Questa è stata una notte di terrore per una ventina di marinai a Rapallo, che trovandosi a bordo degli yacht più a mare sono rimasti isolati a seguito del crollo della diga foranea e per non essere travolti dalle onde si sono legati facendo cordata, per poi essere soccorsi e ricoverati in ospedale, alcuni a rischio ipotermia.
Non è rimasto molto nel porto Carlo Riva di Rapallo, in Liguria. I danni si contano ovunque nel Mar Tirreno, ma in questo momento Rapallo appare come uno dei più colpiti, un vero e proprio cimitero di barche affondate o quasi, compresi anche alcuni yacht di grossa dimensione. Il nostro reporter, Bacci Del Buono si è recato sul posto per raccontarci com’è effettivamente la situazione.
Cos’è successo ieri sera? La ricostruzione
Durante la giornata di ieri tutta la costa tirrenica era stretta nella morsa del maltempo. A Rapallo, nel tardo pomeriggio un’onda immensa ha abbattuto via la diga forenea lasciando che la forza del mare si scaricasse direttamente sugli yacht ormeggiati. Da quel momento in poi non c’è stato più nulla da fare: una dopo l’altra le cime d’ormeggio vengono spezzate sotto l’impeto dell’acqua iniziando a travolgere direttamente le barche ormai indifese. I marinai che si trovavano a bordo si sono precipitati fuori dalle barche, ma era ormai troppo tardi, perché mancava gran parte del camminamento, ormai diventato zona di transito per le onde. A questo punto una ventina di essi si sono legati facendo cordata, per poi essere soccorsi nella notte.
Oltre sono decine e decine di barche e yacht di lusso: una delle vittimi più illustri ed imponenti è stato Suegno, il Ferretti di 37 metri, proprietà della famiglia Berlusconi, che ora giace semi-affondato in mezzo al porto. In questa cittadina oltre ad aver spazzato via la diga foranea del porto, il mare ha fatto scomparire anche il faro.
I danni a Rapallo
A poche ore dal disastro ancora non si conosce l’entità effettiva dei danni, ma si stimano svariati milioni di euro solo per le barche. Quelle che non sono affondate hanno comunque subito gravi danni, anche strutturali, finendo per spiaggiare in un’accozzaglia di scafi e detriti. A questo va aggiunto tutto quello che riguarda le strutture del porto ed i danni alle attività sul mare.