Rimanendo sul tema delle Classic Boat, ma portandoci in tempi più recenti (ma mantenendo comunque 30 anni di cuscinetto…), è possibile trovare barche ormai cult, delle Youngtimer così iconiche da aver lasciato il loro segno. In questo caso, con i suoi 11.25 metri di lunghezza e ben 53 nodi di velocità massima, è il turno di un fast commuter pieno figlio dell’eredità Americana anni ‘80: il Baja 370 ES, un bolide cabinato del 1990 che vi raccontiamo attraverso una nostra prova d’epoca.
Baja 370 ES
Il Baja 370 ES è interessante su più fronti, ma in particolare perché è la prima barca a reintrodurre in Europa la produzione e la qualità Made in USA che aveva reso grande il brand. Dopo un periodo di produzione in stabilimenti del sud-ovest europeo, infatti, la qualità delle imbarcazioni risentiva in paragone a quelle d’oltreoceano, portando il cantiere a decidere per un approccio differente, importando direttamente dagli USA. Questo è il caso del Baja 370 ES, primo a essere importato in italia dal Centro Nautico Verbella.
Baja 370 ES – Progetto
Barche con prestazioni così elevate (contestualizzando al 1990) erano destinate ad una clientela molto esigente, amante della velocità, e desiderosa di quel look capace di attrarre a sé gli sguardi, sottolineando un prodotto di prestigio. E il Baja 370 ES rispondeva appieno a queste richieste. La linea è aggressiva, con bordo libero alto e una prua lunga e slanciata, che si estende ben oltre la mezzabarca, innalzandosi a protezione del pozzetto fino al suo raccordo con il parabrezza.
Ma anche in termini tecnologici non si faceva mancare niente, essendo, del resto, figlia di uno tra i primi cantieri ad avvalersi di programmi computerizzati per il calcolo e in grado di versare ingenti investimenti in prototipazione e collaudo –studi che non mancavano di contemplare il sezionamento sistematico dei primi esemplari, alla ricerca continua dell’ottimizzazione di pesi e volumi. La carena a V profondo è così prolungata fino a poppa e dotata di un paio di pattini di sostentamento destinati alla stabilizzazione, semplificando e rendendo più sicura anche la navigazione veloce su mari formati, ottimizzata da flaps Kiekhaefer, di provenienza Offshore Racing.
Baja 370 ES – Coperta
Alla prima occhiata colpivano gli alti bordi liberi e la prua, lentamente innalzata sino a incurvarsi bruscamente verso il pozzetto, dove si ricongiunge con il parabrezza. Una prua lunghissima e priva di passavanti, raggiungibile quindi dagli interni o scavalcando il parabrezza. Alcune versioni, specifiche per il mercato mediterraneo, avranno installati degli spoiler pensati anche per assistere nel passaggio verso prua, mentre, di default, sono presenti anche due fari alogeni di profondità, per facilitare la navigazione in acque ristrette e non illuminate.
Guardando all’estremità opposta, invece, una plancetta da bagno corona lo specchio di poppa, coprendo i piedi poppieri e facilitando l’accesso all’acqua. Molto ampia, ospita anche una doccia esterna. Appena oltre, verso il pozzetto, prende posto un prendisole per, copertura del vano motori. In pozzetto, vero cuore degli spazi esterni, sono presenti un classico divano a tutto baglio, comodo per 3 o 4 ospiti, e le sedute in timoneria, 2, rispettivamente per pilota e copilota. A dritta prende posto la plancia di comando, da cui si può accedere a tutte le strumentazioni necessarie mentre, a centro barca, si trova l’accesso alla zona interna.
Baja 370 ES – Interni
Pur essendo una barca pensata per esaltare grandi doti velocistiche, il Baja 370 ES fu, a suo tempo, anche uno dei modelli più abitabili di tutta la produzione del cantiere. Dal layout open space, il 370 ES ospita infatti una zona cucina poppiera completa di fuochi, lavelli, frigo e quant’altro serva per considerarla completa; una dinette centrale a tutto baglio composta da due divani a murata (trasformabili in cuccette) e tavolo centrale ripiegabile; una cuccetta a V prodiera (chiudibile per mezzo di una tenda); e un servizio con bagno e doccia, completo di pompe elettriche e scarichi a depressurizzazione. Non mancano poi gli spazi di stivaggio, ricavati sia nel mobilio sia in ampi gavoni nascosti sotto i divani e la cuccetta prodiera.
