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Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Ecco una delle storie che ci ha appassionato di più.
Il Re dei Re
Da Barche a Motore 2023, n. 32, luglio-agosto, pag. 92-97.
La nuova ammiraglia di ZAR, in coppia con due V8 da 600 Cv Mercury, regala grandi emozioni, ma anche una bella sensazione di sicurezza. Il test in condizioni “vere”.
Una giornata certamente poco adatta ad andar per mare, anche solo per fare un semplice giretto in barca. Condizioni, pero, ideali per testare a fondo le caratteristiche di un’imbarcazione, e in primo luogo della sua carena. È quello che ho potuto fare in una plumbea mattina ligure con un teso e fastidioso scirocco che alzava circa un metro e mezzo d’onda provando l’ammiraglia di Zar Formenti, l’Imagine 130. Si tratta di un maxi rib di oltre tredici metri di lunghezza e assolutamente fedele alla filosofia progettuale del cantiere di Motta Visconti: non è infatti una tradizionale barca in vetroresina, ma non è neanche un “normale” battello pneumatico. È , semplicemente, uno ZAR. A contraddistinguerlo è prima di tutto l’avere il primo terzo, quello dei masconi di prua, rigido, in fibra di vetro. In secondo luogo, sotto la linea di galleggiamento fanno egregiamente il loro lavoro le elaborate linee d’acqua tracciate da Francesco Ambrosini (V di prua di prua profonda, cavallino molto accentuato, tre step e pattini di sostentamento). Infine, il design, affidato a Carlos Vidal, è molto pulito, ma sofisticato, richiama da vicino il mondo dei superyacht.
La cabina di prua molto voluminosa con il grande letto matrimoniale.
Ma torniamo alla nostra prova, mare formato e vento. A poppa una coppia di Mercury V12 da 600 CV. In condizioni così impegnative ho potuto subito apprezzare l’ottimo disegno di parabrezza e T-Top in carbonio che proteggono non solo chi è ai comandi, ma anche chi è dietro in pozzetto; bene anche la comoda tripla postazione di guida che, anche saltando sulle onde, offre un appoggio sicuro nelle due configurazioni da seduti o in piedi; ottima poi la leggibilità degli strumenti nonostante la navigazione “agitata” che abbiamo dovuto affrontare grazie ai due grandi monitor da 17″ di Garmin. Al timone l’Imagine 130 risponde in maniera sorprendentemente agile, l’interazione con i due V12 americani è ottima. Questi hanno tanta coppia già in basso, oltre a portare in dote eliche controrotanti e i piedi pivottanti, non solidali con la testata e la parte alta del propulsore. II risultato è una grande reattività ai comandi, quanto mai utile quando bisogna lavorare molto sulle onde per cercare il miglior assetto. Nel corso del nostro test abbiamo toccato i 49 nodi, per poco ad essere sinceri, ma comunque un dato impressionate registrato in condizioni in cui ad esser saggi si poteva anche restare in porto. La velocità di crociera, sempre in relazione alla situazione, si attesta sui 34 nodi, con un consumo di 5,9 litri/miglio. Numeri a parte mi piace però sottolineare ancora il notevole senso di controllo e sicurezza che l’interazione tra barca e motori mi ha trasmesso. Un battello (ops, uno ZAR) decisamente molto centrato. Non lo abbiamo potuto provare in condizioni ideali per testare la massima velocità possibile, sul piatto e scarichi, ma i 57 nodi dichiarati dal cantiere non sembrano fantascienza, anzi. Il piano di coperta dell’ammiraglia Zar è estremamente funzionale, in particolare ho apprezzato a poppa il bel disegno del grande prendisole di poppa (sotto di lui è stato ricavato lo spazio per un tender da 180 cm, un plus che solo questo rib di 13 metri può vantare) con Il passaggio centrale in teak che crea una perfetta connessione tra l’area bagno, le plancette ai lati dei motori, e il pozzetto.
Il grande prendisole di poppa e lo spazio ricavato per il tender.
Questo è ben protetto dal sole dal Top in carbonio ed è attrezzato con un doppio tavolino e il divano che fronteggia la cucina, collocata nella classica posizione alle spalle della tripla postazione di guida. Mi è piaciuta in modo particolare la zona di prua dove la scelta di avere l’ancora a scomparsa (esce dal dritto di prua) libera una grande superficie vivibile con un prendisole/divano orientato fronte marcia e un secondo divanetto che invece guarda verso poppa (da sottolineare i solidi tientibene ben posizionati anche in quest’area). Arriviamo ora agli interni, dove lo spazio regina è sicuramente la grande cabina di prua che gode di buone altezze e molta luminosità. Il bagno è decisamente voluminoso, con il box doccia separato. La seconda cabina è separata da un portello scorrevole ed è a poppa sotto il pozzetto. Vista la collocazione è necessariamente meno spaziosa (soprattutto in termini di altezza) di quella di prua, ma comunque abitabile e perfetta per i più giovani membri dell’equipaggio.
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