Aprite le Aree Marine Protette! Fanno bene all’Italia

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento a Barche a Motore cartaceo + digitale e a soli 39 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Aree Marine Protette - Montecristo
Aree Marine Protette. Una caletta, ovviamente deserta, dell’isola di Montecristo che fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. La navigazione e l’ormeggio sono vietati. La fruizione delle meraviglie a terra, come la Villa Reale oggi sede del corpo forestale, è fortemente limitata.

L’isola di Montecristo, perla dell’Arcipelago Toscano e del suo parco marino protetto, è una delle isole più famose al mondo, complice il titolo del romanzo dell’800 di Dumas, “Il conte di Montecristo”.

Aree Marine Protette vietate ai diportisti

Ci puoi ormeggiare in barca? No, non si può.

E se allora decidessimo di dare volta ad una boa nella baia di San Fruttuoso, nell’area protetta di Portofino, per visitare la stupenda Abbazia preservata da FAI? Magari ci va meglio. No, potreste dover girare la prua e tornare sui vostri passi. Perché, come è accaduto nel 2023, per misteriosi disguidi gli ormeggi non erano quasi mai disponibili.

Va beh, allora scendiamo in Sicilia a Baia Rinella. Lì ci dicono che le boe ci sono. Peccato che bisogna eseguire 24 ore prima una prenotazione con richiesta al consorzio di Gestione dell’Area protetta di Capo Milazzo. Ma come si fa non si capisce bene.

Se giriamo lo Stivale e ci dirigiamo verso le Tremiti, nell’omonima area protetta, le cose non vanno meglio. Regna il caos e le stesse forze dell’ordine non sanno che pesci pigliare. E soprattutto non si capisce quando e dove si può ormeggiare.

Cambiando nazione, cambia la musica. In Croazia abbiamo più volte ormeggiato alla boa in aree protette. Appena arrivati ci hanno dato un manuale con le regole da rispettare nel Parco marino, ci hanno chiesto se avevamo della spazzatura da portare a terra e ci hanno dato uno scontrino. Non ricordo bene, ma per una notte per una barca di 12 metri ci hanno chiesto sui 40/50 euro…in agosto.

La stessa cosa ci è accaduta in Francia al parco naturale delle Calanques di Marsiglia e in Spagna quando abbiamo dormito nell’impareggiabile isola protetta di Cabrera, nell’arcipelago delle Baleari.

Vi sarete accorti che stiamo mettendo a confronto la situazione delle Aree Marine italiane con quelle di altri paesi mediterranei. E ne usciamo, noi italiani, umiliati.

Per questo abbiamo realizzato un’approfondita indagine che troverete sui prossimi numeri della nostra rivista. Rendendoci conto della drammatica situazione in cui versano le 32 Aree Protette Italiane, comprendere quale occasione l’Italia perde e capire cosa si potrebbe fare.

Intanto, vi forniamo qualche suggestione, così da trarre le vostre considerazioni.

Aree Marine Protette, zero euro per il turismo nautico

Tra i vincitori dei bandi da 10 milioni di euro del piano del PNRR ci sono anche le Aree Marine Protette Italiane. Sapete cosa si trova tra i progetti vincenti? Il titolo del progetto che ha ottenuto il finanziamento recita così: “Centro di Recupero e Attività per la Tutela E Riproduzione del Tritone Crestato triturus carnifex”.

Ma cos’è il Tritone Crestato? Una specie di salamandra anfibia. Non abbiamo nulla contro la preservazione e l’incremento della riproduzione del Tritone Crestato. E neppure nulla contro altri stravaganti progetti che stanno per essere finanziati a favore delle Aree Marine Protette. Ma ahimè, mai una volta che compaiano nei progetti le parole “barche, diporto, turismo nautico”.

Eppure uno degli assi portanti per incrementare le entrate dell’Italia – lo dicono i documenti programmatici che abbiamo consegnato all’Unione Europea per ottenere i finanziamenti del PNRR – parla di sviluppo della blue economy. E che cosa c’è di più eco-compatibile dello sviluppo del turismo nautico in chiave ecologica. Noi italiani abbiamo un patrimonio naturale incomparabile sul mare, le Aree Marine Protette. Un patrimonio che il mondo ci invidia e che noi non sfruttiamo. Un patrimonio che conviverebbe perfettamente con un turismo nautico eco-responsabile. Lo dimostrano i nostri vicini mediterranei.

Chi non è disposto a pagare di più di un ormeggio in un porto, un gavitello che preserva i fondali, non aggiunge cemento al cemento, godendo delle bellezze di isole e coste che tutto il mondo ci invidia? Nessuno, ne sono certo. Peccato che oggi non ci si può andare. Forse per il rischio di danneggiare i Tritoni Crestati?

L.O.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

1 commento su “Aprite le Aree Marine Protette! Fanno bene all’Italia”

  1. Le aree protette devono restare a turismo nautico zero.
    La presenza umana è comunque un problema per impatto diretto e indiretto.
    Per non parlare dei maleducati che buttano tutto in acqua ( vedi i recenti lanciatori di bottiglie) e di quelli che allegramente calano l’ancora sulle posidonie con la frase ” e che sarà mai?”

    Vade retro e lasciamo la natura almeno nei parchi senza la presenza umana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Entra nel Club del Giornale della Vela

Le barche a motore, le sue storie, dal piccolo open ai motoryacht. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevere ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”.

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Riva Classiche @Retromobile - Riva Aquarama Special del 1972

Vendono questo Riva Aquarama Special del 1972

A Parigi in questi giorni, dal 5 al 9 febbraio, c’è il Salon Rétromobile, dedicato alle automobili d’epoca e da collezione, che si tiene Parc des Expositions di Porte de Versailles. Perché ne parliamo? Perché durante questo evento sarà in