Intervista al VHF: tutto quello che non avete mai osato chiedere

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Sembrava obsoleto, ma il vecchio Vhf ha avuto uno slancio d’orgoglio. Tutto quello che non avete mai osato chiedere alla “radio” di bordo. Lo abbiamo messo spalle al muro e ci siamo fatti raccontare tutta la verità del suo successo.

Perché il Vhf è lo strumento più diffuso per le comunicazioni in mare?

Il segreto dell’affidabilità della radio Vhf in barca dipende dalla tipologia di onde che utilizza per la trasmissione di messaggi. Si tratta di frequenze che permettono una comunicazione a distanza più chiara perché meno soggette a interferenze di tipo atmosferico o provocate da altre onde presenti nell’etere.

Che tipo di onde vengono utilizzate e perchè?

La radio Vhf utilizza onde metriche, in altissima frequenza definite appunto VHF (Very High Frequency) comprese tra 156 e 174 Mhz, la cui lunghezza d’onda è approssimativamente di 2 metri. Le dimensioni della sua antenna, pari a circa la metà della lunghezza d’onda stessa, rende le comunicazioni in Vhf idealmente adatte per tutte le imbarcazioni, dalle grandi navi passeggeri fino alle più piccole barche da pesca o agli yacht da diporto. Ma in mare si adottano anche altre tipologie di onde, come le onde hettometriche, in media frequenza (MF), utilizzate per comunicazioni di media distanza da unità che si trovano a 100/200 miglia dalla costa e le onde decametriche, in alta frequenza (HF) utilizzate in altura, per esempio nelle navigazioni oceaniche.

Quali sono le caratteristiche fondamentali di una radio Vhf?

Tutti i modelli permettono di filtrare i rumori di sottofondo tramite lo squelch, che consente di impostare la sensibilità del ricevitore. Sulla confezione di ogni radio troverete indicata la potenza. Il valore di massima emissione concessa agli apparati per la nautica da diporto è di 25 Watt, con la possibilità di ridurla a 1 solo Watt per limitare i consumi di energia e per comunicare a distanza ravvicinata.

A quale distanza è possibile sentirsi, con una radio in Vhf?

A parità di potenza di emissione, la distanza alla quale possono giungere le comunicazioni in Vhf dipende dall’altezza a cui sono poste le antenne coinvolte. Ad esempio, una portata di 60 miglia può determinarsi solamente tra un’imbarcazione e una stazione costiera, mentre tra due imbarcazioni la portata si riduce a sole 15 miglia o anche meno se si tratta di piccole imbarcazioni. Al di là della potenza di emissione degli apparati radio infatti la discriminante è soprattutto la curvatura terrestre. La portata, che in questo caso si definisce ottica, potrà superare la linea dell’orizzonte solo se le due antenne continuano comunque a vedersi, e risultare. Le onde della radio Vhf sono meno esposte alle interferenze, quindi le più sicure da utilizzare in mare. Ma attenzione alla posizione dell’antenna superiore a quella geografica in funzione delle rispettive altezze. In questi casi le imbarcazioni a vela sono senz’altro avvantaggiate dalla possibilità di installare l’antenna in testa d’albero, considerando però che risulta efficace solo se opera verticalmente; quando inclinata può perdere fino al 40% del proprio rendimento.

A bordo può essere utilizzato anche un apparecchio portatile?

Da alcuni anni, finalmente anche in Italia il Vhf portatile può sostituire la stazione fissa di bordo. La radio portatile a bordo è sempre di più di estrema utilità: permette di effettuare o ricevere chiamate rimanendo al timone, mantenere l’ascolto sul 16 senza dover scendere sotto coperta e portarselo con sè per varie evenienze, compreso il malaugurato trasferimento sulla zattera di salvataggio, durante l’abbandono dell’imbarcazione.

Quali sono le principali differenze tra un modello portatile e uno fisso?

Le radio portatili sono ormai sempre più economiche e morfologicamente simili ai telefoni cellulari. Ma attenzione che anche se possono supportare la gran parte delle funzioni dei modelli fissi di fatto sono soggetti a tre fondamentali inconvenienti: • una potenza di emissione ridotta a soli 5 Watt (anzichè 25), per contenere il consumo delle batterie ricaricabili; una portata limitata a causa della lunghezza ridotta dell’antenna; un’autonomia di esercizio che dipende dal genere di batterie utilizzate e dall’opportunità di ricarica. Per un uso corretto di un modello portatile e soprattutto legalizzato, è necessario che ogni apparecchio sia registrato sulla Licenza di Esercizio dell’eventuale apparato fisso di bordo o preveda un proprio documento, intitolato all’imbarcazione sulla quale viene utilizzato o intestato all’utilizzatore stesso, che a sua volta dovrà essere dotato dell’apposito certificato limitato di radiotelefonista.

