Basta un secondo per riconoscerle, innamorarsene e volerne una. Sia questa una barca, una moto, una tavola da sup o una delle iconiche auto. Nel mondo delle auto Brabus è legata principalmente al marchio tedesco Mercedes-Benz, ma non solo. Nelle barche, invece, il partner ideale è stato individuato in Axopar, a detta di molti il cantiere rivelazione dell’ultima decade.
Brabus: la nostra intervista al CEO
A Palma di Maiorca, in occasione del debutto internazionale dell’Axopar 45 e dei due nuovi purosangue Brabus Marine (il Brabus Shadow 300 e il Brabus Shadow 900 Deep Blue) abbiamo intervistato Constantin Buschmann, CEO di Brabus dal 2018. Ecco di cosa si tratta l’Effetto Brabus, quel fattore Wow che circonda alcune tra le più lussuose, performanti e iconiche barche del panorama nautico.
Brabus è un nome conosciuto in ogni angolo del mondo. Nelle macchine siete famosi per il tuning, nelle barche per la gamma Shadow. Ma cos’è Brabus oggi?
Brabus non è una casa di tuning, così come non è un cantiere di yacht. O meglio, diciamo che non è solo questo: la formula che riassume al meglio questa realtà è luxury mobilty brand.
Perché su qualsiasi “oggetto” mettiate le mani scatena subito una richiesta fortissima?
Nessuno ne ha bisogno davvero, ma tutti ne vogliono una. Che sia una macchina, una moto o una barca. Il lusso è questo e noi puntiamo tutto sul “Brabus One-second WOW”. Questa formula riassume il nostro modo di pensare. Quando qualcuno vede qualcosa di Brabus ci deve volere un secondo perché psicologicamente si voglia avvicinare ad averlo. Ogni prodotto di lusso di successo dovrebbe avere queste caratteristiche.
Quali sono i caposaldi di questo “Effetto Brabus”?
Tutto ciò che è marchiato Brabus è subito riconoscibile. I punti forti sono il bold e il nero, poi le prestazioni estreme, ma gestibili sempre. Aggiungiamo poi la passione per i dettagli e la capacità di esaltare l’individualità.
Quando è nata Brabus Marine, nel 2016, voi avete di fatto cominciato con Axopar il vostro percorso nautico. Eppure loro erano appena all’inizio…
Axopar è da tre anni fra le 1000 aziende che stanno crescendo più rapidamente in Europa secondo il Financial Times. Per ogni brand con cui lavoriamo abbiamo logiche diverse. Alcuni prodotti li costruiamo noi internamente, altri sono realizzati in partnership come nel caso di Panerai o di KTM. Quando scegliamo un partner, è per- ché deve essere vincente in quel segmento. Quando abbiamo iniziato con Axopar 6 anni fa è stato subito chiaro che fosse perfetto per noi. Molti ci hanno chiesto: ma perché Axopar? Perché non un altro marchio di lusso sul mercato? A queste persone ho detto e ridetto che Axopar stava ridefinendo l’approccio alle day boat. Era solo questione di tempo, ma l’idea di Axopar era rivoluzionaria e quello era il segmento giusto per noi per entrare nella nautica. Oggi, in solo 6 anni, Axopar è diventato il brand rivelazione degli ultimi dieci anni e questo dimostra, per me, che era la scelta giusta. Quando facciamo un accordo vogliamo che funzioni sul lungo periodo. Per esempio, dalla partnership Axopar e Brabus sono arrivati benefici reali che solo le partnership giuste e di successo portano. Nella pratica noi non abbiamo dovuto creare uno stabilimento per costruire le barche e Axopar non ha dovuto investire nella creazione di una propria gamma di lusso.
Come funziona il vostro rapporto?
Quando è iniziata la nostra collaborazione con Axopar, abbiamo iniziato a lavorare su imbarcazioni che erano già state pensate ed elaborate. Il Brabus Shadow 800, il primo di sempre, è stato una rielaborazione dell’Axopar 37, ma non abbiamo potuto lavorare sul progetto, sui disegni. Abbiamo preso la barca e l’abbiamo rielaborata, così com’era. Quello che oggi facciamo è un approccio a piattaforma con una condivisione del progetto iniziale. Noi condividiamo gli scafi, ma sopra poi facciamo prodotti completamente diversi. Loro producono una barca che si focalizza su uno standard qualitativo e sui volumi di vendita, mentre noi ricerchiamo la qualità più alta possibile, la qualità prima di tutto. Questo richiede una quantità di lavoro, anche solo nei tempi, immensamente più grande. Ogni brand di solito ha i suoi stampi, mentre nel nostro caso abbiamo voluto creare una piattaforma comune. Questo funziona da sei anni, perché con una piattaforma anche noi abbiamo più volumi, più qualità, più testing e più ripetibilità.
L’Axopar 45 è l’ultimo nato del cantiere. Cosa ne pensa?
Il nuovo Axopar 45 è una barca affascinante, è innovativa, è multiuso. Di fatto è una barca assolutamente versatile, il primo 45 piedi con i fuoribordo cabinato e ci porta verso qualcosa di nuovo. Non solo come nuova categoria di barca. Lato Brabus ci apre verso qualcosa di nuovo e vedo moltissima potenzialità in questo scafo, perché ci da più spazio per “giocare” e declinare il nostro DNA nel prodotto.
Quindi salirete di dimensioni?
Con Brabus siamo voluti entrare in un mercato con molti volumi, perché è qui che c’era il business e la replicabilità. Abbiamo iniziato con il 37, poi il 28 e via così. Questo contrasta con il nostro solito modo di agire, perché tendenzialmente puntiamo su modelli altamente personalizzati e a tiratura limitata, one-off fatti in piccole serie. Nel caso della nautica, invece, ci siamo voluti legare a un marchio come Axopar. Però, ora che siamo consolidati su questo segmento, diciamo che è tempo di pensare a qualcosa di più grande ed è per questo che guardo con molto interesse al nuovo Axopar 45. Questo perché è la base giusta per dare più potenza, più perfomance e perché sappiamo questa barca è fatta per essere molto veloce.
Che numeri ha Brabus Marine in un anno?
La prima barca Brabus di sempre è stato il Brabus 800. Pensavamo di venderne uno, poi ne siamo riusciti a vendere 15-16 nel giro di poco. Da lì abbiamo capito che avevamo il prodotto giusto al momento giusto e siamo cresciuti. Oggi siamo arrivati a 60-80 all’anno e nel 2023 dovremmo arrivare a 100 barche.
Come scegliete i vostri partner?
Molte persone vengono da me e mi dicono “lavora col brand X, lavora col brand Y” perché sono marchi migliori e io dico che non funziona così. Non ho bisogno del brand migliore, ma di quello giusto per quello che dobbiamo fare. Credo quindi che Axopar sia il meglio per noi nel mercato marine, così come KTM è il migliore tra le moto. Questa è stata una delle nostre ultime partnership e ne sono molto contento. Molti mi han- no suggerito che avremmo dovuto lavorare con Harley Davidson, per esempio. Perché no? Perché siamo radicalmente diversi. E poi Harley Davidson costruisce le moto in America mentre noi siamo in Germania. Al momento non penso che ci sia un brand migliore di KTM per le moto.
L’effetto Brabus nelle auto e nel marine è forte. Ora le partnership con Panerai e KTM vi hanno aperto nuovi orizzonti, così come quella con Jobe già ben avviata per i water toys. Andrete verso altri mercati?
Noi partiamo da un punto di vista che non è di prodotto, ma di cliente. Non partiamo mai dall’idea di dire quale sarà la prossima auto, il prossimo orologio o la prossima auto. Tutto parte dai nostri clienti nel mondo e cosa potrebbe essere capace di suscitare in loro questo senso di stupore. Certo, ci sono anche delle sovrapposizioni tra questi prodotti e quindi ci sono sovrapposizioni tra i nostri clienti. Uno che compra un orologio è lo stesso che comprerebbe una moto o un’auto o una barca che condividano le stesse caratteristiche e così via.
Gregorio Ferrari
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