Icone anni ’90: 5 Classic Boat oggi leggendarie (da 9 a 17 m)

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento a Barche a Motore cartaceo + digitale e a soli 39 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Sunseeker Predator 63
Sunseeker Predator 63

Quando si parla di Classic Boat è facile scivolare sui soliti scafi leggendari, barche spettacolari ma spesso relegate a stili e periodi sempre uguali. Nessuno nega il fascino dei grandi classici in legno, ma Classic Boat non vuol dire solo dolce vita… si tratta di un periodo che muove dalla fine degli anni ‘60 alla fine degli anni ‘90, aprendo quindi uno sguardo su filosofie e progetti ben più disparati. A subire, forse più di ogni altra fase progettuale, gli anni ‘90, spesso dimenticati, un po’ perché ancora troppo vicini, eppure già troppo lontani. In luce di questo, ecco 5 barche anni ‘90 che, sebbene spesso passate in sordina, sono in realtà scafi a dir poco eccezionali.

Classic Boat anni ‘90 eccezionali

Dal cruiser sportivo al lobster elegante, dalla super-performante alla barca per la crociera più rilassante, ecco 5 scafi anni ‘90 che, a ben guardare, sono dei classici intramontabili della progettazione. Riva & Ferrari, Menorquin, Sunseeker, Azimut e Rose Island, cantieri certamente non dimenticati e anzi, artefici di scafi d’eccezione, 5 dei quali, da 9.6  a 17.5 metri, troverete qui di seguito.


Rose Island Lobster 38 – 1999

Riva Ferrari 32 | 9.6 m

Maranello, anni ‘90. Enzo Ferrari è mancato da poco, ma una delle sue ultime aspirazioni era quella di realizzare una supercar dei mari. La casa automobilistica si confronta così con Riva, che subito coglie la bontà dell’idea. Il progetto verrà curato da Gino Gervasoni in persona, allora capo dei Cantieri Riva. La sinergia è stretta, il lavoro certosino. Da un lato, in Ferrari, viene sviluppato il lato relativo l’ingegnerizzazione, con studi sui materiali, sull’aerodinamica e sullo stile. Dall’altra parte, Riva, processa gli input in arrivo dall’Emilia-Romagna, adattandoli alle peculiarità della progettazione e costruzione navale. Nasce così uno scafo eccezionale, capace di sposare al meglio le filosofie di ambedue le realtà: è il Riva Ferrari 32, forte di una coppia di BPM Vulcano V8 da 390 cavalli per 55 nodi di velocità massima a manetta tutta abbassata.

Riva Ferrari 32

Rosso Corsa obbligatorio, V profonda e spoiler in carbonio sopra la timoneria. Il resto del design prosegue sulla stessa linea: lo scafo è slanciatissimo, prese d’aria a murata, prua sgombra e pozzetto ben arretrato. Fondamentalmente, il Riva Ferrari 32 è un dardo rosso con spoiler, forte di potenza da vendere, prendisole in pozzetto e cabina per due con bagno integrato. Fondamentalmente, un weekender da corsa.

Riva Ferrari 32
Riva Ferrari 32

Rose Island Lobster 38 | 11. 8 m

Ispirata ai classici Lobster, le barche da lavoro americane, pilotine pensate per la pesca ai crostacei nei difficili mari del nord-est americano, il Rose Island Lobster 38 è un gioiello, c’è poco da dire. E il suo successo non è cosa da poco. Nel periodo dell’esplosione del “nuovo stile”, scafi bianchi e alti, linee curve e fly, il suo look retrò certamente ebbe la sua parte nel colpire il pubblico. La prua è quasi verticale, la tuga è priva di prendisole, e niente fly. Eppure fu un successo. E lo fu perché, qualitativamente, e in termini di eleganza, aveva ben pochi rivali.

Rose Island Lobster 38

Lunga 12 metri scarsi, larga 3.67 e capace di ospitare fino a 4 persone, la sua ricetta vincente fu semplice, se non banale: qualità, qualità, qualità. Aggiungeteci oltre 34 nodi di velocità massima, doppie cabine sottocoperta e un pozzetto con salone mozzafiato, e avrete svelato il segreto. Il Lobster 38 fu una vera chicca, esteticamente eccezionale e curata su ogni fronte, dagli splendidi interni fino alle ottime qualità marine. Un underdog subito diventato cult.

