Foil + idrogeno in celle a combustibile: è la stessa filosofia oggi adottata nei catamarani dell’ultima Coppa America, di cui questo team universitario si vanta di essere stato pioniere costruendo, nel 2021, la prima barca volante a idrogeno del mondo.
Hydro Motion
Il team Hydro Motion della Delft University of Technology, la più grande e antica università pubblica di tecnologia dei Paesi Bassi, è impegnato da più di 15 anni nella ricerca e nella costruzione di barche alimentate con energia pulita, percorso coronato dalla vittoria, l’anno scorso, del campionato del mondo Monaco Energy Boat Challenge, classe Open Sea.
Inoltre, hanno affrontato una sfida unica attraversando, con una delle loro barche, il Mare del Nord, tra i Paesi Bassi e il Regno Unito. Per compiere un’impresa del genere ci vogliono efficienza ed autonomia. E questo è proprio il motivo per cui hanno scelto uno scafo in carbonio, di 8 metri per 2.65 metri di larghezza, che navigasse su foil, alimentato da celle a combustibile a idrogeno.
I foil, creando portanza come gli ali degli aeroplani, fanno uscire tutto lo scafo dall’acqua, riducendo le resistenze e aumentando incredibilmente l’efficienza. Questa barca usa un sistema a 3 foil indipendenti, due a proravia, per il sostentamento principale, e uno a poppa, che ospita la trasmissione – ad elica traente, più efficiente – e il timone. Tutti e tre sono regolati dal software di gestione che mantiene automaticamente l’assetto di volo impostato. La fluidodinamica è stata studiata per averela massima efficienza ad una velocità di crociera di 21,6 nodi.
Ma la sola efficienza non basta a garantire un’autonomia sufficiente, croce di ogni mezzo elettrico. Ecco il motivo della scelta dell’idrogeno. Non solo una scelta ambientale per fornire un’alternativa alla domanda di litio che cresce più velocemente dell’offerta, ma, soprattutto, un sistema con una densità di accumulo di energia circa 235 volte maggiore rispetto alle celle delle batterie agli ioni di litio standard. Tradotto in termini popolari: una marea di peso in meno a bordo. E questo è fondamentale per una barca planante.
Il software Panasonic
Tutti questi sistemi, celle a combustibile e gestione dei foil, hanno bisogno di un software di gestione e monitoraggio non banale. Per questo, vengono in aiuto i numerosi sponsor del progetto, in particolare Panasonic, che ha fornito i suoi tablet rugged della serie TOUGHBOOK G2, prodotti specificatamente sviluppati per resistere in ambienti ostili. Del resto, quello del Mare del Nord, su una piccola barca, è certamente uno di questi: acqua, umidità, salinità, freddo, urti e naturalmente l’autonomia che non è mai abbastanza. E chissà che in un prossimo futuro non vedremmo qualche prodotto interamente dedicato alla nautica.