Tre milioni di lire. Grazie a Raul Gardini, non ancora famoso per il Moro di Venezia, che ha prestato nel 1972 tre milioni di lire (1.500 euro) al 29enne Giuseppe Giuliani Ricci è nato, 50 anni fa il Cantiere del Pardo. Anche grazie a quello oggi possiamo ammirare gli iconici Pardo Yachts.
Il cantiere romagnolo che ha inventato barche a motore prima mai viste, compie mezzo secolo, un traguardo unico nel panorama della cantieristica europea. Grande festa per festeggiare l’anniversario in riva al mare della baia di Sistiana (Trieste) dove c’era per l’occasione il gotha della nautica.
Noi ne approfittiamo per farci raccontare la storia del Cantiere del Pardo e i motivi che hanno reso i Pardo Yachts una case history, oggetto di studio.
Partiamo dal fatto più curioso. Dal 1973 al 2016 il Cantiere del Pardo non aveva mai costruito una barca a motore. Solo barche a vela. Ma, come racconta il Presidente, Gigi Servidati: “Il pensiero di fare una barca a motore c’era da tempo, perché la nostra passione nautica è sempre stata a 360°”.
Come è nato il progetto del Pardo 43
La fortunata storia dei Pardo Yachts inizia nel 2012 al Cantiere del Pardo quando arrivano ai vertici Fabio Planamente come CEO e Gigi Servidati presidente. La prima cosa che la coppia di manager pensa è come far crescere il cantiere. Ed ecco che l’idea di entrare nel mondo delle barche a motore, portando tutta l’esperienza acquisita nel mondo della vela, prende forma.
Per entrare da “pivelli” in un mercato tutto sommato nuovo per Pardo ci voleva qualcosa che rendesse le barche a motore immediatamente riconoscibili. Ecco l’idea. Racconta Servidati: “Sono stato sempre molto attratto dalle prue inverse. Così pensammo subito che la prima barca a motore del Cantiere del Pardo sarebbe dovuta essere con la prua rovesciata e walkaround”.
Poi era naturale trasferire l’eleganza delle forme che tutti riconoscono alle barche a vela e alcuni “trucchetti” per renderle più slanciate della concorrenza. Come la “linea di bellezza”, che altro non è che una sottile riga dal colore diverso dallo scafo posizionata sopra la giunzione tra scafo e coperta che aggiunge eleganza e slancio allo scafo.
A settembre 2017 al Salone di Cannes viene presentato il Pardo 43 (12.80×4,20 m), ecco cosa racconta di quel momento Servidati:” Contro ogni pronostico, soprattutto di coloro che ci dicevano che eravamo pazzi a credere in un progetto così ‘spinto’, con l’aggravante che non avevamo esperienza di yacht a motore, vendemmo subito 30 esemplari”. Per darvi l’idea del successo dell’irreverente Pardo 43, in sei anni ne sono stati venduti più di 270 esemplari.
Un accenno anche agli aspetti tecnici innovativi. La carena è studiata appositamente per la propulsione IPS Volvo Penta, i pesi sono concentrati a centro barca così da ridurre il rollio quando si è fermi in rada, gli spazi interni sono molto più ampi rispetto alle barche concorrenti. E le finiture sono di altissimo pregio, come tradizione del cantiere dal 1973.
Dai walkaround alle navette Endurance
Servidati e Planamente spingono sull’acceleratore, hanno capito che la loro formula funziona. Basta trasferire eleganza, design e attenzione ai dettagli tipica delle loro barche a vela Grand Soleil nei Pardo Yachts a motore. Non si fermano più.
Nel 2018 nasce il Pardo 50 (16.25×4.96 m), l’anno dopo il fratello più piccolo Pardo 38 (11,90×3,60) che oltre alla motorizzazione IPS può adottare i fuoribordo, che tanto vanno di moda.
Ma cosa c’era ancora da innovare ancora nel mondo delle barche a motore?
Pardo E60 di 18 metri è la barca da crociera di ultima generazione
Lo racconta sempre Servidati: “Da un’analisi del mercato ci siamo accorti che c’era un vuoto nel mercato delle navette: mancavano barche da crociera con una carena ben studiata, efficiente a 10 come a 20 e più nodi di velocità, e al tempo stesso comode e refrattarie al rollio quando c’è da starsene all’ancora”.
Con questa, ancora una volta, innovativa filosofia nel 2021 è nato il primo modello della linea Endurance, l’Endurance 60 (18.08×5,12 m) e nel 2024 sarà varato l’Endurance 72 (22.00×6.66).
Chiudi i Pardo e fai nascere la linea GT
A completare la crescita impetuosa del Cantiere del Pardo c’è una terza linea, quella GT nata nel 2022 con il GT 52 (16,58×4,96 m).
Sentiamo qual è l’idea dei Pardo GT: “Questo modello”, racconta Servidati, “nasce dall’esperienza walkaround: in molti ci chiedevano una versione chiusa dei Pardo, che non costringesse a scegliere tra stare sottocoperta o sul ponte aperto, ma che offrisse interni più vivibili, con una bella dinette e tre cabine, mantenendo il family feeling del cantiere”.
Pardo GT52 (16.5 m) è puro stile italiano. Test del crossover da crociera
Anche in questo caso, nulla di scontato. La barca utilizza la medesima carena del Pardo 50, ma nel GT 52 il letto della cabina armatoriale si trova a murata e non a prua. la sovrastruttura e alla coperta rialzata nella parte prodiera ha volumi e altezze notevoli ed è finestrata tutto attorno, munita di un grande lucernario. Anche nella linea GT sta già nascendo il fratello maggiore, GT 75 (22.86m x 5.99m).
Questa è la storia della fortunata avventura del Cantiere del Pardo che compie 50anni nel mondo delle barche a motore dove in soli sette anni è diventato uno degli attori principali del mercato. E non vuole smettere di crescere.