Da quest’anno sono bandite le antivegetative di vecchia generazione. Uno studio spiega le caratteristiche dei nuovi prodotti ecologici.
Il 2019 è una data importante per il mondo delle antivegetative. Dal 1° gennaio non possono più essere applicate antivegetative “inquinanti” di vecchia generazione, se non dal diportista fai da te che può applicare vecchie antivegetative che già possedeva.
Ma cosa e’ successo nel processo di evoluzione delle antivegetative verso un approccio rispettoso del mare? Il momento chiave di questa evoluzione è stato l’inibizione totale dell’uso di buona parte di micidiali veleni, chiamati biocidi, come il TBT (tributil-sta-gno) definito come il più potente inquinante tossico che sia mai stato deliberatamente riversato in mare dall’uomo. Solo nel 2012 è stato bandito in Italia.
Oggi sono solo una dozzina le molecole biocide con potere antivegetativo consentite dal regolamento europeo, varato nel 2018. Per dare potere antivegetativo si utilizzano essenzialmente dei componenti organometallici (rame e/o zinco) e organici (funghicidi, battericidi, alghicidi). Ma oggi ci sono anche delle alternative, il che non vuol dire che automaticamente siano meno inquinanti.
ECCO LE TRE FAMIGLIE DI ANTIVEGETATIVE: EFFICACIA, TOSSICITA’, PREZZO
Per realizzare questa analisi ci siamo avvalsi di un rapporto francese dell’agenzia “Finistere 360 gradi” in collaborazione con l’Agenzia per la biodiversità e altre istituzioni transalpine. La ricerca ha diviso in tre tipologie di prodotti le antivegetative: le pitture a base di rame (90% del mercato), quelle a base di silicone e le pellicole adesive anch’esse a base siliconica.
Il test durato due anni è stato effettuato sia sulle carene di barche in acqua con uscite periodiche in mare, sia su pannelli statici immersi in porto.
LE CONSIDERAZIONI GENERALI
Lo studio ha evidenziato in linea generale alcuni elementi, magari banali, ma utili da ricordare per migliorare l’efficacia di un’antivegetativa.
Il primo elemento è che più la barca naviga, migliore è il protrarsi dell’effetto antivegetativo nel tempo. In pratica l’azione dello scivolamento dello scafo sull’acqua di per sé “pulisce” la carena dagli organismi e consuma lo strato esterno della vernice, rinnovandone le caratteristiche iniziali di barriera alla proliferazione di organismi sulla carena. Alla fine del test i pannelli che erano stati immersi fermi nell’acqua erano molto più aggrediti da microorganismi rispetto alle carene delle barche che avevano navigato.
Il secondo elemento evidenziato è che il lavaggio della carena annuale con idropulitrice, profondo e ad una buona pressione è un ottimo sistema per prolungare l’efficacia dell’antivegetativa, addirittura raddoppiando la vita del prodotto.
ECCO LE TRE FAMIGLIE DI ANTIVEGETATIVE: EFFICACIA, TOSSICITA’, PREZZO