Due indizi sono una coincidenza, ma tre fanno una prova. Axopar, Beneteau, e Brunswick sono a mani basse tra i più grandi produttori di barche a motore in termini di volume ed hanno una diffusione in ogni angolo del globo.
Tutti e tre hanno svelato le carte sull’intenzione di sviluppare ulteriormente, ognuno a modo proprio, i boat club in Europa, ma non solo. A differenza del classico “charter” e della locazione, questo tipo di mobilità sull’acqua si avvicina di più all’ottica della sharing economy dove al possesso privato di un bene, subentra la sua “disponibilità” con la sottoscrizione di un abbonamento.
Fenomeno boat club: pronto a esplodere in Europa?
Cosa significa? Che posso avere a disposizione una o più barche di una flotta, utilizzarle quando voglio mediante una prenotazione gestita da un’app sul telefono, uscire in mare e rientrare “senza stress”. Se le nuove generazioni (in generale) hanno meno potere d’acquisto rispetto a quelle precedenti a parità d’età, questa formula diventa tanto semplice quanto attrattiva. Invece di un sostanzioso esborso in denaro, si ottiene l’accesso al bene ad una cifra decisamente più bassa e senza impegni a lungo termine come invece lo sono, in caso d’acquisto, ad esempio il leasing nautico, ma anche i costi e i tempi di manutenzione e gestione.
“Questa soluzione nautica è il futuro – ci spiega Marianela Clavier, Operations Manager, Freedom Boat Club EMEA – non solo per il cambiamento di mentalità per cui sempre più persone preferiscono affittare che comprare, ma anche perché risolve molte criticità che oggi fanno parte della quotidinità per i diportisti. La mancanza di posti barca è un problema concreto in Europa con cui moltissimi si sono confrontati almeno una volta, così come quello di trovare anche porti turistici non particolarmente attrezzati. C’è poi il discorso dei prezzi per cui le barche da 6 a 8 metri continuano ad aumentare ogni anno, ma per un pubblico che non ha possibilità economiche illimitate”. Siamo in quella fascia di prezzo dove l’armatore indeciso può anche essere costretto a rinunciare a causa di queste ragioni.
Un universo in espansione
Eppure il Boat Club negli USA è tutt’altro che una novità. Basti pensare che solo Freedom Boat Club, società parte del colosso a stelle e strisce Brunswick, ha 400 strutture affiliate in tutto il mondo ed esiste dal 1989, anno in nacque sulle acque della Florida. Il modello americano è caratterizzato da soluzioni diverse rispetto all’Europa: ci sono molte più basi e l’idea di appartenenza al club è piuttosto fondante. Un boost importante sembra averlo dato anche Axopar siglando una partnership con Agapi Boat Club: “Il Boat Club Axopar x Agapi – afferma Peder Asplund, CEO di Agapi – sarà presente in almeno tre continenti entro l’inizio del 2024. Anche se l’obiettivo per il 2024 sarà la creazione di un’ampia rete nelle destinazioni più attraenti d’Europa, il piano prevede di includere cinque continenti nel 2024. Riteniamo che la maggior parte dei +110 concessionari di Axopar aderirà entro i prossimi quattro anni.” L’obiettivo finale, del resto è di raggiungere quota 200 centri già entro il 2030.
I boat club di ultima generazione
I boat club che abbiamo esaminato puntano tutti su imbarcazioni comprese tra i sei e i dodici metri circa. Non c’è quindi il grande “flybridge” per intenderci, almeno per ora, nelle offerte, ma piuttosto imbarcazioni agili e veloci, cabinate anche, ma adatte principalmente ad uscite giornaliere. Al contempo va segnalato che per quanto affiliati a marchi noti, i boat club tendenzialmente non sono monomarca, ma ospitano invece anche brand diversi in base a quelle che sono le esigenze del mercato locale come possono essere ad esempio i gommoni. Né Axopar, né Beneteau e neppure Brunswick li hanno in produzione, ma alcune strutture li hanno nella loro flotta perché su quel territorio sono necessari.
In base a quanto si vuole spendere e al tipo di barca (o di barche) che si vuole avere a disposizione si sottoscrive una sorta di abbonamento annuale o mensile. Ogni organizzazione, chiaramente, ha poi le sue regole di uso e gestione. La digitalizzazione e l’uso della tecnologia, ad esempio per la prenotazione è sicuramente una delle prerogative per consentire un accesso “smart” e senza impegno. Ad esempio l’app Wizi boat di Beneteau disponibile su smartphone punta sul noleggio self-service a breve termine di imbarcazioni condivise.
Prezzi e sostenibilità: quanto costano i Boat Club
Guardando al vecchio continente, però, questo fenomeno sembra pronto ad esplodere seriamente anche da questo lato dell’oceano Atlantico. Da una parte perché è una sorta di ricetta anti-inflazione: si paga, nella maggior parte dei casi, una quota una tantum d’ingresso e poi un canone mensile in base al tipo di barca che si vuole avere a disposizione.
