La storia del Destriero, la nave ancora oggi più veloce sull’Atlantico, nel racconto del capo commessa Fincantieri dell’epoca, Mauro Parodi. L’articolo integrale è nel numero 29, adesso in edicola, della rivista Barche a Motore.
Destriero, l’emozione pura
“Navigavamo a 48 nodi con mare 5 di poppa. Tuffandoci nelle onde la prua alzava due baffi di schiuma pazzeschi. Ero in plancia e ho scattato una foto. È appesa nel mio ufficio. Era una sensazione incredibile. In plancia non avevi la sensazione della velocità. Ma se andavi sul ponte di poppa e guardavi indietro c’erano due montagne d’acqua. A piena potenza i tre idrogetti erano in grado di svuotare una piscina olimpionica in pochi secondi”.
Chi racconta di quel trasferimento di inizio 1991 da La Spezia a Porto Cervo e allo Yacht Club Costa Smeralda con il Destriero, è Mauro Parodi, allora capo commessa di quella nave costruita da Fincantieri e voluta dall’Aga Khan per tentare il record di traversata dell’Atlantico. Oggi Mauro Parodi è ‘senior vice president’ di Fincantieri, tra i maggiori gruppi cantieristici internazionali.
L’avventura del Destriero, che nel 1992 stabilì il record tutt’ora imbattuto di traversata dell’Atlantico da New York, dal faro di Ambrose Light a quello di Bishpop Rock, in Inghilterra, in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, torna alla ribalta ogni 9 agosto. È il giorno in cui, al termine di una corsa di 3.106 miglia alla media di 53,09 nodi (un 0,90 nodi in più ed era cifra tonda: 100 km/h) Destriero giunto a Bishop Rock chiamò il personale del faro. La storia, forse la leggenda, dice che risposero: “Buongiorno Destriero, non vi attendevamo così presto”.
Com’è nato il Destriero
Saluti e frazioni di nodi a parte, e a parte pure le disquisizioni se Destriero fosse una nave commerciale per poter sfoggiare sull’albero il Nastro Azzurro, che andava alla nave più veloce sull’Atlantico, o l’Hales Trophy, assegnato al miglior tempo, o fosse invece uno yacht privato, sta il fatto che da allora nessuno ha fatto meglio di questo scafo di 67,70 metri, largo 13 e spinto da tre turbine a gas per un totale di 60.000 cavalli abbinate a idrogetti.
“Il Destriero è nato qui a La Spezia, alla Fincantieri di Muggiano che è sempre stato il cantiere delle navi un po’ speciali” racconta Parodi. Progetto dello statunitense Donald Lee Blount, linee esterne di Sergio Pininfarina, scafo a V profondo, costruzione in alluminio, il Destriero nacque in otto mesi. “Avevo 32 anni quando nel 1990 firmammo il contratto. Come capo commessa avevo appena consegnato due navi alla Guardia di Finanza. Venni dirottato sul Destriero. Un’esperienza unica”.
Un pezzo del Destriero nacque però alla Fincantieri di Riva Trigoso. “La sezione di prora che poi, via mare, venne portata qui a Muggiano. Corremmo un grosso rischio”.
Tra Riva Trigoso e Muggiano, scorrendo lungo le Cinque Terre, ci sono un 30 miglia. “Era il gennaio del 1991. Il trasporto arrivò giusto prima che si scatenasse una burrasca con mare fortissimo, vento, pioggia e pure neve. Se ritardavamo di un solo giorno il trasferimento restavamo bloccati una settimana. E sul Destriero si lavorava su tre turni, 24 ore su 24. Le volte che abbiamo dormito in cantiere!”. Invece, calendario rispettato: il 28 marzo 1991 Destriero scende in mare. Dopo un ultimo brivido. “Stavamo completando l’allestimento. Da un corto circuito si sviluppò un principio di incendio alla base dell’albero. Venne subito spento, ma l’albero in fibra di vetro costruito da Bianchi & Cecchi di Genova era danneggiato. Il giorno dopo però l’albero era smontato, le apparecchiature che reggeva salvate, Bianchi & Cecchi già al lavoro per un nuovo albero e pure i tecnici per i cablaggi che andavano rifatti. In tre settimane era di nuovo tutto a posto”.
Poi, l’assalto previsto per il 1991 è rinviato. A luglio 1992 il primo tentativo da Est e Ovest è fermato da una burrasca a metà strada. Ad agosto è la volta buona.
Cos’è la nave Destriero oggi
Ma, record a parte, qual è il retaggio del Destriero poi abbandonato per anni prima a La Spezia, poi in Inghilterra e oggi al cantiere Lürssen di Brema?
“Dal Destriero e dallo sviluppo di carene a V profondo in acciaio e alluminio Fincantieri ha sviluppato una serie di traghetti veloci che hanno operato nel Mare del Nord e nella Manica. E quattro per la Tirrenia. Soprattutto dal Destriero sono nate le Littoral Combat Ship, navi di 115 metri e da 40 nodi per la Marina USA, cliente non da poco. Quindi il Destriero ha lasciato un segno anche nel portafoglio ordini di Fincantieri. E poi..”.
E poi chiediamo? “E poi ha lasciato il senso di appartenenza a una squadra che ha lavorato a un progetto davvero unico. Quest’anno, il 3 agosto, per i trent’anni del record c’è stata una commemorazione qui in Fincantieri. C’erano tutti quelli che hanno lavorato al Destriero e i famigliari di quelli che non ci sono più. Tutti assieme. Lo confesso: mi sono commosso. Cosa è stato per me il Destriero? È stato emozione pura!”.
Emilio Martinelli – L’articolo completo su Barche a Motore N.28
3 commenti su “30 anni fa il record (imbattuto) del Destriero in Oceano”
Costruito cilindri olio dinamici in acciaio aisi 316.per guida idrogetti. per cantieri Riva ditta cmb….
impresa oceanica mitica👍GdV
E’ un Patrimonio Storico perché demolirlo?
non può essere “parcheggiato “ in un cantiere senza dare fastidio ed un minimo di manutenzione??
Bene dello Stato
Anni fa vidi lo scafo di Azzurra mal ridotto commovente!