Per anni l’attore comico britannico Peter Sellers è stato armatore di uno yacht di 18 metri del prestigioso cantiere baglietto: l’Amelfis. Il suo rapporto con la barca fu tanto profondo e speciale da considerarla il suo rifugio più prezioso.
La barca è la miglior casa del mondo. Parola di Peter Sellers
Si può vivere la barca come luogo dell’anima? Un posto non solo da occupare fisicamente e con cui viaggiare per mari e oceani, ma una sorta di rifugio tridimensionale del nostro spirito bambino che solo lì, in quel guscio galleggiante, è veramente libero di nascondersi, giocare, fantasticare, essere sé stesso senza paure, costrizioni e pregiudizi. La risposta è probabilmente sì. E, anzi, non sono pochi quei diportisti che vivono esattamente così il concetto di barca: altro non è che la loro vera casa.
Magari non ci abitano fisicamente e nemmeno ci passano gran parte dell’anno. Ma gli basta salire ogni volta quella passerella, aprire un gavone, accarezzare una manovra o semplicemente osservare lo scorcio del cielo dal ponte di coperta, per ritrovare la propria essenza, guardarsi allo specchio e riconoscersi. “Casa è dove si trova il cuore”, diceva Plinio il Vecchio. E se è così, allora il cuore di molti appassionati di nautica si trova proprio a bordo delle loro barche. E non deve essere necessariamente uno yacht. Può essere anche un natante, un gozzo, un gommone. Ogni oggetto che galleggia può esprimere questa meravigliosa dimensione calda e rassicurante.
Peter Sellers, la stella del cinema che amava le barche
Così è stato sicuramente per un personaggio fuori dal comune, amato e celebrato come il più grande interprete della commedia britannica e uno degli attori più talentuosi della storia del cinema: Peter Sellers. Protagonista di tante pellicole e interprete di personaggi bizzarri indimenticabili per la loro follia e la vis comica. Dal divertente e nevrotico ispettore Clouseau della “Pantera rosa”, all’indiano pasticcione Hrundi Bakshi di “Hollywood Party”, dal protagonista multiforme del “Dottor Stranamore”, al candido Chance Giardiniere di “Oltre il giardino”.
Insomma tante maschere immortali per un artista di culto che nella vita privata era in realtà un uomo complesso, lunatico, folle per certi versi ed eternamente insoddisfatto. O, come amava raccontarsi ai giornalisti, “prigioniero dei miei stessi personaggi, senza una mia vera personalità”. Tormenti e demoni a parte, Peter Sellers era una persona estremamente vitale, di una simpatia travolgente, sposato quattro volte con donne bellissime e pieno di amici tra attori, artisti, rockstar e membri del jet set internazionale.
Lo yacht Amelfis di Peter Sellers: un amore a prima vista
Oltre a possedere innumerevoli auto sportive e ville lussuose, Peter Sellers è stato per molti anni anche armatore di uno splendido yacht di 18 metri costruito dal cantiere italiano Baglietto: l’Amelfis. Erano gli anni Sessanta e in quel periodo grazie alla cosiddetta “Serie metrica”, il cantiere italiano era in uno dei suoi migliori momenti, sia per la quantità di barche prodotte (196 in totale) che per la qualità e la ricercatezza delle soluzioni tecniche e stilistiche. Sfornava yachts lussuosi, sofisticati e ricchi di rifiniture di pregio, con linee marcate e colori pastello che diventarono ben presto l’essenza stessa di uno stile mediterraneo, tipico degli anni della “dolce vita”. Non a caso oltre che Peter Sellers quegli yachts conquistarono tanti altri personaggi celebri, come Christina Onassis, Ranieri di Monaco, Virna Lisi e Mike Bongiorno.
L’Amelfis era l’ammiraglia della flotta. Peter Sellers l’aveva vista appena varata, nel 1967, e se ne innamorò all’istante. Tanto da acquistarla dopo appena un paio di minuti passati a bordo e prima ancora del giro di prova. Lo racconta insieme ad altri gustosi aneddoti Roberto Franzoni nel bel libro “Baglietto. 160 anni di nautica italiana” dedicato al più antico cantiere italiano e uno dei marchi più prestigiosi della nautica Made in Italy.
