Barche Cult: l’indimenticabile Serie Metrica di Baglietto (16-20 m)

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Ischia 80, la grande evoluzione della Serie Metrica

I Cantieri Baglietto sono una delle grandi pietre miliari della cantieristica italiana e internazionale, una realtà d’eccezione che, da metà ‘800, ha saputo scolpire la storia della nautica mondiale, diventando uno dei “big” indiscussi del settore. Oggi, gigante del mercato, Baglietto sembra una realtà lontanissima da quella dei suoi albori, fatta di piccole Jole, lance, racer puri e perfino idrovolanti, eppure, le due realtà si contengono a vicenda, con un punto chiave fondamentale, la svolta produttiva del secondo dopo guerra. Nascono qui infatti prima la Serie delle Isole e poi la Serie Metrica, dando il via a Classic Boat d’eccellenza e ad una crescita che porterà spedita al successo odierno.

Cantieri Baglietto & Classic Boats

Nel 1841, a Varazze, nasce Pietro Baglietto, la mente dietro l’inizio del tutto. In un piccolo orto a 100 metri dal mare sarà proprio lui a fondare il cantiere, iniziando con piccole barche a remi, per poi arrivare, nel 1876, al grande debutto: il cutter Rosy, per il Conte Ponza di San Martino, un primo successo. Nel 1890 la concessione per il cantiere sulla spiaggia e tutto prende piede dando la direzione ad un cantiere di crescente successo. Nel 1906 varerà il più grande yacht a motore (con vela ausiliaria) allora mai costruito (22.6 m), dando la spinta, nel 1908, alla fondazione del vero e proprio cantiere: S.I.A.M, Società Italiana Automobili Marittime. Nascerà in questo periodo un’altra creatura d’eccezione, un idroplano sviluppato con gli ingegneri del Genio Aeronautico, antesignano di quelli che diverranno i moderni aliscafi, nonché punto di partenza per l’altra attività del cantiere: gli idrovolanti. Nulla di più lontano da quanto ci si potrebbe immaginare oggi…

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Cantieir Baglietto
1906; Primo prototipo di idroplano

Cantieri Baglietto: 1900-1945

È il 1911 quando il cantiere passa di padre in figlio, con Bernardo Baglietto a prendere le redini, assistito dal fratello maggiore Giobatta. La spinta della Grande Guerra si farà qui presto sentire, con la produzione che verte sulla produzione di MAS (Motoscafi Armati Siluranti) e Idrovolanti. Un incentivo enorme alla ricerca e alla sperimentazione.

Cantiere Baglietto
1915-1917 – Idrovolante F.B.A.

La fine del conflitto offre finalmente un periodo di sperimentazione pura, con il mito della velocità a prendere piede. Baglietto produrrà scafi da corsa, con carene esagerate e potenze inverosimili per l’epoca. Ogni campionato del mondo e record di velocità, a lungo, sembrerà poter essere solo suo. Questi sono anche gli anni delle “automobili marine” (piccoli motoscafi), dei battelli e dei grandi yacht privati e delle barche a vela per l’elite, tutta ricerca e eccellenza artigianale che, presto, andrà però a riversarsi in un secondo conflitto mondiale.

1932 – Motoscafo Alcione per G. D’Annunzio alla Fiera Campionaria Milano

Cantieri Baglietto:  l’indimenticabile Serie Metrica

Superata la critica fase della ri-conversione, dal bellico al civile, gli anni ‘50 sono per Baglietto un punto di svolta. Il cantiere si cimenta infatti nella costruzione di motoscafi da diporto destinati al pubblico, sperimentando con l’innovativo compensato marino, sviluppato per il settore militare negli anni precedenti. Nasce così la Serie delle Isole, con i mitici Elba (qui la sua storia), Capri, Ischia (qui la sua storia), Maiorca e Minorca. Un successo. Le linee sono nuove e accattivanti,  rompono con la tradizione e diventano presto uno status symbol. Nel 1962 le Isole sono al primo Salone Nautico Internazionale di Genova, successo esagerato, è  la svolta.

Baglietto – Ischia
Baglietto Ischia

Gli anni ‘60 raggiungono l’apice e Baglietto conosce uno dei suoi momenti di più alto successo, sia in termini di quantitativi prodotti, sia in termini di qualità e ricercatezza dei suoi prodotti. Il merito è della nuova creazione, un cult: la Serie Metrica. Il Baglietto 18M è qui lo scafo più iconico, la barca più lussuosa allora mai realizzata dal cantiere. Il fasciame è ancora tradizionale, ma segna la svolta: tutti ne desiderano uno.

1964 – Carostefal Motor Yacht 18M per il principe Ranieri di Monaco

La produzione, visto il successo, verrà convertita per il seriale. Nasce così il 16.50M, realizzato in compensato marino e addirittura forte di interni prefabbricati. È il futuro che arriva. Nasce una nuova tendenza: forme meno sinuose, tagli più netti, fly-bridge… Il 16.50M è davvero l’icona che cambia il gioco.

1967 – Motor Yacht serie 16.50M

Tutta la serie metrica, compreso il 20M, diventerà subito un cult, apprezzatissima dagli armatori, tanto da vedere un totale di 196 unità costruite, con elementi di spicco tra i committenti: Ranieri di Monaco, Peter Sellers e Virna Lisa. Il successo è esorbitante e il mercato ne vuole sempre di più: gli anni ‘70 porteranno così alle leghe più leggere, all’alluminio e al grande custom, con suo apice nell’Ischiai 80 nel decennio successivo. Poi, di colpo, la crisi petrolifera, la crisi e la cessione dell’attività. Ma non la disfatta per il cantiere, come ben sappiamo, oggi più forte che mai.

1970 – Varo di un Motor Yacht serie 20M

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Come ho comprato e rimesso a nuovo un Baglietto Elba anni ’60

 

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