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Mentre l’Italia festeggia di avere sette cantieri tra i primi quindici nel mondo, in particolare nei mega yacht, c’è una colonna portante della sua storia che giace abbandonata. È il destriero, uno dei progetti più audaci mai realizzati dall’Italia nautica.
Nel cinema un progetto del genere sarebbe un kolossal con tutto ingigantito a partire dalla lunghezza, 220 piedi, fino alla potenza, oltre 60.000 cavalli. È la barca italiana che ha incantato e fatto parlare di sé in tutto il mondo, ma che ora rischia seriamente di finire nel dimenticatoio per sempre. I ricordi di chi ha vissuto quei momenti sono indelebili, ma l’imbarcazione da molti anni è abbandonata in Germania. E non conservare un pezzo di storia così importante sarebbe un peccato, soprattutto in un paese che soffre di una cronica mancanza di cultura nautica.
C’è, però, chi prova a scongiurare questa fine ingiusta. È Alberto Scuro, neo nominato presidente della Commissione Motorismo Storico degli Stati Generali del Patrimonio Italiano. E subito lancia l’appello all’Aga Khan: sostenere il recupero del Destriero.
Destriero, chi lo salverà?
A farsi da promotore del progetto ormai trent’anni fa era stato proprio il principe Karim Aga Khan con il sostegno dell’elité industriale di quel periodo. Un progetto glorioso che nell’Oceano Atlantico fece il record, percorrendo oltre 3 mila miglia nautiche, senza rifornimento e con una media superiore ai 50 nodi.
La Commissione Motorismo Storico considera il Destriero un elemento del patrimonio italiano e vorrebbe avviare una iniziativa per restaurarlo e renderlo fruibile anche alle nuove generazioni. Per arrivare a questo la commissione è pronta anche a richiedere la dichiarazione di bene culturale da parte del Ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Come dicevamo sopra, per ora Alberto Scuro ha inviato una richiesta indirizzata al principe Karim Aga Khan, nella sua veste di presidente dello Yacht Club Costa Smeralda. La motivazione è quella di ricevere informazioni sulla nave Destriero e soprattutto sensibilizzare il principe per sostenere una iniziativa di recupero.
È noto ormai da anni come il Destriero versi in stato di abbando in Germania, vicino a Brema, nell’area dei cantieri Lürssen. Ora dopo un’ennesima segnalazione la Commissione Motorismo Storico vuole attivarsi per provare a salvarlo.
Alcuni numeri del Destriero
Lungo quasi settanta metri, il Destriero fu progettato da Donald Lee Blount e realizzato agli inizi degli anni ’90 da Fincantieri con la consulenza stilistica di Pininfarina. Alla sua nascita (inizio anni Novanta) era l’imbarcazione in alluminio più grande mai costruita, 223.7 piedi (68.19 metri) e largo 13 metri, circa 43 piedi.
Nel 1992, appena un anno dopo il varo, percorse nel tempo record di 58 ore, 43 minuti e 5 secondi oltre 3.100 miglia a 53 nodi di velocità media attraversando tutto l’Atlantico con massime di 67 nodi.
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2 commenti su “Destriero, la leggenda dimenticata. Ma ora c’è chi prova a salvarla”
Raffaele
Spero solo che l’iniziativa coinvolga imprese private che magari con ritorno pubblicitario avranno un giusto tornaconto .
Ma se la spesa è a carico dello stato questa lieviterà di parecchio e saremo sempre noi contribuenti a rimetterci.
Personalmente mi piacerebbe vederlo al Porto Antico a Genova , dove è stata di stanza l’unica altra nave italiana ad avere vinto il Nastro Azzurro , il Rex, costruito a Genova da Ansaldo e lo metterei al posto della finta nave dei pirati ( se ci stesse).
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2 commenti su “Destriero, la leggenda dimenticata. Ma ora c’è chi prova a salvarla”
Spero solo che l’iniziativa coinvolga imprese private che magari con ritorno pubblicitario avranno un giusto tornaconto .
Ma se la spesa è a carico dello stato questa lieviterà di parecchio e saremo sempre noi contribuenti a rimetterci.
Personalmente mi piacerebbe vederlo al Porto Antico a Genova , dove è stata di stanza l’unica altra nave italiana ad avere vinto il Nastro Azzurro , il Rex, costruito a Genova da Ansaldo e lo metterei al posto della finta nave dei pirati ( se ci stesse).