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Veloce, all-weather con una carena morbidissima. Il nuovo HighfieldSport 800 è l’ultimo gommone da diporto di un cantiere che nel mondo è famoso principalmente per i tender e i mezzi heavy-duty. Eppure, anche su dimensioni superiori, questi rib in alluminio sanno decisamente il fatto loro. Del resto vorrà pur dire qualcosa essersi fatti le ossa come mezzi di assistenza e supporto per alcune delle regate più dure del mondo (tipo il Vendee Globe).
Highfield Sport 800. Si noti la carena nel riflesso
La mia prova dello Sport 800 è avvenuta in un contesto diverso, ben più tranquillo. La Barcolana di Trieste. La regata più affollata del mondo nella città della Bora, certo, ma anche un golfo dove quando la bonaccia ci si mette non si muove una foglia.
Highfield Sport 800
Durante la giornata ho modo di vedere com’è stare a bordo di questo rib di 8 metri. Highfield è partner ufficiale della regata e quindi seguiamo tutto l’evento dalle 9 del mattino alle 15 del pomeriggio.
A bordo siamo in 8 tra giornalisti e il team di Highfield, ci muoviamo, cambiamo posizione, restiamo fermi. Le condizioni sono clementi, è chiaro, ma a bordo non arriva mai una goccia, neppure passando nel caos di onde di migliaia (letteralmente) di barche che fanno avanti e indietro. Non è scontato. E tutto sommato per le dimensioni ci si muove anche bene.
A bordo è un rib piuttosto essenziale. Si parte da una bella piattaforma di poppa con il motore fuoribordo montato sull’estremità per preservare al massimo lo spazio e facilitare accesso e discesa in acqua. Per contro quando ci si ormeggia di poppa si rimane un po’ lontani.
Comunque da qui si arriva ad un prendisole o a una doppia seduta. La superficie non è tantissima, ma sfruttando tutto il baglio ci si può sdraiare in due senza problemi. A prua poi c’è il secondo prendisole. A centro barca troviamo un pozzetto con tavolo centrale rimuovibile, una seduta alle spalle della timoneria e la plancia di comando. Il layout e l’equipaggiamento (anche quello tecnico, che non si vede nei gavoni) sono molto ordinati, senza troppi fronzoli. Va detto che sicuramente la versione provata è molto fedele al nome del modello e forse si allontana un po’ dai canoni base della navigazione “all’italiana”. Detto questo, allestirlo dipende dai gusti e dalle possibilità di ognuno. Come naviga, invece, dipende in gran parte dalla carena. E questa è tanta roba!
Pozzetto di poppa sull’Highfield Sport 800
Test dell’Highfield 800 Sport
Bisogna attendere la fine della Barcolana per uscire e poter spingere a pieno sul gas. A bordo con me c’è Steve Harrison, brand manager del cantiere. “Mi dispiace un po’ – mi dice mentre usciamo dal porto – perché avrei preferito un mare più formato, per farti vedere davvero di cosa è capace.”
Per me è la prima volta su un Highfield che non sia un tender. Da questa prova, la prima suggestione che ho è questa: se non ne avete mai provato uno, fatelo. E spingete sul gas, se ve la sentite e siete in sicurezza.
Noi a poppa avevamo un Honda BF350, il nuovo V8. Dico senza tanti indugi che erano troppi. Un gommone “prova” che univa l’ultimo nato di Honda e l’ultimo nato di Highfield. Ne bastano anche molti meno anche perché l’800 Sport (come tutti gli Highfield) è in alluminio, quindi leggerino. Non l’ho portato quindi fino in fondo, ma 47 nodi a 5500 giri mi sono bastati per saggiare di cosa è capace.
Ma andiamo con ordine. Fuori dal porto l’acqua intorno a noi è piatta e vorrei un po’ di onde che non siano quelle degli “8” nell’acqua nelle prove di virata. Il via vai di mezzi e imbarcazioni post-Barcolana mi mette sul cammino una motovedetta dei Carabinieri che naviga a velocità abbastanza sostenuta. È un’occasione d’oro. Passiamo a debita distanza e incontriamo un bel treno di onde contrarie. L’800 Sport non batte ciglio mentre le taglia senza scricchiolii o problemi a oltre 30 nodi. A questo punto è ora di vedere se, vista la carena a V profonda, prendendole nel verso dell’onda si rischia qualcosa.
Plancia di comando sull’Highfield Sport 800
Non conoscendo a fondo l’imbarcazione chiedo a Steve Harrison di fare questa manovra al posto mio. Gli si illuminano gli occhi. Non vedeva l’ora. La confidenza che ha con questi mezzi si vede, ma dimostra anche una fiducia notevole che ho modo di apprezzare. Prendiamo le onde in entrambi i versi e il battello risponde sempre presente. Riprendo il controllo. Viro, accelero, rallento, mi fermo “all’improvviso”, do gas fino in fondo. La carena reagisce sempre con un ottimo grip sull’acqua e sensazioni di sicurezza e reattività tra le mani. Le velocità di punta che abbiamo toccato è stata di 47 nodi con un consumo medio di 105 litri ora. A velocità di crociera (25-28 nodi), però, lo strumento indicava un consumo intorno ai 30/35 litri ora.
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