Toyota testa la barca elettrica a idrogeno di 12 metri

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Il modulo a celle combustibili di Toyota non è una novità. Vi ricordate di Energy Observer, la barca di 30 metri che naviga senza benzina? (leggi qui l’articolo) Bene, il catamarano a idrogeno è stato testato per oltre 7.000 miglia nautiche, compiendo svariate traversate oceaniche. Oggi la tecnologia delle celle a combustibile Toyota, integrata nell’Hydrogen Range Extender (REXH2) di Energy Observer Developments (EODev) arriva su una barca da diporto.

Hynova 40: la barca a idrogeno

Immaginatevi una barca silenziosa e senza emissioni di CO2 o polveri sottili. Ecco, il modulo REXH2 è una soluzione di alimentazione a idrogeno per uso marittimo basato sulla tecnologia delle celle a combustibile di Toyota. Con questa tecnologia ibrida-elettrica alimentata a idrogeno è possibile. Energy Observer Developments ha presentato il modulo REXH2 montato su Hynova 40, un 12 metri di Hynova Yachts. Una classica MedBoat che può essere usata sia come barca da diporto che come tender per superyacht.

Le differenze con il catamarano a idrogeno da 30 metri

Mentre la propulsione principale del catamarano Energy Observer proviene dall’elettricità generata direttamente dall’energia solare ed eolica, l’Hynova 40, con i suoi 12 metri, è a batteria. È supportata dall’Hydrogen Range Extender con tecnologia a celle a combustibile di Toyota.

L’Hynova 40 è la prima barca a motore da diporto equipaggiato con il sistema a celle a combustibile. Di fatto introduce la tecnologia ibrido-elettrica (alimentata da idrogeno a zero emissioni) nel diporto.

Come funziona il modulo a celle a combustibile Toyota

Il modulo Toyota a celle a combustibile presente all’interno del REXH2 eroga fino a 60 kW di potenza netta nominale ed è stato sviluppato sulla base del sistema che alimenta la Toyota Mirai, l’auto a idrogeno del costruttore  I team di ricerca e sviluppo di EODev e Toyota sono riusciti a rendere la tecnologia adattabile alle difficili condizioni dell’ambiente marino. Perché l’idrogeno?

Il modulo a celle a combustibile Toyota su Hynova 40

Una macchina come la Mirai (e come la barca su cui saranno condotti questi test) è mossa da un motore elettrico alimentato da corrente. Questa corrente viene generata dalle celle di combustibile con una reazione chimica che invece che produrre CO2 nell’atmosfera, rilascia acqua. Inoltre l’idrogeno è pulito, è trasportabile e stoccabile. Generando energia elettrica direttamente nell’auto non necessita di lunghe ricariche.

Avanti con i test quindi per sviluppare questa tecnologia per il futuro.

Toyota e l’idrogeno

Toyota ha costituito la European Fuel Cell Business Group, una business unit dedicata espressamente all’idrogeno per creare quella che la casa delle Tre Ellissi chiama “la società dell’idrogeno”, ovvero una realtà dove il vettore energetico, costituito dall’elemento chimico del quale la natura è più ricca, diventa centrale.

La European Fuel Cell Business Group, diretta Thiebault Paquet, ha sede a Bruxelles. Questo perché lì la Commissione Europea e altre istituzioni della UE hanno già predisposto per l’idrogeno una mappa che prevede investimenti poderosi all’interno del Green Deal e per raggiungere l’obiettivo strategico continentale di azzerare l’impronta di CO2 nel 2050.

“Siamo lieti di avere l’opportunità di espandere i test – dice Thiebault Paquet – della nostra tecnologia alimentata a idrogeno ad un’altra applicazione marittima. Dopo l’integrazione del nostro modulo a celle a combustibile nel catamarano Energy Observer abbiamo lavorato ulteriormente per poterlo integrare nel EODev Hydrogen Range Extender. Insieme al team EODev, siamo in grado di dimostrare che tecnologie a zero emissioni e zero rumorosità per diversi tipi di mobilità e applicazioni è possibile già oggi, a vantaggio della decarbonizzazione energetica e dello sviluppo della società dell’idrogeno”

Insieme alla fornitura di moduli a celle a combustibile, la Business Unit Fuel Cell di toyota Motor Europe fornisce supporto tecnico e competenza per garantire l’uso ottimale del modulo.


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