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Dorothy Levitt, nata nel 1882 a Londra, è stata una delle figure più audaci e pionieristiche nel mondo degli sport motoristici all’inizio del XX secolo. Non solo è stata una delle prime donne a guadagnarsi una reputazione come pilota, ma ha anche avuto un ruolo significativo nel miglioramento della sicurezza e della percezione delle donne nel settore dei trasporti. La sua carriera straordinaria è stata una testimonianza di determinazione, innovazione e di sfida alle convenzioni sociali dell’epoca.
Le origini
Dorothy Levitt è nata in una famiglia modesta e, sin dalla giovane età, si distinse per la sua passione per i veicoli a motore. Nel 1903, all’età di 21 anni, iniziò a partecipare alle corse automobilistiche, un’attività dominata prevalentemente da uomini. Si fece conoscere per la sua abilità alla guida e la sua presenza nelle competizioni, diventando una delle prime donne a correre in eventi di rilievo.
Il Napier, imbarcazione con cui vinse il primo Harmsworth Trophy
Dorothy Levitt: dalle auto alle barche
Sebbene la maggior parte della sua carriera si sia concentrata sulle automobili, Dorothy Levitt fu anche una figura pionieristica nel mondo della neonata motonautica, contribuendo alla sua evoluzione in modo significativo. Nel periodo in cui Dorothy Levitt era attiva, le gare coi motoscafi stavano iniziando a guadagnare popolarità. Era un’epoca in cui il motore a combustione stava rivoluzionando il mondo dei trasporti e Levitt si trovò in prima linea anche in questo campo, pur non essendo altrettanto famosa come nelle corse automobilistiche. La sua connessione con la motonautica nasce dall’attenzione che dedicò ai veicoli motorizzati e alla velocità, due temi che legavano sia le auto che le imbarcazioni dell’epoca.
Nel 1905, Dorothy Levitt partecipò a una serie di competizioni su acqua; il suo approccio innovativo nella guida si estendeva anche alle imbarcazioni e fu tra le prime a usare tecniche avanzate per migliorare la velocità e la sicurezza in acqua, proprio come aveva fatto nel campo automobilistico. Tra i suoi contributi principali ci fu il focus sull’importanza della sicurezza in acqua, un tema che stava iniziando a essere esplorato solo in quegli anni. Levitt gareggiava su acqua promuovendo attivamente l’utilizzo di giubbotti di salvataggio e di dispositivi di sicurezza che avrebbero potuto salvare la vita ai piloti di motoscafi: un concetto che, all’epoca, era ancora relativamente sconosciuto.
Dal record di velocità allo yacht reale
Nonostante la sua carriera sia stata relativamente breve, la figura di Dorothy Levitt ha avuto un impatto duraturo. Attratta fatalmente da tutto ciò che era velocità, la Levitt si cimentò con successo anche nella motonautica, dove stabilì il record mondiale sull’acqua (19 nodi) durante la prima edizione dell’Harmsworth Trophy, che vinse a bordo di un’imbarcazione di 12 metri in acciaio, con 75 cavalli di potenza ed elica a tre pale.
Nel 1903 si aggiudicò anche due competizioni in Francia (Gaston Menier cup e Championship of the Seas), oltre all’evento di Cowes in Inghilterra, che le valse addirittura l’invito a bordo dello yacht reale di Edoardo VII per una giornata.
Successivamente, complice l’insorgere dei problemi di salute che l’avrebbero condotta a una prematura scomparsa nel 1922, lasciò le corse e iniziò a scrivere libri e collaborò come giornalista con più testate, nelle quali si occupava ovviamente di motori.
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