Riceviamo dalla Segreteria di Confindustria Nautica una richiesta di rettifica ai sensi di legge, che quindi prontamente pubblichiamo con lo stesso rilievo dato al nostro articolo “Natanti, DCI e incentivi. Una storia di caos”
Spett.le Panama Editore c.a. Luca Oriani
Gentile Direttore,
l’articolo pubblicato il 12 aprile su Barche a motore online, titolato “Natanti, DCI e incentivi. Una storia di caos”, contiene una serie di informazioni errate, a cominciare da quella che i natanti sarebbero esclusi dagli inventivi alla rottamazione dei motori endotermici.
Poiché l’invito, formulato per le vie brevi, alla Sua rimozione, non ha trovato accoglimento, siamo costretti a precisare in via formale, ai sensi di legge, chiedendo la pubblicazione integrale della seguente lettera di smentita e con eguale rilievo quello riservato alla notizia.
L’articolo in oggetto:
1. contiene alcune asserzioni prive di fondamento,
2. quanto impropriamente riferito avrebbe potuto essere facilmente verificato con normale diligenza dal giornalista, da fonti ufficiali e consultando la scrivente almeno per la parte in cui si occupa del suo operato,
3. è censurabile sotto il profilo delle informazioni non corrette offerte ai consumatori, in danno degli stessi, del mercato e delle imprese che producono o distribuiscono motori elettrici,
4. associa al titolo “Una storia di caos” all’immagine recante il logo di Confindustria Nautica, pertanto rappresenta un danno reputazionale per l’Associazione nazionale di categoria di Confindustria.
Inoltre si leggono affermazioni quali: il natante “era un porto franco, libero dalla burocrazia e dalla tassazione, ma è veramente così?”, “Il vaso di Pandora?”, “il caos normativo”, “i natanti privi di omologazione CE sono di serie B per accedere agli incentivi” per la rottamazione dei motori, la “DCI, il sintomo di un problema più grande, (…) come ottenere questa dichiarazione per i natanti non omologati CE”, “il nostro Paese non è nuovo a misure di sostegno di cui, alla fine, riesce ad approfittare soprattutto chi ne ha meno bisogno”, che sono del tutto fuorvianti.
Anche il riferimento all’entrata in vigore dell’omologazione CE è errato, a dimostrazione della scarsa perizia dell’estensore del pezzo.
Innanzitutto, nessuna nuova tassazione è stata imposta ai natanti, come invece riportato.
Il natante non omologato CE, cioè immesso sul mercato prima del 1998 (non del 1993, come si legge) non subisce alcun limite di accesso agli incentivi alla rottamazione dei motori endotermici per acquisto di propulsori elettrici.
Non corrisponde al vero che “per ottenere la DCI senza marcatura CE si può richiedere un’attestazione di idoneità, un certificato rilasciato da un ente tecnico a seguito di un’ispezione della barca. Una procedura che nel migliore dei casi costa almeno 500 euro”.
Non corrisponde al vero che, per ottenere l’incentivo, “in caso di furto dimostrare la proprietà può essere davvero difficile”.
Poiché il contributo per la rottamazione dei motori endotermici utilizza denari dei contribuenti, correttamente la normativa – pubblicata in G.U. e accessibile a tutti – prevede un censimento dei beneficiari, a disposizione dell’amministrazione e delle forze di polizia per le previste verifiche.
Dunque, mentre per le imbarcazioni immatricolate fa fede la licenza per la navigazione. Per i natanti, che sono sprovvisti, fa fede la DCI – Dichiarazione di costruzione o importazione rilasciata da Confindustria Nautica a seguito della registrazione su un portale informatico i cui costi di implementazione, personale e gestione ricadono sulla medesima organizzazione.
Tale portale prevede espressamente l’ipotesi che il natante possa essere sprovvisto di omologazione CE, anzi lo prevede di default e semmai l’interessato può fleggare la casella “dotato di omologazione CE”, e in questo caso prevede, in caso di assenza della documentazione tecnica comunque obbligatoria fino al 1998, l’inserimento di una auto-dichiarazione del proprietario.
Il portale è pubblico e chiunque, anche l’articolista, avrebbe potuto accertarlo come dimostrano gli screenshot delle pagine di registrazione che si allegano.
L’unica cosa che l’articolista poteva ignorare, ma avrebbe potuto facilmente appurare chiedendo a Confindustria Nautica, è che è stata proprio quest’ultima a battersi con l’amministrazione affinché prendesse in considerazione una modalità di rilascio dei contributi che includesse tutti i natanti e non si limitasse alle unità registrate o, in subordine, a quelle munite di attestazione CE.
Spiace, infine, che la semplice segnalazione dei fatti non sia stata sufficiente alla testata per procedere alla rimozione della notizia.
Genova, 12 aprile 2025
Confindustria Nautica La Segreteria
Risponde la redazione di Barche a Motore
Gentile Segreteria di Confindustria Nautica,
non contestiamo quanto riportato nella vostra lettera di rettifica, che, da un punto di vista strettamente tecnico, a partire dal refuso sull’anno 1993, corrisponde a verità. Spiace tuttavia rilevare come sia stato del tutto frainteso il senso dell’articolo, ossia che gli armatori dei natanti senza marcatura CE devono affrontare un costoso iter, in termini di tempo e denaro, talvolta sproporzionato rispetto al valore intrinseco del mezzo, per vedersi riconosciuti gli stessi diritti riservati ai possessori di più recenti natanti omologati.
Sullo stesso sito di Confindustria Nautica (https://dci.
Risponde Il Direttore responsabile di Barche a Motore
Gentile Segreteria di Confindustria Nautica,
non è nostro costume rimuovere gli articoli pubblicati, come ci avete richiesto. E’ costume di questo giornale e della nostra Casa Editrice assumersi la piena responsabilità di quanto scriviamo, io e tutti i giornalisti che ho l’onore di dirigere. Rimuovere un articolo dopo averlo pubblicato in questo mestiere è un’ammissione di colpevolezza. E noi abbiamo solo la colpa di essere al servizio dei nostri lettori, cercando di fornire informazioni corrette e opinioni utili e costruttive.
Luca Oriani