Perché potrebbe essere l’ora del fuoribordo “ibrido”

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fuoribordo Honda BF350

Nei motori entrobordo, l’ibrido ormai non fa più notizia. Ma tra i fuoribordo, invece, c’è una vasta landa desolata da esplorare. In un mondo nautico che vuole impattare meno, ma dove i grandi motori ancora faticano (e non poco) a poter essere 100% elettrici, che ne sarà del gigantesco mercato dei fuoribordo che, a parte rare eccezioni, oggi sono tutti per forza di cose endotermici in questi tempo di transizione “green”?

Il fuoribordo ibrido

Per ora non ci sono certezze, ma possiamo fare delle ipotesi. Ad una recente presentazione di Honda abbiamo sentito parlare i top manager a livello europeo sul futuro delle propulsioni fuoribordo. Il colosso giapponese ha messo nel mirino la leadership del mercato marino e per farlo punta su investimenti importanti e, soprattutto, sulla enorme potenza tecnologica che questo marchio ha nell’automotive.

Nel corso della conferenza si è ribadito più volte come un colosso del genere possa beneficiare di tutto il know-how derivato dal settore automobilistico. Purtroppo, non ci hanno dato ulteriori dettagli, ma, pensando proprio ai punti di forza delle auto Honda, la domanda sorge spontanea: stiamo forse per vedere il primo fuoribordo ibrido della storia?

Effettivamente, i tempi potrebbero essere maturi, anche se, dal punto di vista tecnico, comprendiamo che le difficoltà siano incredibili. Possiamo solo avanzare ipotesi, ma, a prescindere dalla tecnologia utilizzata (serie o parallelo), significherebbe dover installare un motore termico e uno elettrico nella scocca dello stesso fuoribordo. Per “salvare” spazio, il motore elettrico risparmierebbe il motorino di avviamento ed alternatore, e potrebbe fare le veci del gruppo riduttore, un po’ come in alcune auto full-hybrid semplifica il cambio. Rimarrebbe comunque un’operazione tutt’altro che semplice ottimizzare i volumi e, soprattutto, i pesi. Caratteristica decisamente critica in un fuoribordo collocato all’estrema poppa.

fuoribordo honda

Perché fare dei grandi fuoribordo ibridi

Questo ci fa pensare che una tecnologia del genere, sicuramente costosa, venga dedicata alle alte potenze: segmento in maggiore crescita, con più margine economico, ed installabile su scafi che soffrono meno le variazioni di peso. D’altro canto, potrebbe portare ad un grande numero di nuove imbarcazioni nate per fuoribordo quei vantaggi adesso appannaggio di barche elettriche o con motori entrobordo, unici candidati a montare soluzioni ibride attualmente sul mercato. Pensiamo ad Aree Marine Protette o dove vigono regolamenti stringenti come alcuni laghi o Venezia. Per altro, tutte aree in cui le spesa media per nuove unità è generalmente molto alta e potrebbe assorbire senza troppi problemi il sovrapprezzo. Dal punto di vista dell’uso, invece, rispetto ad un elettrico puro, l’accoppiata termico/elettrico su uno scafo planante permetterebbe di contenere i pesi complessivi, potendo contare su una batteria molto più compatta. E non ci stancheremo mai di rimarcare quanto il rapporto peso/potenza sia cruciale sugli scafi plananti.

Questo significa fare una crociera/traversata ad una buona velocità con il motore termico che ricarica la batteria, una volta arrivati in zona si procede a bassa velocità e assoluto silenzio con il motore elettrico, per poi rientrare con il termico, ricaricando nuovamente le batterie, senza l’ansia di finire l’autonomia. Insomma, se è vero che le certezze sono assai poche, le aspettative – e la curiosità – sono altissime. Non ci resta che aspettare…

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