Classic Boat: 6 barche in legno che sono capolavori del Made in Italy (6-16 m)

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Riva Tritone
Riva Tritone | Michel deRuijter © 2014

Parlando di Classic Boat, scafi in legno e eccellenze del Made in Italy, due barche probabilmente saltano subito in mente: il Riva Aquarama e il G-50 dell’Avvocato. Eppure, sempre dalle forme sinuose, morbide e decisamente iconiche, ci sono tante altre barche, classici intramontabili della tradizione nostrana. I più appassionati già le conosceranno, per altri, invece, potrebbero essere piacevoli scoperte. Comunque sia, ecco 6 Classic Boat in legno che sono capolavori assoluti della cantieristica italiana.

Classic Boat: 6 barche in legno, cult del Made in Italy

Dai laghi alla riviera, il Belpaese è sempre stato costruttore di scafi ineccepibili, barche eccezionali firmate da nomi altrettanto iconici: Riva, Rio, Baglietto o Sangermani. Qui di seguito, tralasciando le più classiche e chiacchierate, vedremo 6 capolavori firmati da questi marchi “illuminati”.


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Baglietto – Ischia
Baglietto Ischia, una delle 6 Classic Boat in questo articolo

Riva Olympic – 6.5 m

Poche barche sono più iconiche del Riva Aquarama. Al contempo, pochi Riva sono più piacevoli, versatili e affascinanti (oltre che relativamente economici) del piccolo e meraviglioso Riva Olympic. Lungo 6,55 metri, forte di 38 nodi e progettato per un pubblico giovane, il piccolo Olympic è una coniugato di praticità e lusso, un progetto tanto elegante quanto funzionale.

Riva Olympic
Riva Olympic – Image Credits Robbe & Berking Classics : Baum & König

Prua sgombra, cruscotto curvato, doppio divanetto a servire la timoneria e prendisole a tutto baglio fino allo specchio di poppa. Il tutto avvolto dalla classe e dall’eleganza che solo un Riva in legno sa avere. Qui, con tocchi di vernice bianca a coronare il tutto. Insomma, oggi come allora, la barca ideale per joyrides, uscite giornaliere e pic nic in rada all’insegna della dolce vita.

Leggi qui il nostro articolo di approfondimento sul Riva Olympic

Riva Olympic
Riva Olympic

Rolls Rio – 6.7 m

Automotive e nautica sono due mondi distanti, ma molto più in contatto tra loro di quanto non sembri. Un po’ perché spesso partecipi di uno stesso “glamour”, un po’ per necessità commerciali, e spesso per soluzioni tecniche. Entrando in questo segmento, nel 1965, Rio produsse un piccolo gioiello, un 6.7 metri elegante, signorile e motorizzato Rolls Royce: il Rolls Rio, la Rolls Royce del mare.

Rolls Rio
Rolls Rio; 1965

Forte di un singolo motore Rolls Royce LM-841 da 8 cilindri a V con 6.230cc di cilindrata, per una potenza erogata di 240 cavalli, il piccolo Rio era un missile da 43 nodi. Un missile sì elegante, ma anche comodo. Il look è quello classico anni ‘60, le linee sono eleganti, pulite, con una prua breve ad impegnare appena un quarto della lunghezza dello scafo, subito avanti il parabrezza. Dietro, invece, pozzetto e timoneria occupavano il centro barca con due sedute a poltroncina seguite da un divano a tutto baglio. Ad offrire maggiori volumi, simulando un prendisole, le poltrone di pilota e copilota prevedevano poi schienali abbattibili, creando così una sorta di prendisole connesso al divano.

Leggi qui il nostro articolo di approfondimento sul Rolls Rio

Rolls Rio; 1965

Rio Espera – 6.9 m

Sarnico è un luogo di semi-culto per gli appassionati di nautica, la culla natale di Rio e Riva. E fu proprio qui, sul lago d’Iseo, che sul finire degli anni ‘50 l’allora Avionautica Rio iniziò la sua conversione verso l’industria nautica, abbandonando la produzione di alianti. Nasce il suo primo scafo di sempre, un piccolo capolavoro: il Rio Espera. Con 6.6 metri iniziali, poi diventati 6.9 fuori tutto, è un cult assoluto, un classico da 37 nodi forte di linee senza tempo, ricche di un’eleganza evergreen che sembra, talvolta, irripetibile.

Rio Espera
Rio Espera

Da buon runabout anni ‘60, il pozzetto prende vita dal centro barca verso prua, con un parabrezza curvo a proteggere gli occupanti. Qui, due file di sedili servono la timoneria e due eventuali passeggeri, con ulteriori 3 posti in un divanetto appena a poppa, servito da tavolino abbattibile. In alcune versioni, a poppa, prende poi posto un prendisole, ampliando ulteriormente gli spazi. Un altro piccolo classico, insomma, rigorosamente in legno.

