I corsi per diventare ufficiali di navigazione da diporto di 2^ classe – gli skipper, in sostanza – che dovrebbero già essere ben avviati, continuano ad accumulare ritardo e a non partire. Il motivo, questa volta, è sorprendente. La “colpa” è, infatti, di una posizione del Ministero della Salute, che da mesi frena i corsi per il conseguimento del titolo professionale semplificato. Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica, ha lanciato un’accusa diretta al Ministero della Salute per provare a sbloccare la situazione. Ecco cosa sta succedendo.
Il corso che blocca tutto
La questione riguarda l’impossibilità di accedere ai corsi di Primo Soccorso Sanitario (First Aid) per coloro che aspirano a diventare Ufficiali di Navigazione da Diporto di 2° classe, una nuova figura professionale introdotta quest’anno.
Questo blocco impedisce di conseguire uno dei titoli necessari per sostenere gli esami presso le Capitanerie di Porto, ostacolando di fatto l’intero processo. Dopo anni di attesa, è stata finalmente approvata una legge che distingue nettamente tra imbarcazioni da diporto e navi mercantili, stabilendo che per la conduzione delle prime nel settore del noleggio sono necessarie abilitazioni specifiche.
Ufficiale di Navigazione da Diporto di 2° classe
È stata così creata la figura dello skipper professionista (Ufficiale di Navigazione da Diporto di 2° classe), separata dal comandante della marina mercantile. Per diventare skipper professionista è necessario superare vari esami presso le Capitanerie di Porto e seguire corsi di formazione su temi quali antincendio, sopravvivenza e salvataggio, sicurezza personale e responsabilità sociale (PSSR), oltre al primo soccorso sanitario. Questi corsi erano precedentemente riservati ai marittimi della “Gente di Mare”, ma il Ministero delle Infrastrutture ha autorizzato la partecipazione anche ai nuovi aspiranti skipper.
Tuttavia, il corso di “primo soccorso sanitario” richiede ancora l’approvazione del Ministero della Salute, un nulla osta richiesto da tempo ma che continua a non arrivare, bloccando l’intera legge e lasciando in attesa migliaia di candidati pronti a intraprendere una nuova carriera.
Un problema di incapacità o negligenza?
La rivista Barche a Motore ha già denunciato questo comportamento irresponsabile dei funzionari del Ministero della Salute. Ora, anche Confindustria Nautica si unisce al coro delle critiche nei confronti di un dicastero che sta ostacolando l’introduzione del nuovo titolo professionale per skipper. Resta da capire se si tratti di una scelta consapevole o semplicemente di una mancanza di attenzione.
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