L’Oceano Atlantico per i marinai e chi ama le barche è un richiamo fortissimo e le storie di metodi “originali” per compiere l’impresa non mancano. Dal naufrago volontario, Alain Bombard al moderno “Diogene” che l’ha fatto dentro una botte. Il discorso di fondo è spesso simile. Ciò che parte ad ovest, in Atlantico, prima o poi arriva da qualche parte a est. Nel 1970 a farsi infiammare da questa pazza idea sono stati due giovanotti finlandesi, Seppu Muraja e Arto Kulmala. A dare originalità alla loro storia è stata la scelta della barca: un piccolo open (4 metri per 1.70 metri), un Mustang Marino chiamato Psycotppatti, con un fuoribordo Archimedes Penta 360 da 36 cavalli. E, contro ogni pronostico che potremmo fare oggi, ce l’hanno fatta.
L’oceano con una barchetta di quattro metri
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Attraversare l’Oceano su un motoscafo di 4 metri
Per il carburante non c’era spazio e quindi l’idea iniziale fu di trascinarlo in dei serbatoio galleggianti, ma nella pratica non era fattibile. Venne quindi messo un barile da 200 litri in una stiva impermeabilizzata a centro barca. Come spinta ausiliaria il Marino venne anche dotato di un albero con una vela che divenne poi il propulsore principale dal momento che il carburante non sarebbe mai bastato navigando solo a motore.
La partenza avvenne da una città che, soprattutto agli amanti delle auto, ispira subito il senso dell’avventura: Dakar in Senegal. L’arrivo, invece, fu in Guyana, dove la piccola imbarcazione rossa giunse spinta dall’aliseo. In totale ci vollero 47 giorni, circa 1128 ore di totale attenzione allo scafo, a turno. Immaginate, però, cosa voglia dire timonare per giorni e giorni e giorni, ogni minuto. Per dormire, a turno, c’era uno spazio ricavato sotto la coperta a poppa del pozzetto, mentre l’approvvigionamento di cibo fu in gran parte legato alla pesca.
Mustang Marino, la costruiscono ancora
Ieri parlavamo della rinascita della barca di Hemingway, il Pilar, che oggi viene prodotta con il nome di Wheeler 38.
Tornando a questa storia, Marino, il cantiere finlandese che produce imbarcazioni da diporto da oltre 60 anni, nel 2019 ha reintrodotto il Mustang dell’impresa esattamente come era 50 anni fa. Con in più la possibilità di scegliere i colori della coperta tra una vasta tavolozza di tonalità pastello e in tinta con la calandra del fuoribordo Tohatsu che può essere scelto da 15 fino a 50 cavalli. Ideale come prima barca, dato il costo piuttosto contenuto di scafo e motore, ma con la garanzia che al timone, potenzialmente, non avrete limiti.
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1 commento su “Con questa barchetta (4 metri) nel 1970 hanno attraversato l’Atlantico”
….quel che parte da est arriva ad ovest