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Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.
Il marinaio Peter Sellers
Da Barche a Motore 2024, n.36, marzo-maggio, pag. 68-71.
Quando voleva un po’ di pace, il grande attore britannico accendeva il motore e salpava a bordo del suo Amelfis, un Baglietto 18M, che considerava la sua vera casa.
Personaggio fuori dal comune, amato e celebrato come il più grande interprete della commedia britannica e uno degli attori più talentuosi della storia del cinema: Peter Sellers. Dal divertente e nevrotico ispettore Clouseau della “Pantera rosa”, all’indiano pasticcione Hrundi Bakshi di “Hollywood Party”, dal protagonista multiforme del “Dottor Stranamore” al candido Chance giardiniere di “Oltre il giardino”. Questo lo sanno tutti. Sellers, pero, è stato anche un genuino appassionato di mare e di yachting. Per anni l’attore è stato armatore di uno yacht di 18 metri del prestigioso cantiere Baglietto: l’Amelfis.
Il Baglietto 18M in navigazione. Peter Sellers comprò il suo Amelfis negli anni Sessanta.
Il suo rapporto fu tanto profondo e speciale da considerarla il suo rifugio più prezioso. Lo racconta nel 1969 all’interno del documentario girato dalla Bbc dal titolo “Will The Real Peter Sellers Please Stand Up”. Sono parole profonde e coinvolgenti, in cui molti di noi non faticheranno a riconoscersi: “Suppongo che la mia vera casa sia sulla barca. Ho messo tutti i miei ‘pezzi’ lì dentro. Conosco l’equipaggio, loro mi conoscono, non mi danno fastidio. Mi seguono. Posso gestire la barca da solo. Là sopra non sono bloccato in un posto. Esco in mare e non c’è nessuno, proprio nessuno. Ci sono vaste distese di blu e quando c’è bel tempo, non conosco niente di più bello che essere in mare a bordo di uno yacht, entrare nei porti quando si vuole, scendere quando si vuole, mangiare a bordo, nuotare. È il massimo del lusso. Se mi chiedessero qual è il lusso più grande che hai nella vita, gli direi che è la mia barca”.
Peter Sellers a bordo dell’Amelfis in compagnia di Britt Ekland.
Erano gli anni Sessanta e in quel periodo grazie alla cosiddetta “Serie metrica”, il cantiere italiano era in uno dei suoi migliori momenti, sia per la quantità di barche prodotte (196 in totale) che per la qualità e la ricercatezza delle soluzioni tecniche e stilistiche. L’Amelfis(18 metri) era l’ammiraglia della flotta. Peter Sellers l’aveva vista appena varata, nel 1967, e se ne era innamorato all’istante tanto che l’acquistò dopo appena un paio di minuti a bordo e prima del giro di prova. Peter Sellers, star assoluta dell’epoca, sempre inseguito da scie di ammiratori e registi, associava la sua barca alla fuga: “So che in qualunque momento quando il gioco si fa duro posso spostarla e andare via. È come essere ancora un bambino che sta scappando dalla madre e continua a guardarsi indietro per vedere quanto lontano può andare prima che la madre lo fermi. Ecco, quanto lontano posso andare? Immagino un viaggio con la famiglia in Mediterraneo. Una luna blu e io che faccio suonare il registratore. Solo la musica che voglio e ci immergeremo nelle acque di notte con una torcia elettrica subacquea con cui vedere anche le stelle. Tutto un sogno”, racconta l’attore sempre nel documentario della Bbc.
Peter Sellers e Ringo Starr.
A bordo dell’Amelfis, l’attore inglese portava spesso gli amici. Tra questi Ringo Starr, il batterista dei Beatles. Sul finire degli anni ’60, proprio durante una crociera nel Pireo a bordo dello yacht, in un momento in cui lo stesso Starr era in rotta con la band, Peter Sellers decise di servire all’ospite per cena un piatto di polpo bollito. Vedendo l’espressione riluttante dell’amico, Sellers spiegò che amava quell’animale dai mille tentacoli e aveva scoperto durante le sue immersioni che certi polpi abbellivano le loro “tane” subacquee disponendo ad arte sassolini e delle conchiglie, quasi a realizzare un piccolo giardino. Al termine di quella cena, Ringo Starr si chiuse in cabina e scrisse quel capolavoro che è “Octopus’s Garden” inserita poi nell’album beatlesiano “Abbey Road” del 1969. Il brano racconta di come sarebbe bello stare nel “giardino del polpo”, sentirsi al sicuro e riparati dalle tempeste, invitare gli amici, ballare ed essere sicuri di non venire trovati da nessuno. Ecco il punto: nel profondo degli abissi marini, così come a bordo di uno yacht che naviga libero e felice, l’importante per noi tutti è essere sé stessi e sentirci finalmente a casa.
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