Leggi qui il nostro articolo di approfondimento sul Rio Espera

Rio Espera
Rio Espera

Riva Tritone – 7.9 m

Riva è un mito, è sinonimo della dolce vita, di Portofino, dei laghi e della Côte d’Azur. Un’immagine che di rado manca di evocare contesti da cinema d’autore e, soprattutto, i suoi gioielli in mogano ormeggiati alle banchine, forti di un’eleganza forse mai più rivista. A coronare quest’immagine, però, non fu il Riva che tutti credono, ma il fratello maggiore, il primo ad arrivare per sbaragliare il mercato. Il Riva Tritone. Costruito in mogano, prima a fasciame massello, poi in lamellare, fu una barca magistrale, capace di rimanere al top di gamma per oltre un decennio.

Riva Tritone
Riva Tritone

Look e layout sono da manuale: prua breve, parabrezza curvo, divanetto in timoneria e secondo divanetto appena dietro questo primo. Da buon Riva, poi, esiste in diverse versioni, comprese quelle con e senza prendisole poppiero. È un classico, il runabout “dolcevita” prototipato. La poppa è splendida.

Leggi qui il nostro articolo di approfondimento sul Riva Tritone

Riva Tritone | Foto di Michel deRuijter C 2014

Baglietto Elba – 11.3 m

Altre taglie, altro stile. Dimenticate i runabout in stile dolce vita, dimenticate laghi cristallini o riviere senza vento. Con Baglietto si va nel mondo dei “weekender” ante-litteram, il mondo dei “primi cruiser”. Era il 1958 quando, a Varazze, in Liguria, veniva varato uno scafo di nuova concezione. Il successo fu immediato. Era nato il primo motoryacht italiano di serie, il Baglietto Elba.

Baglietto Elba

Linee eleganti, tuga alta e lunga, parabrezza a proteggere un ampio pozzetto e cabine rivoluzionarie, spaziose. A bordo c’è tutto, locale equipaggio, cabina armatoriale matrimoniale, toilette, cucina e salone, con 3 posti letto aggiuntivi, per esplorare la riviera come mai prima. Baglietto firma la rivoluzione, si apre il mondo dello yachting a motore. E fa 26 nodi!

Leggi qui il nostro articolo di approfondimento sul Baglietto Elba

Baglietto Elba – Immagine di un varo; autore e data sconosciuti (CC BY)

Baglietto Ischia – 16 m

A concludere questa breve prima rassegna, un cult, una pietra miliare: il Baglietto Ischia, un 16 metri come pochi altri, progetto emblematico della ricostruzione postuma al secondo conflitto mondiale. Elegante e forte di 4 posti letto (più due nella dinette trasformabile), l’Ischia è uno degli yacht più di successo del tempo, con una produzione di ben 72 unità in appena 6 anni (‘59-65) –numeri che assumono ancor più significato in un contesto di produzione semi-artigianale con costruzione in fasciame. La versione Super-Ischia, per i cinefili, appare ne “Il Sorpasso”, giusto per dire…

Classic Boat Made in Italy
Baglietto Ischia

Motorizzato fino a 1200 cavalli e capace di velocità massime tra i 29 e i 35 nodi, l’Ischia fu una rivoluzione in sè, un cruiser di lusso, completo di ogni amenità necessaria per lo yachting dell’epoca: una cabina matrimoniali, una doppia a letti singoli, un salone trasformabile con cuccette, una cucina completa e doppi servizi. Oltre a un gran pozzetto e spazio da vendere. Insomma, fu subito un oggetto di culto e, giustamente, continua ad esserlo.

Leggi qui il nostro articolo di approfondimento sul Baglietto Ischia

Baglietto – Ischia
Baglietto, Ischia Super

Scopri le Classic Boat degli articoli precedenti

A questo link trovi tutte la altre grandi Classic Boat e, se ne hai una e vuoi parlarcene, qui trovi le istruzioni per caricarla nella nostra sezione dedicata, così da poterla celebrare con noi e con tutti gli appassionati

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Dart 38 (11 m), la ricetta per “volare” a 76 nodi nei primi anni ’70

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4 commenti su “Classic Boat: 6 barche in legno che sono capolavori del Made in Italy (6-16 m)”

  1. alessandro mazzoni

    Attenzione: L’Ischia di Baglietto non ha mai avuto 2 cabine matrimoniali.
    La cabina armatoriale a poppa con due letti singoli a murata e bagno e 1 cabina doppia a letti singoli, a prua per gli ospiti con bagno. Poi letto a castello trasformabile nel saloncino, alzando lo schienale del divano.

    Alessandro Mazzoni Archivio storico Baglietto

  2. LUCA MACORATTI

    Splendide barche sotto tutti i punti di vista, oltretutto con carene performanti ed economiche. Bati pensare che il Baglietto Elba, metri 11,30 di mogano!, teneva una velocità di crociera di 26 nodi con due pesantissimi GM a due tempi da meno di 200 cv l’uno. Un motoscafo di oggi di pari dimensioni – e molto più leggero – per raggiungere le stese velocità ha bisogno del doppio di cavalleria e per di più non ha la stessa vivibilità e luminosità naturale negli interni che, per consentire compartimentazioni di dubbia utilità pratica, nelle costruzioni sono per lo più angusti e sacrificati. Il fatto è che le barche degli anni 60 erano costruite – con intelligenza e sapienza – per essere “vissute”. Anche la scelta di dotarle di cuccette singole a murata consentiva una miglior vivibilità nelle cabine.

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