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Profondo amante del mare, nella sua lunga carriera il cantautore bolognese è stato armatore di diverse barche, particolari come lui, dai nomi curiosi, ma soprattutto autentiche e capaci di ispirare alcuni dei suoi brani più belli.
Da grande amante della vita e curioso del mondo, Lucio Dalla era anche un profondo appassionato di mare. L’immensa distesa blu era per il cantautore bolognese geniale ed eclettico non solo il rifugio prediletto da tournée, concerti e impegni con le case discografiche. Ma soprattutto una fonte d’ispirazione, unica e ricca di suggestioni. Non a caso proprio al mare Dalla ha dedicato alcuni dei suoi capolavori musicali: dalla splendida “Caruso” a “Controvento”, passando per “Stella di mare” e “Come fanno i marinai”.
E poi una canzone che nel suo repertorio è quella forse più di tutte legata alla dimensione marina: “Come è profondo il mare”, un testo quasi filosofico, molto lirico e per certi versi aspro, dove il mare diventa simbolo dell’inconscio, dell’ignoto e dell’infinito, in una sorta di invito a tutti a riflettere sulla nostra esistenza, sul senso della vita, sul grande mistero che ci circonda.
L’amore viscerale per il mare spinse Lucio Dalla nel corso della sua carriera a diventare armatore di una serie di barche. E non parliamo di quei lussuosi yachts da miliardari che spesso finiscono nelle mani di vip ed esponenti dello star system.
Le sue erano tutte barche con un’anima, dalle qualità marine genuine, ben costruite e per nulla appariscenti. Insomma da vero marinaio. Mezzi ideali per passare le vacanze, invitare gli amici, godersi crociere e notti alla fonda nel Mediterraneo e, chissà, lasciarsi ispirare per comporre le sue canzoni. Le isole Tremiti erano la sua destinazione di crociera preferita. Ma navigava volentieri anche nel Tirreno tra Ponza e Capri. E poi ancora in Sicilia, dalle Eolie alle isole Egadi.
Da un’avaria su “Catarro” nacque la magia di “Caruso”
La prima imbarcazione di Lucio Dalla risale agli Anni 80. Era un motorsailer in legno realizzato dal cantiere Pershing. Con il suo solito spirito goliardico e irriverente l’aveva battezzata “Catarro”, sulla stessa linea di quando esordì sulle scene con lo pseudonimo di “Domenico Sputo”. A quest’imbarcazione Dalla si legò particolarmente, soprattutto a causa di un rocambolesco episodio. Era il 1986 e in seguito a un’avaria mentre navigava nel Golfo di Napoli il cantautore fu costretto a riparare a Sorrento. Qui il soggiornò all’Hotel Excelsior Vittoria e, per una curiosa combinazione, proprio nella stanza che anni addietro aveva ospitato il mitico tenore Enrico Caruso, poco prima della morte.
I proprietari dell’albergo gli raccontarono degli ultimi giorni della vita del tenore e della sua passione per una giovane ragazza a cui dava lezioni di canto. Fu allora in quella stanza, ispirato da questi racconti, che Lucio Dalla compose allo stesso pianoforte usato dal vecchio artista il celebre brano “Caruso”, inserito poi nell’album live “DallAmeriCaruso”.
“Brilla&Billy”, la sua barca più amata
Dopo “Catarro” per il cantautore bolognese arrivarono altri due Pershing, il 45 piedi “Dance” e il 54 piedi “Two Dance”. Poi nel 2002 acquistò anche un gommone, un Asso 75 di 7,5 metri motorizzato con due propulsori Yamaha da 150 cavalli.
Fu però solo nel 2003 che Lucio Dalla entrò in possesso di quella che è stata l’imbarcazione che ha amato di più e che ha tenuto fino alla sua scomparsa prematura, avvenuta il 1 marzo del 2012. Anche in questo caso aveva scelto un nome non comune, “Brilla&Billy”, in onore dei suoi due cani Labrador da cui non si separava mai. Commissionato al cantiere Azzurro di Marotta di Fano, lo yacht era lungo 23 metri e costruito interamente in legno con materiali di ottima qualità, compresa una chiglia longitudinale in quercia massiccia. Era dotato di due propulsori e 5 cabine per ospitare fino a 9 persone.
Un vero “laboratorio musicale” navigante
Ma la vera “chicca” era che il cantautore aveva fatto realizzare al suo interno un vero e proprio studio di registrazione, completo e all’avanguardia per l’epoca. In questa sala di registrazione galleggiante e perfettamente attrezzata Dalla nel 2003 compose “Tosca Amore Disperato”, l’opera ispirata al melodramma “Tosca” di Giacomo Puccini e al dramma “La Tosca” di Victorien Sardou, ma anche “Angoli nel cielo”, brano contenuto nell’omonimo album pubblicato nel 2009.
Ecco allora il suo ennesimo capolavoro: in quel mare che tanto amava e desiderava, la possibilità di creare musica liberamente, fermare a “caldo” le emozioni respirate e vissute nel Mediterraneo che lo circondava, elaborare testi e note dal sapore autentico, in grado di colpire al cuore l’anima di tutti, marinai e non.
1 commento su “81 anni fa nasceva Lucio Dalla. La storia delle sue barche a motore”
Tammaro
Brilla & Billy ormeggiata a Castellammare, ero suo vicino di ormeggio. Era un nobile di Cuore, amava tutto e tutti,semplice gentile simpatico. Castellammare di Stabia dovrebbe ricordarlo.
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1 commento su “81 anni fa nasceva Lucio Dalla. La storia delle sue barche a motore”
Brilla & Billy ormeggiata a Castellammare, ero suo vicino di ormeggio. Era un nobile di Cuore, amava tutto e tutti,semplice gentile simpatico. Castellammare di Stabia dovrebbe ricordarlo.