Il trawler è una barca da vivere. Alcuni di questi sono dei classici inconfondibili, come il Grand Banks 32 nella storia raccontata su Classic Boat. Oggi vi racconteremo di Freya, un GB 32 che, grazie alla passione del suo armatore, è tornato in acqua salvandosi dalla distruzione per un pugno di sterline.
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Prendere un Grand Banks 32 per un pugno di sterline
Tutto inizia a Brighton Marina, dove il protagonista di questa storia, Derek Stubley ha trovato Freya pronta per essere abbandonata o “fatta a pezzi” per il suo mogano pregiato con cui sarebbe stata costruita una casa galleggiante. Dereck offre una cifra piuttosto misera – 9.000 £ (circa 11.000 euro) – al proprietario che se ne voleva liberare. La proposta di chi voleva semplicemente smembrarla era addirittura il doppio di quella di Dereck. Il destino, però, ha voluto che l’armatore non guardasse al danaro, ma alla sorte di Freya, scegliendo Dereck come successore per la barca.
Si dice spesso che in un’imbarcazione in legno una volta che lo scafo è a posto, il resto è in discesa. Questo è probabilmente vero, ma a metà. Lo scafo di Freya era tutto sommato sano e robusto. Lo stesso non si può dire per la sovrastruttura e gli interni, il vero zoccolo duro del restauro di questo Grand Banks 32. E cosa va di pari passo ai grandi lavori? Tempo e denaro.
I problemi erano, però, svariati:
- un refit fai-da-te del precedente armatore, non realizzato a regola d’arte. Nella pratica erano state usate delle viti in acciaio nella sovrastruttura che, una volta arrugginite, avevano fatto passare l’acqua che pian piano si era mangiata quello che trovava lungo il cammino.
- l’opera morta a babordo era impregnata “come un biscotto nel latte”
- colonie di funghi che crescevano sparse per la barca
- lo specchio di poppa era inclinato di 5 gradi per l’acqua per la fuoriuscita dai serbatoi di acqua che aveva fatto marcire le travi portanti
La ricostruzione della barca: come è rinato Grand Banks 32
La tabella di marcia era a questo punto chiara e Dereck, con un lavoro da ispettore edilizio ed un passato in Marina, aveva il background necessario a sapere dove mettere le mani. Era il momento di mettere Freya in secca e pianificare tutti i lavori nel dettaglio. Ci sono voluti sei mesi per organizzare il refit . Tempo però ben speso, perché da lì il restauro è durato poi solo un anno.
Il costo del refit e il valore attuale
Dopo la spesa iniziale di 9.000 sterline ne sono servite poi altre 65.000, di sterline, per riportare a nuovo Freya. Investimento, però, ampiamente ripagato e non solo perché il valore attuale della barca è doppio. Per il refit è stato usato principalmente legno di quercia bianca americana, balal,compensato marino e mogano secolare che arriva dalle scale di un hotel.
Le parti del motore e l’impianto di scarico in acciaio inox sono stati ricostruiti secondo il modello originale: il motore è un 120bhp Ford Lehman diesel che oggi funziona ancora proprio come 49 anni fa. Il restauro di Freya non è stato individuale, ma ha coinvolto un nutrito gruppo di appassionati che hanno riportato la barca al suo antico splendore.
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