Cosa ne sarà del Mediterraneo se non ci diamo da fare? Due notizie a distanza di pochi giorni puntano i riflettori sul Mare Nostrum. (fonte immagine di copertina: The Westerly Sun) La prima è questa. L’associazione One Ocean Foundation lancia l’allarme: il Mediterraneo è invaso da una delle più alte concentrazioni di microplastiche più alte del mondo. La seconda è questa, rilanciata dalla rivista della Natura: oltre seimila delfini vengono uccisi ogni anno nel tratto francese del Mare Nostrum. Notizie inquietanti che ogni amante del mare deve conoscere, perché anche noi possiamo fare qualcosa per impedire quanto sta accadendo. Vediamo di cosa stiamo parlando.
I PESCI MANGIANO LA PLASTICA INSIEME A NOI
Nel Mediterraneo sono presenti 1,2 milioni di microplastiche per chilometro quadrato, afferma One Ocean Foundation. Sono frammenti inferiori ai 5 millimetri che sono praticamente invisibili, pesci e animali marini li scambiano per plancton, le balene ad esempio filtrano 700.000 litri di acqua ogni volta che aprono bocca assumendo una quantità enorme di plastiche e microplastiche che hanno una elevata concentrazione di inquinanti.
Maria Cristina Fossi dell’Università di Siena, tra i massimi esperti al mondo nella ricerca sugli impatti del marine litter sulla biodiversità, afferma: “Quanto di questi inquinanti possa essere trasportato in specie come tonno, spigola (branzino) o spada (e quindi finire sulle nostre tavole) e quali sono le conseguenze sul consumatore finale, è un aspetto ancora da indagare. “Dai dati che emergono, il 15-20% delle specie esaminate presentano microplastiche, ma in quantità ridotta, parliamo di 1-3 frammenti inferiori ai 5 millimetri” – spiega Fossi – “Ora però bisogna capire se queste microplastiche trasportano inquinanti”.
STRAGE DI DELFINI
L’Osservatorio Pélagis pubblica da anni, senza essere ascoltato, rapporti allarmanti sul declino della popolazione di delfini. Nelle acque al largo della costa occidentale francese, nel periodo compreso tra gennaio e marzo, vengono uccisi in media 6 mila delfini. Un vera e propria strage. Causata da grandi pescherecci che operano la tecnica a strascico a caccia di spigole (branzini).
Ecco cosa dice la rivista della Natura: “I delfini che vivono abitualmente insieme ai branzini finiscono nelle maglie delle reti da pesca che catturano indiscriminatamente tutto ciò che incontrano lungo il loro percorso. I delfini intrappolati annegano nella rete mentre quelli che vengono pescati vivi di solito muoiono per le ferite inflitte dai pescatori a bordo delle navi. Le carcasse che regolarmente arrivano sulle spiagge francesi mostrano fratture, code e pinne spezzate e profonde incisioni nella pelle causate dalle reti”. Come limitare questo massacro, in assenza di norme? «Invitiamo i consumatori a evitare completamente il pesce sottodimensionato – ha concluso l’associazione -. Il consiglio, se si decide di mangiare pesce, è quello di scegliere esclusivamente pesci catturati con la lenza», affermano queli dell’associazione Osservatorio Pélagis . Facile da dirsi, difficile da farsi.