I nuovi “padroni” della nautica | I boss di Perini, Azimut e Sanlorenzo

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Tabacchi e Perini insieme in difesa del “made in Italy”

Cercare investitori di casa per un cantiere italiano spesso significa difendere il “made in Italy” che in fatto di yachts è il primo al mondo. Questo è stato l’obiettivo di Lamberto Tacoli, AD di Perini Navi, leader mondiale nella progettazione e costruzione di superyacht. Nel 2017 dopo avere respinto offerte di svedesi e gruppi orientali, Tacoli ha firmato un accordo di partnership con Fenix Srl che fa capo alla famiglia di Dino Tabacchi. La Fenix Holding ha rilevato il 49,9% del capitale di Perini Navi e la partnership si è concretizzata attraverso un aumento di capitale di 27 milioni. Dino Tabacchi è presidente di Salmoiraghi & Viganò SpA, da lui acquisita nel 2002 e operante nel settore della produzione e della vendita di lenti, occhiali e attrezzature ottiche. Anche questa partnership tutta italiana è stata vincente: dopo avere chiuso il bilancio 2017 con ricavi per oltre 40 milioni di euro, recentemente Tacoli ha annunciato che il cantiere viareggino raggiungerà il pareggio nel 2018 e l’utile nel 2020-22.

L’obiettivo di difendere l’eccellenza italiana è stato anche alla base dell’acquisizione nel 2014 del celebre Cantiere del Pardo da parte della famiglia Trevisani, già proprietaria del marchio Sly dal 2010, che ha rilevato lo storico cantiere di Forlì dal gruppo tedesco Bavaria Yachtbau e ha costituito una nuova società, la Cantiere del Pardo Spa. La famiglia Trevisani è l’azionista di controllo del Gruppo Trevi, fondato da Davide Trevisani e leader mondiale nel campo delle perforazioni del sottosuolo, una holding quotata alla Borsa di Milano, con oltre 6.000 dipendenti in 40 paesi. Rinnovato nello staff manageriale, il Cantiere del Pardo continua a crescere e si avvia a chiudere il bilancio del 2018 con un fatturato di 32 milioni di euro.

barca a motore pardo-43

Giovanni Tamburi e Azimut/Benetti, una cordata vincente

La nautica è stata un buon affare anche per il banchiere Giovanni Tamburi, presidente della Tamburi Investment Partners (Tip), merchant bank quotata (Star) e con partecipazioni in diverse realtà del made in Italy come Amplifon, Bolzoni, Eataly, Hugo Boss, Moncler e Prysmian. Nel 2015 Tamburi ha rilevato il 6,2% di Azimut/Benetti di Paolo Vitelli, uno dei più prestigiosi costruttori di yacht e megayacht al mondo, e sottoscritto un aumento di capitale di 30 milioni di euro, così da salire al 12% delle azioni. Nel 2018 Azimut/Benetti ha registrato un fatturato di 850 milioni di euro, pari a +18% sui 723 milioni del 2017.

barche a motore Tamburi
Il fondo italiano di Giovanni Tamburi, TIP, ha una quota del 12% di Azimut Benetti

Fondi d’investimento: i rischi delle strategie speculative

Una parte da protagonista tra chi oggi scommette sulla nautica la fanno i fondi d’investimento. Lo sa bene il Cavalier Massimo Perotti, azionista di riferimento di Sanlorenzo Spa, cantiere italiano ai vertici della produzione mondiale di luxury yachts, che recentemente si è ricomprato per 22 milioni di euro la quota di 15,96% dell’azienda che nel 2010 aveva ceduto al Fondo Italiano d’Investimento. A vendere è stata Neuberger Berman, che nel 2017 ha rilevato la totalità delle quote del fondo di private equity di Fondo Italiano d’Investimento. La strategia economica del cantiere in questi anni difficili è stata gratificante: Sanlorenzo è infatti il primo cantiere ad aver superato il fatturato pre-crisi (198 milioni di euro nel 2008 – 314 milioni di euro nel 2016). E oggi continua a crescere con un tasso medio del 18,2%.

Le stesse operazioni finanziarie da parte dei fondi d’investimento possono essere a lunga durata. È il caso del tedesco Aurelius Group che nel 2011 ha acquistato per 27 milioni di euro il 64,67% delle quote dell’Hanse Group, terzo gruppo nautico mondiale nel settore delle costruzioni di barche da diporto fondato da Michael Schmidt. Tra i più importanti fondi d’investimento a livello europeo, Aurelius Goup è anche proprietario del cantiere inglese Sealine e del cantiere francese Privilége Marine specializzato nella costruzione di catamarani. Non sempre però le strategie speculative dei fondi vanno a buon fine. Spesso infatti non basta razionalizzare l’organizzazione aziendale dei cantieri per ottenere ampi margini di guadagno. Bavaria ne sa qualcosa. Il più grande cantiere tedesco per superare la crisi dal 2008 è passato nelle mani di svariati fondi, Bain Capital, Oaktree e Anchorage, che lo hanno poi abbandonato. Recentemente è stato prossimo al fallimento, il cantiere è stato salvato da un altro fondo, il tedesco Capital Management Partners specializzato nel rilevare aziende in sofferenza.

 

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