Rose Island Lobster 38

Sasga Menorquin 120 | 11.98 m

A volte guardare alla tradizione è un’idea eccellente. Certamente lo fu per Juan Sastre che, nel 1978, guardando alle barche da pesca di Mahón, gli llaüt, ovvero le tipiche barche da lavoro delle Baleari, colse un potenziale ancora non sfruttato. Salto temporale in avanti e, nel 1997, iniziano a nascere i veri e propri Menorquin, gli scafi premium che tutti oggi conosciamo. Una scommessa rischiosa ma che ben paga. La dimostrazione si ha nel 1999, quando è lanciato il Menorquin 120, un successo enorme. Lungo 11,98 metri, è uno scafo profondamente classico, ma stravolto nel senso d’uso. È un piccolo cruiser dalle doti ineccepibili e dalle buone prestazioni, raggiungendo i 19 nodi e ospitando a bordo, in tutto comfort, tra le 4 e le 7 persone.

Menorquin 120 – 1999

Coperta spaziosissima, pilot-house eccezionale e interni a dir poco capienti, con due cabine doppie ed un grande salone. La ricetta è eccellente, così come sono anche le qualità marine, ineccepibili. Con il Menorquin 120 nasce un cruiser elegante e completissimo, forte di volumi spaziosi, arredi d’alto artigianato e comfort da vendere: una barca da crociera a dir poco perfetta, un classico per i tempi a venire.

Mernoquin 120

Azimut AZ40 | 12.35 m

Azimut, oggi ai vertici della cantieristica europea, ha spiccato il volo nei primi anni ‘90 (1992/93), con l’eclatante uscita dei primi esemplari della sua, di allora, nuova linea. Caratterizzata dall’assenza di spigoli e forte di nuove finestrature avvolgenti, compreso quel look elegante e aggressivo che poi tutti hanno adottato, fu infatti con il primo Azimut AZ40 che nacque quello stile ancora tanto visibile oggi.

Azimut AZ40
Azimut AZ40

Flybridge, ampi spazi esterni a poppa e a prua, linee slanciatissime e interni da sogno. Con l’AZ40 si aprì un mondo nuovo. I suoi due Volvo da 306 cavalli l’uno consentivano fino a 30+ nodi di velocità massima, offrendo al contempo tutti i comfort e gli elementi necessari su un cruiser di classe: un grande salone elegante, un flybridge arredato e un’area notte eccezionale, proposta in due varianti. Da una parte, infatti, tre cabine e una cucina a murata creavano il layout per 6 persone, alternativamente sostituito da un layout per 4 persone, con doppie matrimoniali e una grande cucina separata, per un’esperienza ancora più confortevole.

Azimut AZ40

Sunseeker Predator 63 | 17.56 m

Trent’anni fa, nel 1994, nasceva una gamma destinata alla storia: la Predator di Sunseeker, nata con uno scafo iconico,  il Predator 63, un 17.56 metri destinato a diventare uno dei più importanti performance-yacht della sua epoca. Al tempo del suo varo il Sunseeker Predator 63 fu, non solo, uno dei più grandi luxury performance yachts del panorama, ma anche uno scafo innovativo su diversi aspetti. Le linee sportive, slanciate e curvilinee, ispirate all’automotive, ne fecero subito un emblema della “nuova strada” intrapresa in termini di design, accoppiandosi ad una carena a V profonda capace non solo di ottime performance (30+ kn), ma anche di creare un’estetica più che desiderabile, equilibratissima grazie all’attenzione posta nel design delle sovrastrutture.

Sunseeker Predator 63
Sunseeker Predator 63

Estetica e performance, però, da sole non fanno la magia. Arrivano quindi in soccorso i volumi, qui eccellenti. Arredi al top di gamma, tre 3 cabine doppie, salone a tutto baglio e cucina di bordo, tutto al ponte inferiore, lasciando così alla coperta un’impostazione assolutamente dedicata a relax e vita di mare. La prua, enorme, era completamente sgombra, ideale come solarium, mentre il pozzetto era il top del tempo: tender garage sotto un ampio prendisole, beach area, divani in pozzetto e aree lounge protette dal top, oppure esposte al vento, grazie alle aperture elettriche. Un complesso che oggi diamo per scontato, ma mai visto prima al tempo del suo lancio. Uno scafo eccezionale, tutto sommato, ancora oggi.

Il grande prendisole poppiero ed il tettuccio apribile

  • Potrebbe interessarti anche: 

Dillinger P466, il superyacht anni ‘90 che volava a 50+ nodi  (22.6 m)

 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sei già abbonato?

Iscriviti alla nostra Newsletter

Entra nel Club del Giornale della Vela

Le barche a motore, le sue storie, dal piccolo open ai motoryacht. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevere ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”.

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche