Regala o regalati un abbonamento a Barche a Motore cartaceo + digitale e a soli 39 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
A volte alcune idee in apparenza folli vengono realizzate, dando vita a qualcosa di geniale. Altre volte vengono realizzate idee geniali, dando vita a qualcosa di folle. In questo caso non sono ben definibili né il punto di partenza, né quello di arrivo, non in questo senso almeno. Certo è il risultato, un unicum: l’Exocetus Volans, la barca a vela che correva come un offshorer. O, se preferite, l’unico offshorer che va anche a vela.
Exocetus Volans: ricetta per un offshorer a vela
Altri tempi e altre menti. Salone Nautico di Genova, 1976. Renato Sonny Levi riceve una commissione dai cantieri LAG Nautica e inizia a concepire il “mostro”. Nasce così la storia di uno degli scafi più peculiari di sempre, un motorsailer planante forte di ottime prestazioni sia a vela che a motore. La ricetta è semplice, 480 cavalli, un albero, rigging e vele, scafo planante. Il risultato è meno banale, 33 nodi a motore, 8 a vela. Più facile a dirsi che a farsi. Insomma, ecco la storia dell’unica barca a vela che corse la regata offshore Venezia-Montecarlo.
Exocetus Volans
Exocetus Volans – Difficoltà progettuali
La prima sfida da affrontare nella coniugazione tra vela e motore (planante) è racchiusa nelle linee d’acqua, necessariamente diverse tra loro. Una carena planante richiede resistenze minime, uno studio delle superfici perfezionato perché la minor componente possibile di queste funzioni come freno idrodinamico. D’altra parte, una barca a vela richiede una deriva, per evitarne lo scarroccio, così come una pala del timone di maggiori dimensioni, nonché volumi immersi ben differenti. Un primo rompicapo, in quanto gli elementi della seconda sono una necessaria problematica nella realizzazione della prima.
Exocetus Volans – Pianetti
A sua volta, l’albero, diventa un problema notevole nella fase di planata, non solo in quanto comporta un’influenza importante in termini di baricentro, ma in quanto superficie che può soffrire non poco dati gli stress cui verrebbe sollecitato planando a 30+ nodi. Insomma, si tratta di progettare un complesso in cui le componenti necessarie ai due scopi si possano sposare tra loro, senza eccessivamente ostacolarsi.
Per far fronte alle problematiche, Levi diede ai volumi un disegno a due geometrie con forti sezioni a spigolo, estraendo così un compromessso capace di garantire buona efficienza in planata ma capace di adattarsi alle necessità della navigazione dislocante a vela. In termini di carena, chiglia e spigoli risalivano verso poppa, salvo un corso dritto in controchiglia, terminante in uno step poppiero alla cui stessa altezza due flap regolabili consentivano l’aumento della spinta planante.
La chiglia era poi zavorrata per le necessità legate alla navigazione a vela, con l’aggiunta di ballast in acqua di mare per controbilanciare lo sbandamento. Ballast che venivano svuotati o riempiti in base alle necessità. La deriva, invece, era di tipo mobile, così da poter essere utilizzata o ritratta in base al tipo di navigazione. Ad essere adattato fu anche il timone, rastremato appositamente per ridurre gli attriti, soprattutto in fasi plananti. Il problema minore fu quello dato dalle eliche di superficie, sì grandi, ma a ridosso dello step poppiero e quindi di minimo impatto sulle resistenze idrodinamiche.
Exocetus Volans – Propulsione e performance
In termini di propulsione, a vedere il maggior compromesso fu il rigging, con albero molto ridotto e conseguente superficie velica minima, sufficiente però a far raggiungere allo scafo velocità a vela soddisfacenti, anche di 8 nodi,, con angoli rispetto al vento anche di 30°.
La velocità a motore fu invece cosa ben più soddisfacente, con 33 nodi di velocità massima in planata grazie alla spinta fornita dai due Fiat AIFO da 240 cavalli, per un complessivo di 480 cavalli totali.
Exocetus Volans alla Venezia-Montecarlo
Pensata per la produzione in serie, la barca non vide mai grande consenso del pubblico, rimanendo esclusivamente un unicum, un prototipo avveniristico. Nel 1992, in compenso, spogliata del rigging e dell’armamento velico, partecipò alla gara offshore Venezia-Montecarlo. Sfortunatamente, entrò in collisione con un oggetto sommerso a 37 nodi di velocità, contatto che l’obbligo al ritiro. Ad oggi, senza albero, naviga tutt’ora come motoscafo.
Le barche a motore, le sue storie, dal piccolo open ai motoryacht. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevere ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”.
Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel
Non tutti gli scafi nascono per vincere. Poi basta una magia per trasformare una barca abbandonata in un campo in una campione del mondo. È la storia del Jolly Drive raccontata da Maurizio Bulleri, giornalista e conduttore tv, nel suo nuovo
Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel
Ma a cosa servono tre scafi? Il catamarano a motore ormai abbiamo imparato a conoscerlo e, spesso, ad apprezzarlo in particolare per le sue doti particolari di comfort che lo stanno rendendo popolarissimo. Sul mare, però, ci sono anche i
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.