Linee avveniristiche, design al massimo livello e una potenza di ben 1.120 cavalli. Lancia di Lancia è, ad oggi, l’unica barca dello storico marchio di auto. Questo progetto è nato nel 2009 ed è stato realizzato in collaborazione con Sacs, tra i principali produttori di gommoni di lusso. L’intenzione? di travolgere il mercato.
Facciamo un passo indietro. In quella calda estate di dieci anni fa, Venezia è in uno stato febbrile per il consueto Festival del Cinema, evento di cui Lancia era sponsor.
È il 2011. Nei giorni del Festival del Cinema di Venezia c’è uno scafo nero si aggira per i canali della Serenissima. È un Sacs Strider 13, di colore nero, particolare: la livrea è inequivocabilmente Lancia. A credere maggiormente nel progetto era stato l’allora amministratore delegato di Lancia, Olivier François, che si era speso in prima persona nel lancio di quella che può essere considerata una sua diretta creatura. Lancia aveva già avuto degli approcci con il mondo dello yachtingp negli Anni ’20, quando il fondatore Vincenzo Lancia prese spunto dalla struttura degli scafi per disegnare la scocca portante della Lambda, particolare che segnò per sempre la storia dell’automobile. In seguito, negli anni ’60, furono i motori Lancia V6 a salire sui motoscafi da corsa.
La Lancia di Lancia, il lusso su 1120 cavalli
Un rib decisamente sportivo – il logo Martini Racing in bella vista a richiamare il mondo Rally dove Lancia era ben presente e pozzetto lussuoso. Insomma una barca che sulla terra poteva essere scambiata per una spider decappottabile, ma che in mare era un gommone potente e marino, in puro stile Sacs. Questo progetto era stato curato nella fase operativa dallo studio di uno migliori designer italiani ancora oggi, Christian Grande. Da questo contatto il purosangue di Lancia aveva acquisito anche un tocco estetico più elegante.
Christian Grande si concentrò sulla capote che, volendo, chiudeva il pozzetto della barca congiungendosi con il parabrezza. Lanciato a circa 600.000 euro, ancora oggi avrebbe ancora tutte le carte in regola per giocarsela con i maxi-rib moderni.
Curiosità
A distanza di quasi 10 anni possiamo dire che l’esperienza di Lancia non ha avuto un seguito nella nautica. Quello Strider 13 rimane un unicum nella storia della casa automobilistica. Resta il fatto che per un appassionato questa barca può essere senza dubbio un oggetto di culto. Tra le curiosità di questa barca c’è anche la sua linea e la motorizzazione.
La linea della Lancia di Lancia cambia completamente quando la capote è alzata o abbassata. Le finestrature sono in entrambi i casi elementi architettonici fondamentali nel caratterizzare questo tredici metri. A questo si aggiunge il parabrezza in cristallo, che si solleva elettricamente per consentire il passaggio a prua. Ma, se si vuole, si può navigare tranquillamente tenendolo a metà altezza.
Sottocoperta la Lancia nascondeva una coppia di motori da 560 cavalli l’uno, targati FPT (Fiat Powertrain Technologies). Ognuno di essi spingeva due trasmissioni con eliche di superficie. Per essere precisi il blocco motore era l’N67-560, che arrivò al mondo del diporto dopo essere stato testato in competizioni Endurance. Un cuore corsaiolo alla portata di tutti con le leve di comando gestite elettronicamente.