Ammesso (e non concesso) che il mondo del charter riparta quest’estate, resta il problema di come evitare il collasso del settore soprattutto nelle isole. Sicilia e Sardegna (già colpite da un crollo delle prenotazioni del 50%!) potrebbero soffrire molto di più a causa del coronavirus, perché possono essere raggiunte solo via mare o via aereo e molti charteristi, preoccupati dal trasporto su mezzi “affollati” come aerei e navi, potrebbero orientarsi su altre scelte.
Infatti, gli operatori del charter sardo hanno rilasciato un comunicato congiunto in cui fanno sentire la loro voce e fanno appello alle istituzioni affinché il noleggio delle barche sia riconosciuto come attività “ricettivo –turistica”. Eccolo:
La crisi dei charter sardi: “Aiutateci o collasseremo”
“Il settore del Charter Nautico in Sardegna ha un incredibile bisogno di aiuto per superare questo delicato momento e necessitiamo che la Regione Sardegna sviluppi una linea di comunicazione diretta con noi per creare una strategia di sopravvivenza adeguata.
Quella esposta di seguito è la situazione in cui oggi versa il settore del Charter Nautico nell’Isola e riassume i pensieri di tutti noi operatori che ci troviamo ad affrontare questo difficile momento storico.
Cosa sta succedendo nel settore del Turismo ed in particolare del Charter Nautico in Sardegna ?
In questo momento dobbiamo fare fronte alle grosse perdite già concretizzate e che si subiranno nei prossimi mesi a causa della crisi generata dal coronavirus; il Turismo balneare in Sardegna (quello del diporto, dei porti turistici e dei rispettivi operatori del charter che si occupano di locazione e noleggio, traffico alle isole limitrofe, gommoni ecc.) necessita di urgenti misure atte ad ammortizzare il più possibile gli effetti dei mancati introiti.
Alcuni dati:
in Sardegna operano circa 300 unità a vela in bare-boat, 350 a noleggio, 650 tra gommoni e natanti, oltre alle imbarcazioni a noleggio sopra i 17 metri (dati confcommercio e assonautica). Tutto questo coinvolge circa 180 imprese e tremila dipendenti.
Impatto economico:
Le dimensione e l’ impatto economico inerente il segmento del solo “Charter delle barche a vela” in Sardegna è così riepilogato:
· 30 società
· 300 imbarcazioni
· 2500 posti letto (equivalente a 1200 camere circa)
· 125 dipendenti diretti + 125 indiretti = TOT 250 LAVORATORI ( famiglie ).
· Media riempimento: 18 settimane / barca
· Equipaggio medio: 5/6 persone
· Flusso medio in entrata: 1.800 persone / settimana
· Totale flusso / stagione: 32.400 persone
· TOTALE PRESENZE ALBERGHIERE (testa/notte): 226.800
· Tariffa media settimanale locazione/unità: € 2500,00 (€ 59,00/testa/notte)
· Spesa media / unità per servizi a terra e accessori: € 2500,00
· TOTALE RICAVI DIRETTI E ACCESSORI: € 27.000.000,00
· Incidenza sul fatturato dei servizi a terra delle basi charter: 50%
· STAGIONE OPERATIVA DA APRILE A OTTOBRE = 7 MESI
Cancellazioni
L’unica vera certezza è che il crollo delle prenotazioni si aggira sul 50% a cui si va a sommare un ulteriore 30% dovuto ai vari contratti già spostati sul 2021. Questo significa che il nostro settore avrà l’80% di crollo e possibili perdite di posti di lavoro a tempo indeterminato.
Quest’anno abbiamo già disdette sino a metà luglio, e i nostri clienti al 90 % sono esteri e con molta probabilità non potranno affrontare il viaggio perché al momento non è dato sapere quali saranno le restrizioni sui viaggi e gli spostamenti delle persone
COSA CHIEDIAMO
Riconoscimento del Charter Nautico come attività “ricettivo –turistica”.
