Come salpare l’ancora della barca in ogni condizione

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Ancora barca
Ancora barca, come salparla in ogni condizione

Andare in barca non è semplice e prima di andare in acqua occorre conoscere almeno le manovre base anche se la barca che conduciamo non necessita alcuna patente. Ad esempio su un motoscafo con fuoribordo da 40 cavalli vi ancorate in una baia a godervi il tramonto. Appena arriva il momento di salpare l’ancora sapete bene che manovre fare e soprattutto quali evitare?

Ecco, situazione per situazione, come farlo in modo corretto e gestire le più comuni emergenze, in perfetta autonomia.

Ancora barca: come salparla in ogni condizione

Su una barca lunga meno di 10 metri, con vento scarso o nullo, è facile recuperare a mano prima la catena e poi l’ancora. Se invece c’è vento o mare, senza verricello bisogna assolutamente allentare la tensione della catena innescando il motore in avanti per poter sollevare l’ancoraggio a mano. Prima di far partire il motore, aspettate che la barca sia il più possibile con la prua rivolta nella direzione vento. Mettete il pilota in rotta poi date quel poco di motore che basta per allentare la tensione della catena, e andate a prua a sollevare l’ancoraggio.

COME SOLLEVARE L’ANCORAGGIO E SISTEMARLO

-Mettersi vento in poppa per sistemare la vostra prua (motore a marcia indietro)

L’ancoraggio è uscito dall’acqua, l’ancora è a bordo, la catena è disposta alla rinfusa a prua. Non ripartite fino a quando non è tutto in chiaro! Se lo spazio libero per l’ancoraggio è limitato, bisogna stabilizzare la barca essendo sicuri di poter manovrare velocemente. Il miglior modo di farlo è rivolgere la poppa verso il vento con la marcia indietro innestata, il timone bloccato in asse e la manopola del gas regolata in modo tale che la barca non si muova. In questo modo il vento vi spinge da una parte, ma il motore contrasta in modo tale che la barca si mantenga nell’asse del vento come se fosse legata a un corpo morto. A questo punto si può tornare a prua e sistemare tutto.

L’importanza di mettersi poppa al vento se l’ancora si smuove

Si può anche passare poppa al vento prima di aver fatto risalire completamente la catena. Per ruotare, la barca dev’essere però relativamente libera nei suoi movimenti: non basta essere a picco sull’ancora, ma la barca non dev’essere più ancorata. Tanta catena quanta è la lunghezza della barca, in più l’ancora in acqua. Entrambe pesano sulla prua della barca e rendono, in caso di vento, la manovra un po’ delicata: se si cerca di ruotare passando direttamente a marcia indietro, la barca si bloccherà velocemente di traverso al vento.

Per questo bisogna operare in due tempi: prima a marcia in avanti per far girare la barca (l’ancora e la catena che pendono davanti, frenando, vi verranno in aiuto) e solo in un secondo momento mettere la marcia indietro, per ritrovarsi col vento di poppa. Un piccolo colpo in avanti per iniziare a virare e subito all’indietro. Non bisogna comunque tentare di mettersi poppa al vento fintanto che l’ancoraggio tiene la barca legata al fondo (prima di avere sollevato l’ancora).

Il rischio, se anche ci si riuscisse a mettere col vento in poppa, è che una folata un po’ forte faccia partire la barca. A quel punto, se non valutate bene la vostra posizione, rischiate di ingarbugliarvi nel vostro ancoraggio, con la catena che si tende sotto la barca con l’elica che gira

Ancora barca: non cercate di farla passare a forza nel musone

Quando l’ancora arriva al musone pende in verticale e la trazione orizzontale esercitata dalla catena faticherà a farla raddrizzare di modo che l’asta dell’ancora si infili orizzontalmente nel musone. Non bisogna esercitare una forza di trazione orizzontale, ma una trazione verso l’alto e per questo bisognerà sollevare l’ancora a mano. La manovra è più semplice con un musone basculante, che esercita una trazione diagonale.

Una cima di 75 centimetri legata alla testa dell’ancora

E’ spesso difficile liberare l’ancora dal musone per sistemarla. Tenete sempre legata una piccola cima alla testa dell’ancora barca, lasciando l’altra estremità libera per facilitare l’operazione: prima che l’asta si inserisca nel musone, bloccate la catena, prendete in mano la cima: a questo punto siete in una posizione comoda per issare l’ancora al livello del ponte (senza farla passare nel musone) e per farla scendere direttamente nel gavone. La cima può essere in fibra galleggiante (polipropilene): così non correrà il rischio di impigliarsi quando l’ancora è sul fondo.

Ancora barca: come levarla di notte

Sollevare l’ancora non è semplice quando il vento raggiunge i 20 nodi e c’è un po’ di mare, anche se si ha a disposizione un mulinello elettrico. Ecco una situazione possibile:

Sono circa le tre del mattino, si balla e ci si rende conto che il vento ha rinforzato fino a forza 4/5 e che crea un’onda notevole; decidete quindi di rientrare in porto (vi eravate ancorati con 6/7 metri di fondo, 18 metri di catena cui si aggiungevano 10 metri di cima). Per sollevare l’ancora, vi comportate come al solito: motore, mulinello elettrico inserito, pilota automatico nell’asse del vento, un buon colpo di motore e correte a prua. Il ponte sfiora l’acqua quando arriva l’onda e la barca è già a 45 gradi del vento e a 90 gradi della cima. Lasciate allora filare circa 5 metri per legarla di nuovo. Siete costretti a ricominciare.

Mettetevi i guanti e ricominciate la manovra facendo avanzare un po’ di più la barca, fino ad essere perpendicolare all’ancora e date allora un po’ di gas. Anche se un po’ a fatica, dovreste riuscire a recuperare a mano i 10 metri di cima; la barca continua a mettersi a 45 gradi del vento. Rimettete la catena nella puleggia a prua, quindi nel salpancora. Non è facile perché si muove e tira con forza. Non dovete lasciarla filare quando la barca sale sull’onda e dovete approfittare dei momenti in cui scende per riprenderla! Il salpancora elettrico fa il suo lavoro, ma bisogna anche in questo caso approfittare dei momenti in cui la barca scende per recuperare la catena; soprattutto quando si avvicina il momento in cui tirare l’ancora fuori dall’acqua. Da lì in poi il gioco è fatto!

Quando conviene lasciare l’ancora, ma non perderla

Immaginate di trovarvi d’estate, in una rada affollata. All’improvviso ecco un salto di vento che fa perdere presa a diverse imbarcazioni ancorate vicine a voi. È il momento di andarsene, ma manca il salpancora e il vento e il mare sono troppo forti per recuperare l’ancoraggio da soli. La salvezza sta nel mollare l’ancoraggio: prendete un parabordo (con scritto sopra il nome della barca) e una cima che sia un po’ più lunga della profondità dell’acqua. Mettete la cima tra la catena e il parabordo (in un punto qualsiasi della catena) e tagliate con un coltello la legatura. La catena a quel punto è libera e il tutto cade in acqua. Tornerete più tardi, con tutta calma, a recuperare l’ancoraggio.

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