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Baja 370 ES – Costruzione e finiture
La realizzazione è tutta in sandwich di balsa con stratificazione manuale e rinforzi in Kevlar nella ruota di prua e nei punti di torsione. Scelta ai tempi molto rara nella nautica, carena coperta e murate erano tutte realizzate in balsa e, grazie anche all’impiego della vetroresina, mancava di madieri, sostituiti da falsi madieri e longheroni in vtr. Le uniche controstampate riguardano i servizi, come la toilette e le riserve di galleggiamento, ricavate sotto la cuccetta prodiera e nel vano motori.Resinate alla coperta sono presenti paratie strutturali, e l’ancoraggio dello scafo alla coperta risultava estremamente curato, con sovrapposizioni delle parti con spessori vicini anche ai 3 e fino ai 5 cm, siliconati e resinati nuovamente. Gli interni erano a loro volta notevolmente curati, con moquette a pagliolo, similpelle e alcantara per la selleria e per la soffittatura, e formica per i rivestimenti di armadi e pareti.
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Baja 370 ES – Motorizzazione e TEST
Per quanto riguarda la motorizzazione, il Baja 370 ES era innanzitutto disponibile in due differenti motorizzazioni: una coppia di V8 Mercruiser da 330 cv ciascuno, oppure, sempre Mercruiser, da una coppia di Magnum 454 V8 Benzina da 7440 cc di cilindrata e 365 cavalli per motore. Quest’ultima era la motorizzazione installata nel caso della prova di Barche a Motore che segue, svoltasi sul finire del 1990. La trasmissione è con piedi poppieri trimmabili elettricamente e dotati di eliche in acciao inox a 3 pale tipo Mirage o Chopper. La timoneria è a sua volta in inox, servoassistita sui piedi.
“La motorizzazione che troviamo su questo Baja 370 ES è la più potente fornita dal cantiere, quella che meglio evidenzia le doti marine della carena. La sigla che identifica la coppia di Mercruiser installata a bordo è “Magnum 454”, e identifica il singolo motore 8 cilindri a V che la compone, con 7440cc di cilindrata e carburatori quadricorpo e rotazione massima di 5.000 giri. Se a velocità di crociera si consumano circa 80lt./h, affondando al massimo le manette il discorso è così completamente diverso. Con questa barca, infatti, si raggiungono velocemente i regimi massimi di rotazione e l’accelerazione è progressiva. Mentre sino a 3.000-3.500 rpm il Baja 370 ES può quindi sembrare una barca tranquilla, facilmente governabile, spingendo le manette più in là, sembra quasi, invece, di essere su uno scafo da corsa.”
“Nel corso della prova non è quindi stato difficile superare i 48 nodi di velocità dichiarati dal cantiere, arrivando tranquillamente fino a 53 nodi di velocità massima. Senza alcun intervento sui flap, a 2.500 rpm la barca è entrata in planata a 27 nodi, valore che gestendo di qualche grado i flap, si è abbassato ad un ingresso in planata con appena 2.300 giri. Nei test di virate strette e cambi repentini di rotta, il comportamento dello scafo è sempre stato encomiabile, privo di ingavonate anomale, neanche quando in corsa sulle nostre stesse onde.”
Baja 370 ES – Prova in acqua (1990)
Baja 370 ES – Prova in acqua (1990)
Giri minuto (rpm) | Velocità (kn) | Consumi (l/h) e Autonomia (h) |
2500 | 27 kn | 60 l/h (13.3 h) |
3500 | 42 kn | 120 t/h (6.6 h) |
5000 | 53 kn | 200 l/h (4 h) |
Baja 370 ES – Scheda Tecnica
Lunghezza Fuori Tutto (LOA) | 11.25 m |
Baglio Massimo (B.Max) | 2.85 m |
Immersione (Draft) | 0.70 m |
Dislocamento (Dspl.) | 4500 kg |
Motorizzazione Massima | 2x Mercruiser Mod. 454 Magnum Benzina 8V 365 cv 7440cc |
Serbatoio Carburante | 800 lt. |
Velocità Massima | 52 kn (60 mph x 5000 rpm) |
Progetto | Cantiere Baja |
Costruzione | Cantiere Baja; Ohio; USA |
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