Fiscalità
Le Società di Charter hanno il problema dell’IVA che dall’ 11 % passerà al 22%; è fondamentale che la Regione Sardegna le integri nel settore turismo di cui ovviamente sono parte integrante con il quale sono escluse per un codice Ateco (77.21.02 ) che contiene la parola “DIPORTO” che implica e restringe l’utilizzo dell’unità al solo scopo ricreativo” – la definizione di turismo è “viaggio e soggiorno a scopo ricreativo”. Su questo punto è fondamentale ci venga riconosciuto ciò che realmente siamo. Senza tale riconoscimento, non abbiamo alcuna possibilità di attingere ad agevolazioni di alcun tipo previste invece per un settore che ci appartiene a tutti gli effetti come turismo. E’ quindi necessari che la locazione di imbarcazione venga assimilata a quella dei Marina Resort assoggettata ad i.v.a. 10 %.
Peraltro non possiamo aumentare dell’11 % il listino (l’iva in più richiesta) perché non saremo assolutamente competitivi sul nostro mercato che è europeo, i nostri competitors non sono le aziende con cui condividiamo le banchine ma bensì paesi come Spagna, Francia, Grecia, Croazia e Turchia.
Agevolazioni
I porti concessionari richiederanno e forse otterranno la sospensione degli oneri demaniali al 100% (QUI per saperne di più) necessario per salvare i loro bilanci e garantire gli stipendi ai propri dipendenti.
Contrariamente a tutto ciò le Società di Charter sono attualmente condannate a pagare in pieno i posti barca, le assicurazioni delle barche, i cantieri, il materiale necessario per tenerle operative, gli stipendi dei propri collaboratori, con i finanziamenti e i leasing necessari a sostenere gli acquisti delle imbarcazioni che ad oggi sono stati sospesi sino al 30 settembre 2020.
Contributi
E’ opportuno ambire ad avere contributi per ogni voucher/nota di credito cancellazione come avverrà per il settore turistico.
Sarebbe inoltre fantastico lavorare insieme alle varie associazioni di categoria quali Assonautica, Confcommercio, Confindustria e Federalberghi sulla possibilità di estendere alle Società di Charter il credito di imposta del 60% sul monte spesa per le locazioni, i nostri contratti di ormeggio potrebbero tranquillamente essere intesi come delle locazioni.
Distanziamento di sicurezza
Altro punto che preoccupa i nostri clienti e le nostre agenzie è quello legato al numero massimo di persone trasportabili delle nostre imbarcazioni. Se il numero degli utenti imbarcabili dovesse essere malauguratamente ridotto, il comparto bare-boat sarebbe pressoché spacciato. La maggior parte dei nostri equipaggi è formato da nuclei familiari o gruppi già formati che non possono essere dimezzati. Qualsiasi attività che comporti La mobilità delle persone non può prescindere da protocolli sanitari e comportamentali condivisi a livello nazionale ed internazionale; la gestione del distaccamento fra persone su un’ imbarcazione non è realizzabile e bisogna identificare un protocollo atto a minimizzare il rischio di diffusione del potenziale contagio. I protocolli sanitari devono essere attuati nei confronti degli utenti prima di salire sulle imbarcazioni e non riducendo il numero delle persone imbarcabili in uno spazio comunque ristretto come quello di una barca a vela”.
Il comunicato è sottoscritto da Aladair Sail (Cannigione), Altamarea (Cannigione), Blue Med Yachting (Olbia), Blue Lagoon (Olbia) Boomerang Charter (Portisco), Cagliari Sailing Charter (Cagliari), Capotesta Yachting (Santa Teresa di Gallura), Carloforte Sail Charter (Carloforte), Color Charter (Portisco),Cruising Charter (Portisco), CS Charter (Cagliari), Europsail Yachting & Charter (Portisco), Free Charter (Cannigione), GM Catamaran Charter (Cannigione), Kiriacoulis Italia (Portisco),Le rotte di Portolano (Cannigione), MadMax (Porto Pozzo), My Sailing (Stintino), Miceli Vela (Portisco), Mistral Sailing (Santa Teresa), Navigare Worldwide (Cagliari), Noah Sailing (Cannigione), North Sardina Sail (Cala dei Sardi), Petag Sailing in sardinia (Palau), Yachting in Sardinia (Portisco), Sailing Sicily (Cannigione), Sardinia Yachting (Cannigione), Sardinia Week (Poltu Cuatu), Shamandura Charter (Poltu Quatu), Sun Charter (Marina dell’ Isola), Sunsail (Cannigione), Seafever (Marina dell’ Isola).
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