Era il 2020 quando, in pieno lockdown Alejandro Agag e Rodi Basso, rispettivamente Fondatore e Chairman e Ceo e Co-fondatore di E1, camminando lungo le rive del Tamigi gettarono le basi di un progetto che è diventato, nel giro di quattro anni, un evento di portata mondiale. Parliamo delle E1 Series, il campionato mondiale di barche a motore elettriche che navigano sui foil.
Come fanno a “volare” queste barche?
Il sistema foiling permette di ridurre al massimo l’attrito che non coinvolge più tutto lo scafo, ma solamente una porzione delle appendici. Per farlo in sicurezza ad alte velocità servono ore e ore di studi, sommate ad un’esperienza e competenza incredibili.
E dietro il “volo” dei Racebird c’è l’ingegno italiano. Mario Caponnetto di Caponnetto Hueber, il guru nel mondo dei foil, Brunello Acampora di Victory Marine, esperto di offshore e Matteo Parsani, ex ingegnere NASA e oggi professore di matematica applicata e scienze computazionali al KAUST in Arabia Saudita, sono lo zoccolo duro del team che ha portato al massimo sviluppo queste barche e a la loro tecnologia.
Dalla competizione alle barche di tutti
l’E1 UIM World Championship è un incubatore d’idee, una piattaforma dove poter condividere le questioni legate a una mobilità sostenibile in mare, uno spazio, insomma, nel quale gettare le basi per il futuro. Futuro che in questo caso parla anche italiano.
I RaceBird, le barche con foil secanti in carbonio ed elevatore posteriore con le quali si corre il mondiale nascono sì da un progetto della norvegese SeaBird Technologies di Sophi Horne, ma sono state poi ingegnerizzate e realizzate in Italia avvalendosi del contributo diretto di due pesi massimi come Brunello Acampora di Victory Marine che vanta una lunga esperienza nel mondo della progettazione di scafi offshore, e Mario Caponnetto di Caponnetto Hueber, considerato oggi il guru nel mondo dei foil.
A questi due assi se n’è aggiunto un terzo: Matteo Parsani. Bergamasco, ex ingegnere alla Nasa, Parsani oggi insegna matematica applicata e scienze computazionali al KAUST (King Abdullah University of Science and Technology) di Thuwal in Arabia Saudita. Considerato tra gli atenei più prestigiosi sulla scena internazionale dispone anche del Shaheen III, uno dei computer più potenti al mondo.
“Abbiamo chiesto al professor Parsani di aiutarci a sviluppare un software in grado di rendere ancora più performanti i foil e lo scafo dei RaceBird riducendo al tempo stesso anche l’inquinamento acustico in acqua generato dalle eliche. Oggi il limite tecnico e fisico riscontrato in gara è 51 nodi poi entra in gioco la cavitazione e la barca cade in acqua”, commenta Rodi Basso, CEO dell’azienda. Ma l’asticella è destinata ad alzarsi ulteriormente.
“Essendo una manifestazione che si volge su diverse tappe in giro per il mondo stiamo lavorando per ottenere, già a partire dalla stagione 2025, la certificazione ISO 20121 come evento a impatto zero”.