Carburante, posto barca, manutenzione…tutte voci che zavorrano il bilancio quando a fine anno si contano le spese della barca. Fortunatamente, c’è un modo per ammortizzarle: il noleggio occasionale. La maggior parte di voi certamente conosceranno questo segreto di pulcinella, ma ricapitoliamo tutto quello che c’è da sapere praticamente.
Noleggio occasionale
Ecco quello che dovete sapere sul noleggio occasionale, com’è e come funziona, ma soprattutto come essere in regola e non sbagliare.
Innanzi tutto, cosa si intende per noleggio?
Può sembrare una domanda banale, ma nel linguaggio colloquiale il termine “noleggio” viene usato impropriamente. Ci si riferisce, ad esempio, ai classici gommoni senza patente da condurre in autonomia come gommoni “a noleggio”. In realtà, dal punto di vista normativo, quella è una locazione. Per noleggio si intende invece il servizio che offre, oltre alla barca, anche la conduzione del mezzo. Insomma, quello che colloquialmente si definisce “charter” o “noleggio con skipper”.
In cosa consiste il noleggio occasionale?
In questo caso specifico, per “occasionale” si intende il noleggio fatto non come attività economica stabile, ma come metodo per incentivare la nautica da diporto e il turismo nautico, che quindi non costituisce un uso commerciale dell’unità.
Ma quanto spesso è “occasionale”?
Fino a 42 giorni l’anno. Alla fine, considerando la tipica stagione estiva, da metà giugno a metà settembre, sono circa 90 giorni: significa avere la possibilità di uscire quasi un giorno su due. Se si tolgono i giorni di condizioni meteo avverse, è decisamente un numero congruo per poter “rientrare” delle spese senza farne un’attività in piena regola.
Chi può farlo?
Il proprietario, che sia una persona fisica o una società (purché non avente come oggetto sociale il noleggio o la locazione) oppure l’utilizzatore a titolo di locazione finanziaria (leasing). L’unico requisito è essere in possesso della patente nautica da almeno tre anni.
Con che tipo di barca si può fare?
Con ogni tipo di unità classificata come imbarcazione. Per completezza d’informazione, è possibile farlo anche con navi da diporto, ma in questo caso il comandante deve essere in possesso del titolo professionale.
La barca può battere una bandiera diversa da quella Italiana?
No, deve essere iscritta nei registri nazionali.
E se ho un natante?
L’unica possibilità è immatricolarlo.
Bene, soddisfo tutti i requisiti, come faccio a iniziare?
Basta comunicare telematicamente via mail (no PEC), prima di ogni uscita, l’inizio dell’attività di noleggio all’Agenzia delle Entrate e alla Capitaneria di Porto territorialmente competente.
Cosa succede se mi dimentico?
Meglio che non succeda: le sanzioni sono molto salate, come è giusto che sia, dato che alcuni furbetti cercano di aggirare il limite dei 42 giorni “dimenticandosi” alcune comunicazioni. Si va dai €2.066 agli €8.263.
Quali documenti devo tenere a bordo?
Le copie delle comunicazioni, con le relative ricevute di trasmissione, e dei contratti di noleggio.
E l’assicurazione?
Non ci sono norme specifiche in questo Decreto, ma è bene comunicare alla propria Compagnia che stiamo effettuando noleggio occasionale e prevedere coperture adeguate per evitare spiacevoli sorprese in caso di incidenti.
Come vengono tassati i proventi di questa attività?
I proventi derivanti dall’attività di noleggio sono assoggettati a un’imposta sostitutiva del 20% da versare con Modello F24.
Posso dedurre le spese sostenute, ad esempio il carburante?
No.
Posso portare più gruppi contemporaneamente?
Sì, bisogna fare ad ognuno un contratto separato.
Se l’imbarcazione è in comproprietà?
Ogni proprietario è tenuto ad effettuare la relativa comunicazione di noleggio occasionale all’Agenzia, indicando l’importo percepito rapportato alla propria quota.
E se ho un equipaggio?
Rimane alle dipendenze del noleggiante, e bisogna estendere la comunicazione dell’inizio attività anche all’Inps ed all’Inail.
Ma se volessi sfruttare il noleggio occasionale per farne un’attività invece di aprire una società specifica?
Questo era un metodo usato per aggirare la necessità dei titoli professionali per chi apriva un’impresa di charter con imbarcazioni oltre i 10 metri. Adesso, con la qualifica dell’Ufficiale di 2° classe per il diporto, non se ne dovrebbe più vedere l’utilità. Inoltre, in caso di presenza di membri dell’equipaggio, non potendo dedurre i costi, la convenienza è di gran lunga diminuita. Giustamente, questo sistema deve rimane un’opportunità di godere della barca contenendo i costi, e non di speculare.
Stefano Monfroni
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