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Duty of Memory è il nome della mostra che Stefano Benazzo dedica ai relitti di navi e barche. Un lavoro di fotografia in giro per il mondo durato oltre sei anni. Classe 1949, oltre essere stato ambasciatore d’Italia a Minsk e a Sofia, Benazzo ha sempre coltivato la sua passione per la fotografia. Oggi è un rinomato artista dell’obiettivo. Un estratto del suo lavoro è adesso visibile nella mostra personale al museo Rahmi M. Koç di Istanbul, aperta fino al 31 marzo, che raccoglie una selezione di 60 foto. I soggetti sono relitti di nave e barche scattati in giro per il mondo, là dove il destino li ha portati ad arenarsi al termine del loro ultimo viaggio.
L’artista posa accanto alle proprie sessanta opere esposte in attesa dei rappresentanti della stampa locale (credito: Bruno Cianci/RMK Museum).
«Voglio riportare in vita chi vi ha navigato»
«Fotografo i relitti affinché essi possano ottenere la loro ultima occasione di esprimersi, grazie a delle immagini che portano in sé la vita dei marinai e la loro memoria; così i loro sogni rimangono vivi e continuano a esistere. Prestando attenzione ai resti di navi, io cerco di farle rivivere, riportando in vita chi vi ha navigato. Illustrando ogni singola immagine della mia mostra a Rahmi Koç e agli altri ospiti, rispondendo alle numerose domande, ho visto ancora una volta i miei relitti prendere vita: era come se a parlare fossero gli uomini un tempo imbarcati», ha dichiarato. “Duty of Memory” (Dovere di Memoria) è il titolo dell’esposizione delle foto che l’ex diplomatico ha realizzato in quattro continenti durante oltre sei anni di lavoro: Italia, Grecia, Portogallo, Islanda, Mauritania, Namibia, isole Turks & Caicos, Georgia del Sud, Cile e Falkland/Malvinas. «Sono onorato», dice Benazzo, «di essere stato invitato a esporre le mie fotografie in questo museo di trasporti in larga parte dedicato alla storia della nautica e della navigazione: non potevo sperare in una cornice più adatta per questa mostra, che si prefigge di diventare itinerante in Turchia».
Una mostra itinerante
Bayard, Georgia del Sud, Atlantico meridionale
Tra giugno e ottobre, la raccolta troverà sede in un altro dei musei del magnate e filantropo Rahmi M. Koç ad Ankara e, forse, anche a Bursa, grazie al sostegno del console onorario d’Italia di quella città.
Stefano Benazzo è ormai abituato alla ribalta delle mostre, nella sua carriera sono già 40 le personali e ben 16 sui relitti. «Per una fortunata coincidenza, anche se nulla avviene per caso», ha dichiarato, «io e Rahmi Koç ci siamo trovati in piena sintonia sull’esigenza di rispettare il “Dovere di memoria” nei confronti di chi ha creato, gestito, condotto le navi, i mezzi, le attrezzature che hanno permesso all’uomo di fare crescere le nostre civiltà.»
Stefano Benazzo, armato di macchina fotografica, fa visita al relitto della nave Dimitrios, in Grecia (credito: Annika Barbarigos).
L’immagine utilizzata per la locandina è la medesima impressa sulla copertina del libro “Wrecks: Relitti” (Skira, 2017), vincitore di un premio Carlo Marincovich. Ritrae il rimorchiatore d’alto mare Samson, in armamento per 57 anni, di cui 45 anni alle Falkland, luogo in cui la foto è stata scattata; Samson ha scampato dal disastro molte navi e tratto in salvo centinaia di marittimi prima di essere radiata nel 1945. Una foto di grande impatto visivo. Scattata malgrado i 40 nodi di aria che soffiavano quando Benazzo è arrivato su quei lidi e che impedivano al suo treppiede di rimanere in posizione.
All’inaugurazione della mostra, sono intervenuti l’Ambasciatore d’Italia Massimo Gaiani ed Elena Sgarbi, Console generale d’Italia a Istanbul. Se la mostra ha avuto luogo è anche grazie al loro supporto e al contributo nel reperimento di due sponsor (Yapi Kredi e Organik Group).
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