Perchè per la nautica si usano i canali e non le frequenze?

Per semplificare l’utilizzo degli apparati, grazie ad accordi internazionali, è stato concordato di dividere le frequenze d’uso in canali. Ognuno corrisponde quindi a una frequenza ben precisa, per esempio, il canale 16 corrisponde a 156,8 mHz.

Cosa bisogna controllare per scegliere un buon Vhf?
Le caratteristiche fondamentali di una radio riguardano la sensibilità del ricevitore, ossia la capacità di acquisire anche i segnali deboli, la potenza in trasmissione per farsi sentire più chiaramente, e la capacità selettiva, che permette di rimanere sulla frequenza del canale prescelto senza “sbordare”. A questi si aggiungono il range di funzionamento del filtro di segnali sporchi, detta soglia dello squelch, l’assorbimento di energia (importante soprattutto nei portatili) sia in Hi sia in Low, in stand-by (minor consumo) e in trasmissione (massimo consumo). Poi contano i dettagli fisici dell’apparecchio: dimensioni, peso e robustezza, ai quali si aggiungono la leggibilità dello schermo, la semplicità di utilizzo, l’ergonomia e la quantità di funzioni supplementari. Il mix di questi elementi permette di giudicare l’ultimo parametro, ossia il costo d’acquisto.

Servono particolari requisiti per poter parlare al Vhf?
L’uso del Vhf avviene sotto la completa responsabilità del comandante dell’imbarcazione.Nessuno a bordo può appropriarsene senza il suo benestare. Il documento richiesto obbligatoriamente per operare con la radio Vhf è il certificato RTF (Certificato limitato di Radiotelefonista per navi), che viene rilasciato, senza esami, dagli Ispettorati Regionali del ministero delle Comunicazioni, ed è valido su unità da diporto e navi fino a 150 tonnellate di stazza lorda e con stazioni radio di potenza non superiore a 60 Watt.

Quali documenti sono necessari per installare il Vhf in barca?

Dotandosi di un apparato di tipo conforme alle direttive europee CE (la conformità è dichiarata direttamente dal costruttore) è necessario richiedere l’apposita Licenza di Esercizio rivolgendosi alla Capitaneria presso la quale l’unità è stata registrata, così da ottenere anche il numero di nominativo internazionale, indispensabile per identificare congiuntamente la stazione radio e l’imbarcazione che la utilizza. Invece i proprietari di natanti o di apparati portatili, dovranno indirizzare la richiesta direttamente agli Ispettorati Territoriali del Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento Comunicazioni, e otterranno altresì un codice personale che identifica l’apparato e il suo proprietario.

DSC è l’acronimo di Digital Selective Calling: sostanzialmente è una funzione della radio che permette di effettuare chiamate di soccorso su una frequenza riservata alle sole chiamate digitali, il canale 70, dove le comunicazioni vocali sono interdette e di conseguenza traffico e interferenze risultano ridotti, anzichè sul canale 16. Una funzione di estrema utilità in caso di emergenza che, oltre a contenere i tempi di invio della comunicazione, ne aumenta l’efficacia e la copertura del messaggio. Nel caso si rendesse necessaria ad esempio una richiesta di soccorso, l’apparecchio DSC è in grado di trasmettere automaticamente e in pochi secondi una gran quantità di informazioni a tutte le unità dotate dello stesso sistema presenti nell’area di navigazione, senza dover attendere risposte vocali e senza dover perdere tempo ripetendo le chiamate e i dettagli. Il messaggio di soccorso DSC fornisce:

• l’MMSI dell’imbarcazione, un identificativo specifico, che ne rende immediatamente riconoscibili le caratteristiche specifiche;

• la posizione della nave, fornita dall’eventuale GPS interfacciato o inserita manualmente;

• l’UTC che indica il tempo in cui è stata aggiornata l’ultima posizione;
• la natura del pericolo o del danno occorso al richiedente.
Oltre alle richieste di soccorso (Medé) possono essere trasmesse (o ricevute) anche chiamate di urgenza (Pan Pan), di sicurezza (Securité) oppure ordinarie (Routine), che poi possono proseguire in forma vocale. Il sistema vocale e quello digitale convivono e offrono due opportunità congiunte e alternative per effettuare comunicazioni. Il sistema DSC appartiene agli strumenti adottati dal GMDSS, viene associato agli apparati di comunicazione in Vhf, MF o HF ed è presente obbligatoriamente su ogni unità che svolga navigazioni per scopi professionali.


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