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Qualcuno li considera “demodé”. Ma chi ama la pesca e le barche, sa che sono intramontabili. Stiamo parlando dei fisherman. Una filosofia, prima che una tipologia di imbarcazioni (tradizionalmente con timoneria centrale, murate alte a prua e basse a poppa). Vuoi per il fatto che il design sta andando verso barche più “all round”, vuoi per i (talvolta assurdi) divieti di pesca in Mediterraneo, il mercato delle barche da pesca si è un po’ ridimensionato negli ultimi anni.
Francesco Foppiano, titolare della FF Boatworks, grande esperto di barche classiche e di fisherman
Questo si traduce, soprattutto, in una drastica riduzione dei prezzi dell’usato: è il momento giusto per comprarsi un fisherman, magari puntando su grandi classici come quelli sfornati dai cantieri americani (Bertram, Hatteras, Viking, etc…). Ma per non prendere “bidoni”, queste barche bisogna saperle scegliere.
Ed ecco che viene in nostro aiuto Francesco Foppiano, che nonostante la giovane età (37 anni) è uno dei massimi esperti di barche classiche americane e titolare della FF Boatworks, azienda specializzata nel refitting di barche americane e nel restauro di imbarcazioni d’epoca (tra i suoi ultimi lavori le barche del celebre collezionista di auto d’epoca Corrado Lopresto).
Foppiano è docente dei corsi di Evoluzione e Restauro delle Barche Classiche alla Facoltà di Ingegneria Nautica di La Spezia, ha viaggiato assiduamente negli States alla scoperta dei segreti dei fisherman e possiede la biblioteca più fornita d’Italia sull’argomento. Con lui abbiamo stilato una lista (valida per tutte le barche) di cinque consigli di cui tenere conto quando si sta comprando un fisherman usato. (nella foto in apertura, un Bertram 37 del 1987 restaurato da FF Boatworks).
1. OCCHIO ALLA MOTORIZZAZIONE
“Quando si acquista una barca usata, controllate che sia il più possibile fedele al progetto originale”, esordisce Foppiano. “Spesso accade che i fisherman siano stati rimotorizzati, o meglio, sovramotorizzati. Finchè vengono rimotorizzati con nuovi motori simili per architettura e potenza a quelli originali è ok, ma attenzione a far le cose per bene rispettando dimensionamenti e curve di coppia. Non solo la barca navigherà lontana dal suo assetto ottimale, ma una maggiore potenza genera maggiori sforzi sulla struttura dello scafo e sulle strutture, per cui, trattandosi di barche non più giovanissime, il rischio di rotture è maggiore.
Quindi: qualora lo scafo risultasse rimotorizzato con ‘più cavalli’, informatevi se siano stati compiuti adeguamenti strutturali a scafo e assi. Quando mi chiesero di mettere dei motori più potenti a un vecchio Hatteras 53 (che ora pare sia il più veloce del mondo: fa oltre 33 nodi quando da progetto ne dovrebbe fare 18), dovetti rinforzare tutta la sala macchine e rilaminare il fondo dello scafo.
Comunque sono da prediligere sicuramente motori a 4 tempi con con architetture semplici, in quanto i vecchi Detroit Diesel a 2 tempi, oltre che rumorosi sono assetati e presto potranno terminare la carriera per le stringenti norme antinquinamento”.
2. SE LA BARCA E’ STATA MODIFICATA? “Se vi stanno cercando di vendere una barca che si allontana molto dal progetto originale, dovete stare attenti: una barca di grande serie, come ad esempio un Bertram 31, realizzato in migliaia di esemplari, può sopportare modiche senza che si commetta ‘reato’.
Invece uno scafo costruito in mini serie o addirittura uno custom, solitamente è molto più “refrattario” alle modifiche sostanziali in quanto si rischia di snaturarne lo stile e di alterare per sempre il testimone di un epoca. Tutto ciò si tradurrebbe in una difficile rivendibilità.
Parlando in termini automobilistici, una fuoriserie d’epoca deve essere lasciata il più fedele possibile all’originale, con una Fiat 500 ci si può anche sbizzarrire con le più svariate interpretazioni“.
3. ATTENZIONE ALL’HARD TOP
“Occhio all’hard top: soprattutto se è stato aggiunto in retrofit. Se è stato aggiunto – come spesso capita soprattutto su barche piccole – il baricentro della barca verrà spostato verso l’alto.
Questo cosa significa? Che a barca ferma aumenterà il rollio e che quando navigate, con l’aumentare della velocità diminuirà la porzione di barca immersa e quindi si ridurrà drasticamente la sua stabilità”.
4. PLANCETTA DI POPPA?
“I fisherman hanno la caratteristica di navigare appoppati, poiché questa soluzione consente di tenere la rotta salda quando si naviga con il mare in poppa (viceversa, un assetto troppo “appruato” rischia di far perdere il controllo).
Ma trattandosi di barche nate per la pesca sportiva prima che per il diporto, nascono privi delle ‘modaiole’ spiaggette poppiere. Queste aumentano di molto il peso a poppa, perché arrivano a pesare anche 300-400 chili e per dipiù a sbalzo (e magari sono dotate di immancabile passerella in inox da 200 kg), variando l’assetto e non permettendo alla carena di sfruttare efficientemente tutta la potenza dei motori.
Quindi, se avevate intenzione di modificare la barca con la plancetta poppiera pensateci due volte e fate dei calcoli preliminari. E se invece state acquistando la barca così modificata, valutate con un esperto se non valga la pena di rimuoverla”.
5. POCA VELOCITA’? SPESSO NON E’ COLPA DEL MOTORE
“Volete comprare un fisherman: la scheda tecnica parla di determinate velocità, voi lo provate in mare e a ‘manetta’ va molto meno veloce di quanto dovrebbe andare. ‘Il motore è vecchio, stanco’, vi verrà da pensare, ‘chissà quanto dovrò spendere per rimotorizzare la barca’. Attenzione, spesso non c’entra solo il motore.
Può essere un problema della scelta dell’elica: informatevi se l’armatore prima di voi ha fatto modificare le eliche, magari scaricandole per far raggiungere i giri massimi ai motori oppure per ridurre le vibrazioni, senza tenere presente del fatto che all’aumentare delle pale, l’efficienza diminuisce. Oppure – ed è il caso più frequente – vi basterà sbarcare tutto il peso superfluo (batterie extra, servizi, accessori inutili, modifiche in cabina di cui potrete fare a meno) per risparmiare peso. Sappiate che 400 chili di meno corrispondono in una barca di media dimensione a circa un nodo in più. Non è poco”.
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