso: nel 2010 la Biennale di Architettura, nel 2011 quella d’Arte. Riuscire a esporre la vettura in una di queste prestigiose mostre rappresenterebbe un bel colpo.
1 commento su “2010. L’Automare lascia tutti a bocca aperta”
Pierangelo Andreani
The Real Person!
Author Pierangelo Andreani acts as a real person and verified as not a bot.
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Sono il designer della Biturbo e non mi era capitato di leggere l’articolo della della Biturbo rosa che voleva arrivare a Venezia . Ora da molti anni disegno anche barche , sarebbe bello sapere se l’ibrido Biturbo natante è ancora visibile o è stato rottamato .
fatemi sapere
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1 commento su “2010. L’Automare lascia tutti a bocca aperta”
The Real Person!
Sono il designer della Biturbo e non mi era capitato di leggere l’articolo della della Biturbo rosa che voleva arrivare a Venezia . Ora da molti anni disegno anche barche , sarebbe bello sapere se l’ibrido Biturbo natante è ancora visibile o è stato rottamato .
fatemi sapere