Ennesima tragedia in mare, è ora di mettere la patente per tutti?

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Nelle acque di Mondello a Palermo si è consumato l’ennesimo incidente di questa estate. Un giovane di 22 anni è caduto dal gommone mentre navigava con gli amici che hanno invertito la rotta in modo errato, tranciandogli una gamba e ferendolo gravemente al torace e alla spalla. Questa la ricostruzione della Capitaneria di Porto secondo la quale il 22enne sarebbe caduto in acqua e gli amici avrebbero manovrato allontanando la prua e avvicinando la poppa dell’unità al ragazzo in mare. Questo avrebbe portato l’elica contro il giovane ferendolo gravemente.

La manovra di recupero dell’uomo a mare è molto semplice per chiunque abbia la patente, ma può diventare pericolosissima se non la si conosce. Con un’adeguata conoscenza dei mezzi, almeno quella basilare, questa tragedia si poteva evitare?

Fonte immagine: www.blogsicilia.it

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5 commenti su “Ennesima tragedia in mare, è ora di mettere la patente per tutti?”

  1. Il mare ha molte regole, alcune scritte altre dettate dalla cultura marinara. Molti vanno per mare una settimana l’anno in estate, senza esperienza (che vuoi che succeda, il mare e grande!), spesso sottocosta dove paradossalmente i pericoli sono maggiori per se stessi e gli altri (e infatti la stragrande maggioranza degli incidenti avviene entro le 6 miglia dalla costa) ma ci si può navigare con molti natanti/imbarcazioni senza aver bisogno della patente.
    A mio parere Chi va per mare deve avere la certezza che l’imbarcazione che gli viene incontro conosca le regole della precedenza e come evitare gli abbordi in mare, deve sapere come utilizzare una radio o come prestare soccorso, come entrare in porto o leggere un portolano.
    Quindi sono del parere che, come per le automobili, tutti quelli che vanno per mare debbano avere la patente ed essere formati sulle proprie responsabilità di comandanti.
    Poi ci saranno ugualmente cattivi comandanti (così come ci sono pessimi automobilisti) ma probabilmente una maggiore coscienza delle proprie responsabilità e delle regole che governano la navigazione qualche vita la salverà e, fosse anche solo una, ne sarebbe comunque valsa la pena.

    1. Concordo con Giancarlo sulle caratteristiche che dovrebbe avere ch và per mare, ma, ahimé sono solo l’esperienza e la consapevolezza dei propri limiti che le possono dare. Ne parlo per esperienza diretta poichè lo scorso anno mentre ero ormeggiato al molo carburanti di un porto in Sardegna, in attesa di far carburante, sono stato investito in pieno da un grosso motoscafo di 15 m che, invece di mettere la marcia avanti per allontanarsi da me, ha messo la retro ed ha accelerato. Mi ha sfondato la poppa e, per un solo miracolo, non ha investito la persona che era seduta a poppa della mia barca. Inutile dire che il proprietario era munito della patente! Inutile pezzo di carta che da ai suoi possessori la certezza di essere buoni marinai.

      1. Purtroppo la patente non è la cura per la stupidità umana, ma è una base di sensibilizzazione alle regole. Sta all’intelligenza dell’individuo saperle far proprie nel rispetto di quell’ambiente (il mare) che probabilmente dice di amare.

  2. Paolo Maria Ciriani

    guarda che per terra ci sono la maggioranza delle persone che non hanno la patente eppure camminano o pedalano per le strade tranquillamente !!!
    Forse dovrebbe essere obbligatoria per i mezzi che superano i 9/10 Kn, ma ciò credo non eviterebbe gli incidenti che anche per terra avvengono regolarmente fra patentati.

    1. Ci sono patentati (di auto) che causano incidenti, ma se tutti guidassero senza patente ignorando le regole forse c’è ne sarebbero di più. Come ho detto la patente è solo una base che elimina un po’ di improvvisazione, ma sicuramente non ci salva dalla stupidità umana.

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