2011. Grecia, c’era una volta… Kastellorizo

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2011, aprile, n.3, pag. 60-61.

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.


C’era una volta… Kastellorizo

Da Barche a Motore 2011, n.3, aprile, pag. 60-61.

L’acqua è limpidissima, sembra di essere in una baia e non in un porto. Una grande tartaruga gira tranquilla sotto le barche, appare e scompare. Selvaggio e colorato, l’ultimo avamposto greco davanti alla Turchia ha mantenuto intatto il fascino di oltre cento anni fa.

Kastellorizo è la più piccola delle isole del Dodecanneso. A ben 70 miglia da Rodi, è l’estremo avamposto orientale della Grecia. È un meraviglioso affresco di case signorili dai dolci colori pastello che si specchiano in un delizioso vecchio porto naturale. Ci si può ormeggiare ovunque c’è posto, mettendo l’ancora. Come fanno quasi tutti, ho accettato l’aiuto all’ormeggio (sempre offerto!) di uno dei titolari dei ristoranti della banchina sud. L’acqua è limpidissima, sembra di essere in una baia. Una grande tartaruga gira tranquilla sotto le barche, appare e scompare per la gioia dei diportisti. Tutto è calmo e silenzioso ma c’è un che di elettrico nell’aria che mi fa sentire vivo, curioso, felice di essere. Mi sento finalmente un viaggiatore appagato, che ha raggiunto una meta speciale…

Le case di Kastellorizo, restaurate a partire degli Anni ’70. Lungo le banchine del porto si trovano tanti locali caratteristici, dove poter gustare i piatti locali.

Un luogo che ti rimane dentro

Anche Skevos Vrondos, scultore e marmista errante originario dell’isola di Kalymnos, ha deciso di fermarsi. “Almeno per un po’ – dice – finché ci sono pietre adatte per scolpire!”. Ciò che affascina di più di Kastellorizo è la sua tormentata storia. Da sempre il migliore porto della zona, in una posizione strategica, Kastellorizo ha subito ripetute invasioni turche, francesi, italiane, inglesi rimanendo però sempre straordinariamente greca. Nei primi del ‘900 Kastellorizo era una città di 9000 persone. Oggi le case sono molto più rade e la popolazione si è ridotta a 270 abitanti. A partire dagli Anni ’70 il paese ha goduto di una intelligente attività di restauro, sia da parte degli isolani che hanno deciso di ritornare, sia da parte di quelli che non l’hanno dimenticata. Come Marina Pistonis, emigrata australiana ma sempre “kassie” nell’anima. La sua guida Capture Kastellorizo mi porta su una mulattiera lastricata e protetta da un muretto bianco. Salendo il colpo d’occhio si fa spettacolare, abbracciando il porto, la baia-porto di Mandraki e la non lontana costa turca. In meno di un’ora si raggiungono le vecchie fattorie abbandonate e il suggestivo monastero di San Giorgio. Al ritorno la banchina è animata da curiosi e turisti che non rinunciano a fermarsi nei locali affacciati sul mare. Lascio Kastellorizo per andare poco distante, nell’isola di Ro, a sole 4 miglia. Nel punto più alto dell’isola si nota una specie di fortino, unica impronta dell’uomo in una natura silenziosa. Qui Despina Achladiotou, la leggendaria “Signora di Ro”, visse sola, dopo la morte del marito, per 42 anni. Ogni giorno alzava e ammainava la bandiera greca in segno di amor patrio, a poche miglia dalla costa turca. Lo fece fino alla sua morte, nel 1982.

I protagonisti di “Mediterraneo”, il film di Gabriele Salvatores.

Un’ambientazione da Oscar

È il 1991 quando Gabriele Salvatores gira il suo “Mediterraneo”, proprio sull’isola greca di Kastellorizo. Il film, con Diego Abatantuono tra i protagonisti, ebbe un enorme successo internazionale, aggiudicandosi anche il premio Oscar l’anno successivo come Miglior Film straniero. Anche grazie a questa pellicola, gli spettatori italiani hanno potuto scoprire il fascino di quest’isola.

di Giorgio Daidola


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