“Axopar, così abbiamo venduto 2.500 barche in 6 anni in 70 paesi”

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Jan-Erik Viitala Axopar
Jan-Erik Viitala, co-fondatore di Axopar

Axopar è il cantiere rivelazione degli ultimi anni. Dal 2014 il cantiere finlandese ha macinato numeri da record. Il segreto? Aver adottato una visione vincente fuori dagli stereotipi.

Senza fare torto a nessuno, si potrebbe definire una vera e propria case-history. Lo scorso anno il giro d’affari si è attestato a 60 milioni di euro e, a oggi, il cantiere ha venduto qualcosa come 2.500 imbarcazioni in 70 nazioni. È solo l’inizio. La richiesta è tale che l’obiettivo è arrivare a una produzione annuale di mille unità. E pensare che tutto ha avuto inizio non nel secolo scorso, ma nel 2014, anno in cui è nato Axopar.

 

In questa intervista Jan-Erik Viitala, co-fondatore del cantiere, ci racconta i segreti di questo successo.

Quali sono le ragioni che hanno portato Axopar a conquistare fette di mercato così importanti in un arco temporale così breve?

Diversi fattori hanno contribuito al nostro successo. A iniziare da un approccio flessibile, cioè la capacità di andare incontro alle esigenze dell’utenza nautica. Poi ci sono le persone la cui competenza, passione ed esperienza ha permesso all’azienda di arrivare fin qui. Infine, c’è il prodotto. Concepito attorno a una piattaforma navale veramente innovativa, con carena a doppio gradino, abbinata a un design molto accattivante, ma fuori dagli schemi, è stato subito apprezzato per le qualità marine e l’elevata maneggevolezza. Infine, aver messo a punto una proposta che tenesse in considerazione diversi livelli di configurazione, una vasta gamma di opzioni e un prezzo di partenza particolarmente vantaggioso ha permesso al cantiere di conquistarsi subito l’attenzione tra gli appassionati di nautica di tutto il mondo.

Prima di Axopar ha avuto altre esperienze nella nautica?

Sì. In passato ho avuto modo di ricoprire incarichi manageriali in tre aziende nautiche. È stata un’esperienza che mi ha insegnato molto a livello professionale e formativo e mi ha permesso di arrivare con le idee chiare quando è giunto il momento di creare Axopar.

Com’è venuta l’idea di dare vita a un brand come Axopar?

Prima di tutto è una questione di cultura nautica. Il diporto è tra le attività ricreative più diffuse. In Scandinavia la barca è utilizzata spesso non per compiere lunghe navigazioni, quanto soprattutto per brevi crociere giornaliere. Con Axopar abbiamo voluto dire la nostra, proponendo una soluzione nuova e diversa nel segmento dei commuter. Ci siamo resi conto che sul mercato non c’era nulla che a un design riconoscibile e accattivante abbinasse anche un concetto di spazi a bordo concepiti per essere il più possibile versatili, in modo da assecondare molteplici esigenze. Senza contare, poi, che una barca deve essere divertente anche da condurre: ecco perché ci siamo concentrati nel rendere l’esperienza di guida molto esaltante.

Axopar 28
Axopar 28

A suo avviso, come si sta evolvendo il mercato oggi e quale sarà il ruolo di Axopar?

In termini numerici diventeremo a breve la realtà che produce più barche partendo da una singola piattaforma navale. Ci sono pochi produttori in grado di fare gli stessi numeri che facciamo con la serie Axopar 28 e Axopar 37. C’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione. La barca viene usata sempre di più per approdare in posti remoti e accessibili solo dal mare. È, inoltre, lo strumento che ti permette di assecondare la passione per alcune attività sportive all’aria aperta da vivere immersi nella natura in contesti unici, proprio perché raggiungibili solo via mare. Molti nostri clienti la utilizzano per trasportare le biciclette o l’attrezzatura per compiere le scalate. Tutto ciò ci ha portato a concepire scafi con una grande capacità di carico, tema oggi sempre più sentito, che ti permette di raggiungere un’audience in termini di clientela molto più ampia.

Tutto ciò ha influito sul modo di concepire gli spazi a bordo?

Certamente. Ci siamo resi conto che alcuni ambienti, come per esempio la cucina o il salone, potevano essere riconfigurati. Di solito occupano una superficie importante, che però non si giustifica alla luce del tempo che le persone vi trascorrono quando sono in crociera. Ecco perché tra i passaggi chiave c’è stato quello di ripensare queste aree in funzione delle reali necessità di utilizzo. L’altra questione centrale riguarda il modo in cui ci siamo approcciati al progetto, pensato cioè per offrire, partendo dalla stessa piattaforma navale, una gamma di configurazioni che possano assecondare diverse esigenze.

Il 2020 è un anno i cui effetti si faranno sentire in tutti i settori. Dal suo punto di vista che impatto avrà in particolare su quello nautico?

Le persone hanno vissuto l’esperienza del confinamento forzato. Penso che tutto questo lascerà il segno sulle abitudini delle persone anche nei prossimi 2-3 anni. Ci sarà meno la propensione a prendere l’aereo per viaggiare. Le scelte vedranno privilegiare soluzioni che portano a riscoprire mete che si trovano in prossimità dei luoghi in cui si vive. Uno scenario nel quale le attività ricreative in barca hanno un’opportunità di sviluppo incredibile: si svolgono in sicurezza, limitano le occasioni d’incontro e, al tempo stesso, regalano un’esperienza di vita nella quale l’ambiente e la natura sono vincenti. Da un punto di vista commerciale, il rapporto qualità-prezzo sarà centrale nelle scelte legate all’acquisto di una barca. Un tema questo che è centrale nella proposta Axopar. Senza contare, poi, che la scarsa offerta d’imbarcazioni Axopar presente sul mercato dell’usato garantisce un mantenimento del valore del prodotto.

Come si compone la gamma Axopar?

L’offerta annovera la linea Axopar 28, vero bestseller declinato nelle versioni Open, T-Top, Sun Top e Cabin. A questa si aggiungono la versione Open, Sun-Top e XC Cross Cabin della linea Axopar 37. Abbiamo ancora in produzione la gamma Axopar 24, che sarà presto sostituita da una linea di 22 piedi chiamata Spyder sulla quale riponiamo grandi aspettative, perché è stata concepita e sviluppata sulla base dell’esperienza maturata con gli altri modelli. Nei piani futuri rientra anche una gamma di 45 piedi declinata in cinque modelli.

axopar 28 cabin

Un’ultima domanda. Lei ha una barca? E come la utilizza?

Da sempre amo andare in barca. Proprio questa mia passione si è rivelata utile anche in chiave professionale. Ho un Axopar 37 che utilizzo molto. Tra le mie mete preferite c’è l’Höga kusten nel Golfo di Botnia. Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è un tratto di costa svedese sul quale si affacciano centinaia di piccole isole. A questa si aggiunge anche l’area attorno a Vaasa, in Finlandia che dà il meglio proprio se vissuta dal mare. Ma in generale mi piace navigare ovunque, come per esempio in Sardegna. Tra le prossime destinazioni ci sono la Corsica e il Montenegro.

Intervista di Matteo Zaccagnino


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