Il fenomeno di chi sceglie di utilizzare la barca come prima casa nelle città è in forte crescita nel mondo. Quasi sconosciuto in Italia, ecco perché può essere una scelta conveniente.
Susan Smillie è una degli oltre 10.000 abitanti che lavora a Londra vivendo lungo le sponde del Tamigi, a bordo di una barca di 15 metri. Ha un posto barca stabile a due passi dal mitico tre alberi Cutty Sark, nella zona di Greenwich. “A Londra” racconta Susan “sono arrivata da Brighton dieci anni fa. Avevo trovato lavoro, ma ero rimasta terrorizzata dai costi delle case. Allora, mi sono detta, mentre passeggiavo lungo le rive del Tamigi dove decine di barche erano ormeggiate: perché la mia casa non può essere la mia barca?”.
Oggi vive con il suo compagno a bordo del suo motorsailer. E’ riuscita ad avere un posto barca stabile, con acqua, elettricità e wifi, per 4.000 sterline (4.600 euro) all’anno con tariffa comunale. Ogni mattina raggiunge il posto di lavoro con i mezzi pubblici e la sera fa il percorso inverso tornando a casa, la sua barca. D’estate prende la sua barca, risale il Tamigi e si dirige verso le coste francesi dove fa tre settimane di vacanza. Ogni anno la sua barca smette di essere una casa e ritorna una ad essere una barca da crociera.
Questo è solo uno delle centinaia di migliaia di casi nel mondo dove una barca si tramuta in una “prima casa”. E le amministrazioni delle città che sono bagnate dal mare o da canali navigabili se ne sono rese conto da tempo. Fate un giro lungo le rive degli Stati Uniti a New York, San Francisco, Miami, Los Angeles, San Diego. In Australia il fenomeno barca/casa è una realtà da decenni a Sydney, Perth, Melbourne. In Europa la parte del leone la fa Amsterdam, ma nei nuovi porti turistici di Atene sono ormai decine i residenti che hanno scelto la soluzione barca/prima casa. Il fenomeno è in crescita anche nella Francia del sud: Antibes, Marsiglia, Monaco.
Non solo “estetica”, ma anche risparmio
Il comune denominatore di questo fenomeno in rapida crescita parte ovviamente da una passione per l’oggetto barca e di tutto quello che implica, ma ha anche delle ragioni economiche. Nulla a che vedere con storie di vita fuori dagli schemi, come quelle che spinsero negli anni ’60 personaggi come il musicista David Gilmour dei Pink Floyd, Rod Stewart, l’artista Damien Hirst a vivere a Londra a bordo di barche ormeggiate sul Tamigi, rinunciando a costose case, che di certo si sarebbero potuti permettere.
E in Italia? Il fenomeno è ancora agli albori. A Genova nella centralissima zona di Porto Antico comincia a vedersi qualche fautore della barca come prima casa. Ma sono tante le città con porti nel cuore della città che si prestano a questo doppio utilizzo. Basta pensare a Napoli con i suoi ormeggi nel cuore della città, a La Spezia, Trieste, Venezia, Bari, Ancona. Solo per citarne alcune. L’Italia ha decine di città affacciate sul mare dotate di approdi in città.
Le barche di oggi? Sono vere case!
Un grande aiuto al successo di questa scelta di vivere sull’acqua lo hanno dato le barche di nuova generazione. Lo sfruttamento degli spazi interni fa si che ci siano due o tre cabine, due bagni e una zona living che ospita una zona cucina e uno spazio conviviale che può ospitare sedute anche ad una dozzina di persone. Il pozzetto con gli opportuni ripari (bimini, spayhood) e la zona prendisole di prua sono paragonabili ad una vera terrazza casalinga. Volete mettere con un mono/bilocale di una sessantina di metri quadri?
Come la mettiamo con i costi?
Non si tratta qui di fare un paragone con chi ha una casa in città e poi una barca per le vacanze. Qui la scelta è di fare della propria barca la prima casa oltre ad essere anche il mezzo tradizionale con cui si fanno le vacanze. Quindi, basta un solo “tetto” e non due. Per un 12/14 metri il costo annuo di mantenimento della barca/casa, che comprende ormeggio, assicurazione, manutenzione, si aggira da un minimo di 5.000 ad un massimo di 15.000 euro.
Se si tratta di acquisto della barca, i prezzi variano per una barca nuova da 200 a 400.000 euro. Con un leasing per una barca da 300.000 euro con 83 rate (7 anni compreso riscatto finale dell’1%) e un anticipo del
30% (90.000 euro) si tratta di canoni mensili sui 2.200 euro. Per l’acquisto dell’usato di pari dimensioni costi dell’acquisto sono almeno della metà e se la barca la possedete già, scordatevi i costi di acquisto di cui vi abbiamo appena parlato.
IN DEFINITIVA
Forse hanno fatto una scelta affatto stupida, e non banale, le centinaia di migliaia di persone nel mondo che hanno deciso di fare della barca la propria prima casa in città e la casa navigante per le vacanze. Che ne dite?
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