La fuoribordo-mania ha contagiato anche lo storico cantiere toscano Tuccoli che ha varato il suo primo modello con motori fuoribordo, due Suzuki DF300AP. Installati su un bracket poppiero, i due motori portano vantaggi in termini di distribuzione dei pesi, abbassando il baricentro e permettendo di dare il meglio alle eliche Watergrip.
T280 di Tuccoli con i fuoribordo
Questo scafo è una della punte di diamante del cantiere ed è apprezzato dai diportisti e dai pescatori sportivi. Un natante tosto che nonostante le dimensioni ridotte si presta ad affrontare anche condizioni meteo impegnative in totale sicurezza. In particolare, il T280 è caratterizzato da linee d’acqua con una V profonda a prua che si apre andando verso poppa. Con questa configurazione viene assicurata stabilità e velocità in navigazione e quando la barca è ferma, ad esempio per pescare.
Perché fuoribordo?
Perché due motori fuoribordo per una barca di medie dimensioni come il Tuccoli T280 Fuoribordo, lungo oltre 9 metri?
- semplicità d’installazione
- manutenzione più facile
- più spazio in barca (niente sala macchine)
- più semplicità d’uso
- costo d’acquisto inferiore
Motori: il Suzuki DF300AP, un modello particolare
Con questa motorizzazione la velocità massima è superiore ai 45 nodi, mentre velocità di crociera è intorno ai 25/27 nodi con consumi intorno ai 55 lt/h totali. Il DF300AP è dotato di un piede che con il sistema Suzuki Selective Rotation può funzionare, alternativamente, sia come rotante sia come controrotante, cioè è sia un’elica destrorsa sia sinistrorsa. Grazie a ciò, quando si installano coppie di motori, come nel caso del Tuccoli T280 Fuoribordo, con i fuoribordo Suzuki non è più necessario acquistare versioni specifiche, vantaggioso anche in termini eventuale futura rivendibilità.
Un’altra caratteristica tipica dei motori Suzuki è il Sistema Lean Burn, a combustione magra, che consente di ridurre notevolmente i livelli di consumo di carburante fino al 16%. Nel Suzuki DF300AP c’è un’unità termica V6 di 4.028 cc con distribuzione a 4 valvole per cilindro, il cui funzionamento è supervisionato da un’elettronica che gestisce ogni funzione costantemente.