Moscone Piaggio, il fuoribordo che doveva diventare la “Vespa” del mare

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Si sa, il design è uno dei punti forti dell’Italia, tanto da essere stato brandizzato a livello nazionale, il Made in Italy. Un fatto che in sé la dice lunga e per cui bisogna ringraziare tante menti e aziende brillanti. Tra queste, ad aver sfornato una buona dose di icone, c’è indubbiamente la Piaggio, tra le tante, mamma dell’iconica Vespa. Ma, forse non tutti sanno che, appena dopo la vespa, nacque un’altra grande icona, una piccola rivoluzione: la Vespa dei mari, il fuoribordo Moscone. E non si tratta solo di un fuoribordo Piaggio, ma di uno dei primi fuoribordo a conquistare davvero il mercato italiano. Era il lontano 1949…

Fuoribordo Moscone, la Vespa dei mari

La Vespa, il Ciao, e perfino l’efficientissimo Porter. Tutte icone di casa Piaggio ma, a noi di Barche a Motore, piace ricordare anche lui, il mitico Moscone, tra i primi fuoribordo di massa del Belpaese. La Vespa dei mari (così veniva pubblicizzato) fu la rivoluzione per tantissimi, piccoli pescatori in primis, che trovavano ora un amico pronto ad alleviare le loro fatiche. Ma vediamo meglio l’epica del Moscone.

Piaggio; Fuoribordo Moscone; 1957
Piaggio; Fuoribordo Moscone; 1957

Piaggio Moscone – La storia

I motori fuoribordo esistono, in realtà, da quasi cent’anni. Con gli anni ‘30 cominciano infatti a guadagnare grande fortuna, ma l’uso cui erano destinati era prettamente velocistico. Sono dei motori, da 250, 500 e 1000 cc, sviluppati e impiegati per la pura competizione, nell’era delle grandi corse sull’acqua. Non hanno ancora nulla a che vedere con il vasto impiego odierno. Insomma, erano motori fini a sé stessi, pura potenza da erogare per uno sprint unico e la lungimiranza della Piaggio si colloca proprio in questo frangente.


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Nel secondo dopoguerra Enrico Piaggio realizza l’assenza del fuoribordo sul campo del pratico impiego. Ovvero, si rende conto del grande potenziale che se ne potrebbe trarre, adattandolo dal mondo delle corse a quello del quotidiano, sia per il diporto che per i lavoratori di settore. Legato alle questioni marinare per famiglia (viene da una famiglia genovese),  Piaggio decide che sarà lui a introdurre questa piccola rivoluzione, comprendendone, forse per primo, il grande e potenziale contributo. Del resto, si tratta della stessa concezione applicata nella realizzazione della Vespa: utilità, praticità ed economia.

Con il finire del 1947 quindi, in Piaggio c’è fermento. Corradino d’Ascanio, Goffredo De Betta e l’intero staff lavorano e ragionano sullo sviluppo di questo motore, soprattutto relativo la pompa rotativa dedicata al raffreddamento, che hanno deciso deve essere ad acqua. Nel 1948 il progetto vero e proprio prende forma, per essere battezzato nel maggio del 1949, all’Idroscalo di Milano, subito dolo la sua presentazione del precedente mese, alla Fiera Campionaria. La Vespa del Mare è un immediato successo.

In Piaggio, però, non si sono limitati al Moscone e basta, ma hanno infatti progettato una barca apposita, da vendere in coppia con il fuoribordo, per non limitare la produzione al singolo bisogno di fuoribordo. La coppia viene a costare 218.000 lire, mentre il singolo motore si ferma alle 98.000. Un successo inevitabile: 405 esemplari costruiti nei primi 9 mesi, oltre 1000 all’anno nel decennio a seguire, conquistando una fetta di mercato importante, sia nel turistico che in quello professionale.



Piaggio Moscone – Scheda Tecnica:

Moscone Piaggio 2 cilindri orizzontali sovrapposti
Distribuzione comandata dall’albero motore
Alesaggio 40 mm
Corsa 39.6 mm
Cilindrata  99. cc
Fonti www.museopiaggio.it

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