L’idrogeno in barca, un sogno? Sicuramente ci vorrà ancora molto tempo prima che possa diventare realtà ma la Coppa America ha dato sicuramente un grande impulso da questo punto di vista.
Il protocollo dell’ultima Coppa America (cioè il regolamento voluto dai vincitori, perché sì, è così che funziona il più antico trofeo sportivo al mondo…) stilato dai neozelandesi ha imposto come almeno una delle chase-boat di ogni team, quindi per le barche appoggio, dovesse essere un’imbarcazione con i foils e con propulsione a idrogeno.
A La Spezia, al Cantiere San Lorenzo – Bluegame siamo saliti a bordo di BGH, la barca che il cantiere di Ameglia ha realizzato per American Magic, il team USA che spera di poter riportare a casa la Coppa. A capo di tutto il progetto c’è Luca Santella che, oltre che essere un grande velista e anche il direttore di sviluppo di prodotto all’interno Bluegame.
Quello che è importante sapere è che il protocollo della Coppa America ha dettato subito dei paletti progettuali da rispettare:
– la barca deve essere lunga 10 m
– avere 180 miglia di autonomia
– poter portare sei persone a bordo
– navigare a 50 nodi, per stare dietro ai ai velocissimi AC 75 che regatano in Coppa
– e avere almeno 25 nodi di velocità minima di “volo”.
Proprio da Luca Santella ci siamo fatti spiegare spiegare come è fatto BGH, e come si pilota. Nel video anche la spiegazione di come funziona il power train (Idrogeno, fuel cell, batterie e PMS (Power Mnagement System).
E anche il prezzo… almeno un’idea.