Peter Sellers: “Nulla è più bello di essere in mare”
Ecco, è lo stesso Peter Seller a descrivere il suo amore sviscerato per quella barca e quanto la sentisse come la sua vera casa. Lo racconta nel 1969 all’interno del documentario girato dalla Bbc dal titolo “Will The Real Peter Sellers Please Stand Up“. Sono parole profonde e coinvolgenti, in cui molti di noi non faticheranno a riconoscersi: “Suppongo che la mia vera casa sia sulla barca. Ho messo tutti i miei ‘pezzi’ lì dentro. Conosco l’equipaggio, loro mi conoscono, non mi danno fastidio. Mi seguono. Posso gestire la barca da solo. Là sopra non sono bloccato in un posto. Esco in mare e non c’è nessuno, proprio nessuno. Ci sono vaste distese di blu e quando c’è bel tempo, non conosco niente di più bello che essere in mare a bordo di uno yacht, entrare nei porti quando si vuole, scendere quando si vuole, mangiare a bordo, nuotare. È il massimo del lusso. Se mi chiedessero qual è il lusso più grande che hai nella vita, gli direi che è la mia barca”.
Sognava fughe con la famiglia in Mediterraneo
C’è una foto straordinaria (quella con cui si apre questo articolo) che ritrae l’attore britannico a bordo di Amelfis nel 1968. La barca è ormeggiata in qualche baia del Mediterraneo e sulla coperta rifinita in teak c’è l’attore rilassato su una sedia da regista, occhiali da sole, che sta leggendo il copione di un film. Ai suoi piedi il fido cagnolino e sdraiata accanto a lui sua moglie Britt Ekland, di lì a qualche anno strepitosa “Bond girl”.
Del resto accanto al concetto di casa, Peter Seller, star assoluta dell’epoca sempre inseguito da scie di ammiratori e registi, associava la sua barca alla fuga: “So che in qualunque momento quando il gioco si fa duro posso spostarla e andare via. È come essere ancora un bambino che sta scappando dalla madre e continua a guardarsi indietro per vedere quanto lontano può andare prima che la madre lo fermi. Ecco, quanto lontano posso andare? Immagino un viaggio con la famiglia in Mediterraneo. Una luna blu e io che faccio suonare il registratore. Solo la musica che voglio e ci immergeremo nelle acque di notte con una torcia elettrica subacquea con cui vedere anche le stelle. Tutto un sogno”, racconta l’attore sempre nel documentario della Bbc.
L’amico Ringo Starr e quella passione per i polpi
Oltre alla famiglia, nelle sue fughe strategiche a bordo dell’Amelfis, l’attore inglese portava spesso gli amici. Tra questi Ringo Starr, sarcastico e talentuoso batterista dei Beatles, che proprio in virtù del carattere estroverso e la verve comica, si trovava sempre a suo agio con Sellers. Sul finire degli anni ’60, proprio durante una crociera nel Pireo a bordo dello yacht, in un momento in cui lo stesso Starr era in rotta con la band, Peter Sellers decise di servire all’ospite per cena un piatto di polpo bollito. Vedendo l’espressione riluttante e disgustata dell’amico, Sellers spiegò che amava quell’animale dai mille tentacoli e aveva scoperto durante le sue immersioni che certi polpi abbellivano le loro “tane” subacquee disponendo ad arte, di fronte all’ingresso, dei sassolini e delle conchiglie, quasi a realizzare un piccolo giardino.
Al termine di quella cena, Ringo Starr si chiuse in cabina e scrisse quel capolavoro che è “Octopus’s Garden”, inserita poi nell’album beatlesiano “Abbey Road” del 1969. Il brano racconta di come sarebbe bello stare nel “giardino del polpo”, sentirsi al sicuro e riparati dalle tempeste, invitare gli amici, ballare ed essere sicuri di non venire trovati da nessuno. Ecco il punto: nel profondo degli abissi marini, così come a bordo di uno yacht che naviga libero e felice, l’importante per noi tutti è essere sé stessi e sentirci finalmente a casa.