Nel caso di Axopar X Agapi l’iscrizione varia da circa 4.000 a 35.000 € all’anno, a seconda della categoria o della gamma di imbarcazioni scelte.
L’iscrizione dura 12 mesi, si rinnova automaticamente e si può scegliere tra pagamenti annuali o mensili. Per Freedom Boat Club (Brunswick) in base al club e ai costi legati al porto turistico e alle barche proposte il prezzo cambia. Ad esempio, però, in Francia e in Spagna i prezzi di partenza sono di circa 1.999 € di iscrizione (una tantum) e poi 299 € di iscrizione mensile.
Per Wizi Boat (Beneteau Group) si parte da 149 € euro al mese. Visti gli aumenti che hanno riguardato ad esempio natanti negli ultimi anni, è facile capire che alla fine dell’anno la cifra spesa sarà decisamente meno impattante. Non che le imbarcazioni in generale non siano aumentate, ma di sicuro su uno scafo “entry-level”, l’incremento si è fatto sentire decisamente di più sulle tasche del diportista.
I giovani vogliono i boat club
Il discorso economico è anche generazionale. I “baby-boomer” spesso sono dei super appassionati che hanno sempre avuto nella barca uno status symbol, ma soprattutto la disponibilità di comprarne una da giovani. Oggi il discorso è ben diverso. I millenials e la generazione Z arrivano tendenzialmente ben più tardi alla stessa capacità di spesa e la barca slitta indietro nella classifica delle priorità dopo la casa e la macchina. Oltre al tema economico c’è anche un cambio di prospettiva generazionale: i giovani hanno interessi molto più eterogenei tali per cui la nautica non è più l’unica attività, ma una delle tante.
In questa prospettiva, dunque, diventa ancora meno conveniente un esborso di denaro come l’acquisto. Al price point si aggiunge anche una maggiore propensione ad abbracciare la sharing economy per cui viene preferito l’accesso ad un bene piuttosto che il suo possesso. L’idea di immettere meno prodotti “usa e getta” sul mercato o comunque condividere un bene per produrre e quindi generare meno emissioni sta raccogliendo sempre più consenso. Il punto è quello di dare vita ad un circuito più virtuoso anche dal punto di vista ambientale come, in parte, sta già accadendo con il mondo dell’automobile. I boat club hanno poi, anche altri assi nella manica. Il vero valore aggiunto rispetto al classico noleggio, infatti, lo vediamo anche in tutte quelle attività parallele alla semplice messa a disposizione di uno scafo.
Un modo sicuro per iniziare
“I boat club non sono semplicemente luoghi dove prendere e riportare la barca – ci racconta Pual Blanc, a capo dello sviluppo del VP Boat Club di Beneteau Group – ma hanno molto di più da offrire. C’è un dato che bisogna conoscere per afferrare a pieno il fenomeno: nel nostro europeo Wizi Boat abbiamo l’80% dei membri che sono dei neofiti. A questo si aggiunge che in media hanno 15 anni in meno dei soliti diportisti. Abbiamo quindi un pubblico totalmente nuovo che bisogna anche, in un certo senso, educare. Dopo il boom legato al covid in moltissimi hanno comprato la barca, ma ci sono stati vari casi in cui come totali principianti hanno avuto delle esperienze negative e hanno infine rinunciato rivendendola. Con i boat club offriamo corsi di formazione, trucchi per navigare meglio e anche consigli pratici per godersi la barca. Ancora, i club possono organizzare appuntamenti con pescatori esperti o altri personaggi che portano la loro esperienza e la condividono con gli altri.”
Se pensiamo alle nostre estati in barca, in Italia, ma non solo, sicuramente ci vengono in mente diverse persone incontrate lungo la rotta a cui un po’ di cultura nautica manca. Non è solo la patente che crea persone capaci di andar per mare. Avere come base di partenza una realtà di questo tipo sicuramente sarebbe un passo avanti verso la creazione di marinai più consapevoli. Questo approccio, infatti, è condiviso dalla maggior parte dei boat club che abbiamo analizzato: in questo caso appunto Agapi X Axopar, Wiziboat Beneteau e Freedom Boat Club di Brunswick.
5 commenti su “Come andare in barca quando vuoi senza comprarla né noleggiarla”
Molto interessante…..
È possibile avere maggiori informazioni e contatti 🙏 Grazie
Ci sono delle basi in sardegma nelle isole greche dello ionio ed in turchia? Inoltre vorrei sapere come funziona perché non l’ho capito
un servizio già sperimentato con automobili di lusso che ha funzionato benissimo.
Bandiera delle barche? Nazionalità italiana di residente in Italia? PATENTE!
40% dei vantaggi scompare, a questo punto charter e via!